Un Varese da incubo ne prende cinque a Cittadella

Disastrosa prova dei biancorossi in un match che poteva valere mezza salvezza. La squadra di Sottili, mai in partita, viene spazzata via dai veneti. Finisce 5-1 tra le contestazioni dei tifosi ospiti

Ci sono poche parole “urbane” per descrivere la prova disastrosa offerta dal Varese a Cittadella. Una partita nata male, proseguita peggio, conclusa tra gli insulti delle centinaia di tifosi che anche questa volta hanno accompagnato la squadra in trasferta. Con il pokerissimo negativo (5-1) rimediato in Veneto, i biancorossi arrivano a quattro sconfitte consecutive – dato di per sé già terribile – ma che diventa tremendo se lo si affianca a una classifica in cui la squadra di Sottili ha ormai esaurito ogni bonus. Ma quel che è peggio è lo spirito mostrato sul campo dai presunti beniamini del popolo varesino: ci si aspettava una prova da coltello tra i denti, capace di fermare le velleità di rimonta degli uomini di Foscarini, e invece si è vista una squadra completamente allo sbando. Il Varese è stato incapace di sviluppare qualsiasi tipo di gioco, è andato al tiro nello specchio della porta in rarissime occasioni a risultato acquisito, non ha mai opposto resistenza ai granata che a ogni minima forzatura hanno messo in luce tutte le pecche di questa squadra. Che, onestamente, nessuno pensava fossero così tante.
Certo, Sottili non può essere esente da colpe per quello che si è visto sul campo del “Tombolato” (perché questo Calil dal primo minuto?), ma peggio di lui hanno fatto i giocatori. Perché non servono schemi o suggerimenti per correre, per passare la palla in modo giusto a tre metri di distanza, per ringhiare quando gli avversari hanno la sfera. A Cittadella non è accaduto nulla di simile e, anzi, l’unico dato in cui i biancorossi hanno sopravanzato i veneti è stato quello dei cartellini. Grillo ne ha presi due, e anche questa volta il Varese ha concluso con un uomo in meno. Ora margini non ce ne sono più e i playout sono diventati un rischio concretissimo (l’unica buona notizia è la vittoria del Palermo a Novara: rosanero già promossi in A): a società, allenatore e giocatori il compito di uscire in piedi da questa situazione. Se il Varese si è cacciato in un vicolo cieco, le colpe sono loro: nessuno pensi di cavarsela con lo scaricabarile.

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Cittadella – Varese 5-1 4 di 20

COLPO D’OCCHIO – Il “Tombolato” vive una giornata speciale: l’ingresso al costo di un solo euro permettere di riempire le tribune e garantire una cornice importante allo scontro salvezza tra Cittadella e Varese. Promozione per promozione, funziona anche quella lanciata dal club del presidente Laurenza: ingresso pagato alla gran parte dei tifosi ospiti. Ce ne sono oltre 300 a sostenere Corti e compagni.

CALCIO D’INIZIO – Sottili conferma quelle che erano le previsioni della vigilia per quanto riguarda l’undici titolare. Senza Odu (neppure in panchina), Neto e Zecchin (a casa), il tecnico biancorosso torna al 4-2-3-1 con Forte, Calil e Di Roberto a fare da supporto a bomber Pavoletti. Foscarini mette da parte per una volta il 4-3-3 puro e arretra Surraco (recuperato dopo un fastidio muscolare nella rifinitura) alle spalle di Djuric e Coralli.

IL PRIMO TEMPO –
É un Varese che lascia la bocca aperta con tanto amaro quello che si vede nei primi 45′ di gioco al “Tombolato” chiusi sul punteggio di 2-0 per i padroni di casa. La squadra di Sottili prende i gol nelle due sole vere occasioni da rete ma ha soprattutto il torto di non riuscire mai a impensierire seriamente Di Gennaro. Dopo 10′ di studio, senza particolare verve, il Cittadella passa con uno degli uomini più temuti, il gigante Djuric, che sovrasta di testa Ely e incrocia imparabilmente un cross giunto dalla fascia destra con Surraco. Un “pugno” che lascia il Varese imbambolato: la squadra di Sottili non reagisce se non con qualche timida azione che non spaventa la retroguardia di Foscarini, dove Scaglia è sempre attento con le buone o con le cattive. L’unica zona del campo in cui gli ospiti paiono creare qualcosa è il settore destro dove talvolta spuntano Forte e Di Roberto, ma le loro sortite sono sempre arginate e i tentativi da lontano (Corti, Rea) non spaventano il Cittadella.
Che, quasi all’improvviso, si trova a festeggiare il doppio vantaggio alla mezz’ora: da una punizione che pare un corner ravvicinato, Alborno prova la battuta sul primo palo. La palla è tagliata, Bressan forse se la vede arrivare addosso all’ultimo ma di certo è goffo e scoordinato nel tentativo di respinta che infatti finisce in fondo al sacco: 2-0.
Anche in questo caso la reazione è sterile: Corti guadagna una punizione dal limite ma Di Roberto la spreca calciando alto, indeciso tra usare la potenza o la precisione. Intanto in campo arriva qualche goccia di pioggia: solo l’anticipo del diluvio – reale, e figurato per il Varese – che scenderà nel secondo tempo.

LA RIPRESA – Al rientro in campo lo scenario pare quello di un altro stadio: le nuvole minacciose scaricano sul campo pioggia forte accompagnata da vento teso e anche da un po’ di grandine. Così l’arbitro Cervellera dopo 3′ decide di fermare il gioco anche se l’interruzione dura solo pochi istanti. Quasi un peccato, perché quando si ricomincia a correre arriva il tris veneto: lo segna Paolucci con un tiro-cross dalla sinistra che sorprende di nuovo Bressan, pochi istanti dopo un tentativo di Coralli finito alto di un soffio.
Finita qui? Manco per sogno: palla al centro, qualche passaggio qua e là, e poker con protagonista proprio l’esperto Coralli, scattato in posizione regolare e capace di scaricare una bordata ravvicinata alle spalle di Bressan, stavolta senza colpe: al 12′ della ripresa è 4-0.
Fulmini, saette e gol non accennano a placarsi: per la verità c’è anche una doppia occasione per il Varese al 24′, quando cioé Bjelanovic (entrato subito dopo il 3-0) è bravo di testa ma colpisce la traversa. Molto meno bravo invece Forte che sulla ribattuta divora un gol tirando alto.
E così il Cittadella non si fa pregare e mette la quinta (marcatura): lo schema è simile a quello del primo gol, con palla di Surraco per Djuric e rete perforata da vicino.
Intanto i tifosi ospiti sono in subbuglio, si avvicinano alle recinzioni, si sfogano con cori e insulti (gettonato Montemurro, giocatori non risparmiati, riaffiora la nostalgia per Sogliano) e – ovviamente – non si placano quando Pavoletti dà un senso alla sua giornata infilando con un bel destro teso la rete del 5-1, 19a della sua grande stagione. Ma le buone notizie finiscono qui: la classifica dice Varese 43, Novara 42, Cittadella 40. Biancorossi ancora esenti dai playout, ma dopo questa partita ci pare solo un’illusione ottica.

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Pubblicato il 03 Maggio 2014
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