Sea Handling, tensioni tra lavoratori e sindacati

Duecento lavoratori hanno autoconvocato un'assemblea nella casetta delle organizzazioni sindacali contro la linea che definiscono "morbida" delle rappresentanze sugli esuberi annunciati dal fallimento del settore handling

Fortissima tensione, pugni sul tavolo, alzate di scrivanie, urla e insulti pesanti sono volati questa mattina nella casetta dei sindacati dove tra i 150 e i 200 lavoratori di Sea Handling si sono dati appuntamento per un’assemblea autoconvocata. Stupore e anche un po’ di paura tra i sindacalisti presenti nella struttura quando hanno visto arrivare i lavoratori parecchio arrabbiati e decisi a chiedere iniziative di protesta immediate contro l’accordo sul quale stanno lavorando Cgil, Cisl, Uil, Flai e Ugl in merito alla vertenza per il passaggio dei dipendenti di Sea Handling alla nuova società Airport Handling.  L’iniziativa è partita qualche giorno fa da un gruppo di lavoratori che stanno lottando da tempo, attraverso il social network whatsapp. Stamattina circa 150-200 lavoratori iscritti a tutti i sindacati hanno affrontato i sindacalisti di petto. Per la loro incolumità è dovuta intervenire la Digos per tenere gli animi a bada. L’assemblea autoconvocata dai lavoratori è durata 3 ore circa ed ha affrontato i termini della trattativa in atto tra le sigle che rappresentano i lavoratori e la nuova società.

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I lavoratori Sea occupano gli uffici dei sindacati 4 di 10

«I dipendenti di Sea Handling sono molto preoccupati – racconta uno degli occupanti – perchè la nuova airport handling sta proponendo sacrifici pesantissimi dal punto di vista dei diritti: ferie ridotte (d’estate massimo 12 giorni e stop alle vacanze nei giorni di Natale e Capodanno), flessibilità sui risposi estivi, flessibilità di orario, break ridotto, 498 esuberi, esentati che devono rifare le visite mediche, riduzione dello stipendio». La trattativa non è ancora chiusa e il 15 maggio se ne riparlerà con la nuova società. «La delusione dei lavoratori è forte e sempre più difficile da gestire anche perchè – dicono – i sindacati avevano promesso informazione e assemblee costanti, 4 ore di sciopero e invece hanno bloccato tutto pensando che bastasse la lettera del governo all’Unione Europea nella quale si parlava già di abbassare gli stipendi dei lavoratori».

Dario Grilanda della Cisl non era presente all’assemblea ma pone la questione su un piano che non lascia spazio a fraintendimenti: «O ci si fida dei sindacati o no – spiega – l’azione di questa mattina segna un profondo malessere che noi comprendiamo. Io ho lavorato 30 anni in aeroporto e so quali sono i problemi ma  dobbiamo dire anche che abbiamo fatto fatica a rispondere alle domande per via della grande tensione. Se la soluzione al problema è fermare gli aeroporti noi non possiamo condividerla: stiamo portando avanti una trattativa che si concluderà entro maggio e serve stare al tavolo per ottenere risultati. Azioni non concordate, infine, porterebbero a gravi conseguenze proprio per i lavoratori. Nessun accordo sarà firmato senza che venga prima sottoposto a loro: siamo pronti anche ad un referendum».

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Pubblicato il 12 Maggio 2014
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