Storie di Imprese

Il futuro vede Nau

Il presidente Fabrizio Brogi ha basato la sua impresa di occhiali su due principi: il divertimento e il rispetto per l'ambiente. Oggi l'azienda di Castiglione Olona è in crescita e continua ad investire

«Ci sono due motivi se i nostri occhiali costano meno, il primo è che siamo più efficienti rispetto alla concorrenza. Il secondo è che forse preferiamo guadagnare poco vendendo tanto, piuttosto che guadagnare tanto vendendo a pochi». Mentre parla, Fabrizio Brogi presidente di Nau, tradisce la sua origine di senese trapiantato a Varese. Con una passione per il basket e un’esperienza decennale in grandi aziende, Brogi ha 53 anni e un’aria distesa da ragazzo mai cresciuto. Alle nostre spalle, una schiera di rane di peluche con il marchio dell’azienda, indossano alcuni degli occhiali che hanno reso Nau uno dei marchi più interessanti del panorama imprenditoriale italiano degli ultimi anni.

Fabrizio, com’è nata l’idea di fare begli occhiali a prezzi accessibili?
«Quando è nata Nau, era il 2004-05, avevamo un semplice desiderio: fare occhiali di design, ricchi di colore, ricchi di rispetto per l’ambiente e magari con un prezzo snello, anche per aver il piacere di cambiarli come e quando si vuole. Era qualcosa che non c’era, che esisteva come concetto in tanti altri settori, ma non nell’occhialeria. Così abbiamo deciso di provarci».

E lo chiami un semplice desiderio? Come ci siete riusciti?
«Quando siamo partiti, non ci credeva nessuno. Né le banche, né nessun altro. Siamo stati in pochi a crederci. Così, dopo tanta fatica, oggi siamo vivi e in crescita regolare, in un momento certo non è facilissimo».

Oggi quanti siete in Nau?
«La squadra Nau è fatta da circa 360 persone, di cui 250 sono dipendenti diretti e gli altri sono nostri collaboratori. Abbiamo aperto 67 negozi tra diretti e affiliati, e ne abbiamo altri 3 in apertura nei prossimi 15 giorni».

Quale è la formula del successo di questa impresa?
«Io non parlerei di "formula del successo". Noi siamo prima di tutto curiosi. La curiosità ti porta prima di tutto a incontrare le persone, a vedere, ad approfondire e a capire se puoi fare sempre meglio e in maniera diversa. Le innovazioni nascono dopo».

Cosa intendi per innovazione?
«Oltre alla continua ricerca sui materiali, lanciamo in continuazione nuove collezioni. Ogni mese almeno una, in edizione limitata che finisce dopo poche settimane. Poi, oltre a creare un prodotto allegro, colorato e divertente, sappiamo che l’occhiale ha una base medicale. Per questo siamo consapevoli di avere la responsabilità della vista delle persone, ma quello è un nostro mestiere. Noi vogliamo che i clienti e le clienti, entrino nei nostri negozi e si divertano».

Sembra che il divertimento sia una componente essenziale del vostro lavoro. Un’altra componente su cui basate il vostro lavoro è il rispetto dell’ambiente. Perché?
«Per due grandi motivi che non ho paura a dire. Il primo è che un grande strumento di marketing, il secondo è che siamo convinti di avere questa responsabilità. Crediamo che sia un nostro dovere farlo senza far pagare di più le persone e che, oltre ad essere un dovere aziendale è anche un piacere, una soddisfazione di cui siamo orgogliosi».

A cosa vi ha portato questa "missione"?
«Nel 2006 abbiamo lanciato la prima collezione di occhiali in plastica riciclata al mondo e oggi siamo gli unici in Europa, nel settore dell’occhialeria, ad avere certificazioni ambientali. Facciamo le cose per bene, ma vogliamo che siano i clienti a dircelo».

Ti senti un imprenditore anomalo rispetto ai tuoi colleghi?
«Sono convinto di essere parte della squadra Nau e qui siamo tutti, forse, un po’ anomali. Se lo sono io, lo sono senz’altro anche loro. Siamo tutte persone che si divertono e che hanno grande passione e piacere, nel fare questo lavoro.
Qui in Nau nessuno è portatore di altro se non delle proprie convinzioni e dei propri desideri di far bene. Per me è fondamentale il divertimento e il piacere della condivisione. Su questo ti vorrei fare un esempio concreto…».

Prego…
«Il nostro occhiale in plastica riciclata non è coperto da brevetto. L’abbiamo lasciato aperto. Poi devi avere voglia di perseguirla quella strada lì ed essere coerente in tutte le fasi».

Parli molto di squadra, quanto conta in Nau?
«Crediamo che le persone facciano la differenza. Facciano la differenza come caratteri, come approccio, come divertimento, come passione, ma lo facciano anche in base alle competenze che hanno. Per questo, investiamo ogni anno, il 5% del nostro fatturato in formazione».

Perché? Siete scontenti di come escono dalle scuole?
«Se investiamo così tanto in formazione, forse è perché non siamo così felici dei risultati e delle nozioni con cui i ragazzi escono dalle nostre scuole. Siano esse scuole professionali, licei o università, noi vorremmo sempre di più».

Hai mai pensato di delocalizzare e andare all’estero?
«No anzi. Figurati che stiamo pensando di investire ulteriormente qua e questo è molto difficile. Stiamo cercando di riportare in Italia e a Varese, un know-how che si è perso nel tempo ed è molto difficile. Non è un fatto di soldi, è un fatto proprio di andare a ricreare quel saper fare da zero. Quello che c’era fino al secolo scorso in questo distretto».

È questa, secondo te, la ricetta per il rilancio del Paese?
«A questa domanda non so rispondere. So che per noi quella tradizione manuale, operaia, artigiana, unita agli investimenti in macchinari, consente di essere all’avanguardia. A noi non interessa investire per aumentare o fare massa e nemmeno per essere i più grandi. Non saremo mai i più grandi. Non è questa la gara che facciamo. La nostra gara e il nostro impegno è per essere i migliori».


L’IMPRESA DELLE MERAVIGLIE

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Scheda dell’azienda 

Nau!
Via Santino e Pompeo Mazzuchelli 7
Castiglione Olona, 21043

Varese
Il sito
Tel. +39 0331 861233

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Pubblicato il 27 Giugno 2014
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