Malpensa torni a volare. Un errore sarebbe drammatico

Palloncini, bandiere e striscioni. I lavoratori della provincia di Varese hanno sfilato all'interno dello scalo, luogo simbolo di un territorio ancora in grande difficoltà. Presenti i segretari regionali dei sindacati confederali

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Primo maggio a Malpensa 4 di 26

Una scelta rischiosa ma importante. La Giornata dei Lavoratori questa mattina, giovedì 1 maggio, è stata celebrata a Malpensa: « Il luogo simbolo di questo territorio in difficoltà – ha ricordato Umberto Colombo, segretario provinciale della Cgil –  Abbiamo voluto mandare un segnale forte perchè i problemi non sono ancora finiti. Le richieste per la cassa integrazione ordinaria sono in diminuzione ma non quelle per la straordinaria e la cassa in deroga. Ci sono 35.000 persone iscritte nelle liste di disoccupazione. Occorre che la politica assuma degli impegni concreti e rimetta al centro il lavoro. Se non arriveranno proposte concrete e percorribili, noi dovremo avviare una mobilitazione vasta in difesa di questa provincia e dei suoi lavoratori».

Malpensa, con il suo futuro incerto, la difficile situazione di Sea Handling e l’appuntamento con Expo tra un anno esatto richiedono i riflettori puntati. Dal 2008, Varese ha perso 10.000 posti di lavoro e mille imprese edili, il tasso di disoccupazione è del 13% ma il dato giovanile è ancora più preoccupante: oltre il 40%. Con le bandiere di Cgil, Cisl e Uil hanno sfilato dall’ingresso del Terminal 1 fino alla stazione ferroviaria rivendicando i diritti fondamentali: lavoro, stabilità, dignità.

Sul palco hanno parlato giovani lavoratori, testimoni di preoccupazioni e amarezze, e i segretari regionali di Cgil e Cisl e Uil Nino Baseotto e Gigi Petteni, e Antonio Albrizio

Gigi Petteni della CISL è partito proprio dalla scelta del luogo: « Malpensa è il simbolo di come sono cambiati  il lavoro e le sue precarietà. Malpensa è un luogo di contraddizioni dove una scelta può portare al dramma sociale o allo sviluppo. Siamo stufi di sentir parlare di strategie e idee vuote, supportate da grafici sterili. La gente è stanca e chiede chiarezza. Non si può, però, avviare un discorso concreto se vengono meno i termini del rispetto. Chi governa deve rispettare le leggi della rappresentanza, non può non confrontarsi con chi è portavoce di milioni i lavoratori. Il sindacato può aver fatto errori ma se si vuole fare il salto di qualità occorre rispetto reciproco. Se si metteranno al centro lavoro e diritti sociali, il paese potrà ripartire. E lo dico anche con un occhio al mondo: la festa è internazionale quindi non possiamo tacere i rischi connessi alla delocalizzazione che ha conquistato molti imprenditori italiani, andati all’estero creando nuove forme di schiavitù».

E uno sguardo transnazionale è quello che richiama anche Albrizio della Uil quando richiama l’Europa a una politica che agevoli e sostenga i cittadini e che non sia solo imposizione e regole: « Chi ci rappresenterà a Bruxelles deve aver ben chiaro la delicatezza del suo compito. È lì che si deve intervenire per sostenere iniziative che migliorino la situazione dei cittadini. Una volta approvate e imposte, agli Stati singoli rimane ben poco:  senza questa capacità potremo solo subire la politica e non dirigerla».

Sea, Malpensa e il futuro lavorativo sono stati al centro del discorso di Baseotto: «L’Italia deve cambiare la tendenza alla precarietà : è una ricetta che ha fallito. Expo’ è un’occasione ma c’è il rischio che si riduca tutto a  rapporti con cooperative o a contratti a progetto. Il lavoro deve svincolarsi dalle figure provvisorie e precarie. La manifestazione mondiale è una scommessa: o sarà un bellissimo volano o sarà un’enorme figuraccia.  È tempo di scommettere su persone che lavorano con stabilità. Bisogna tornare a volare altrimenti sarà la crisi che continuerà a bloccare. Malpensa ha bisogno di una politica seria e una strategia chiara perché un errore avrebbe conseguenze drammatiche. La contrapposizione tra Malpensa e Linate è deleteria. Il rilancio di Malpensa passa da una liberalizzazione di rotte e voli, senza interferenze esterne».

Lasciare allo scalo della brughiera carta bianca per gestire il suo sviluppo è un’idea, però, che non convince Daniele Marantelli, onorevole del P presente alla manifestazione insieme a Maria Chiara Gadda, Erica D’Adda, Angelo Senaldi e al capogruppo del PD in Regione Alessandro Alfieri: « Occorre una regia centrale che individui vocazioni e campi d’azione nell’intero comparto dei trasporti.  Non credo che l’apertura a qualche tratta internazionale in più o a qualche compagnia dia garanzie concrete per il futuro. Solo una politica seria di indirizzo, con il completamento delle infrastrutture e investimenti adeguati metterà fine alle incertezze. Expo’ sarà l’occasione per dimostrare cosa si vorrà fare: se si favorirà Linate, vorrà dire che si farà la fortuna delle compagnie aeree straniere che offriranno ai turisti pacchetti di soggiorni nelle proprie capitali con solo una puntata di un giorno all’Expo. Se si dovesse avverare questo scenario, sarà il fallimento completo di questa opportunità». 

Al termine della manifestazione i tre segretari generali hanno incontrato il presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni, per fare il punto della situazione su Malpensa e sui temi del lavoro. Nel corso dell’incontro il presidente si è impegnato a fare pressioni sul governo perché siano sbloccati i fondi per gli ammortizzatori sociali in deroga e a mettere a  disposizione risorse per favorire l’occupazione giovanile in vista di Expo. Sindacati e Regione hanno inoltre condiviso le preoccupazioni dei sindacati sul ridimensionamento dello scalo varesino e hanno sottolineato la necessità di affrontare con grande equilibrio il ruolo di Linate e Malpensa.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Maggio 2014
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