L’acqua del Villoresi scorrerà a Expo2015

L'acqua al centro dei "Venti dell'Innovazione" della Camera di Commercio. Delle 55 centrali idroelletriche lombarde, 7 sono in provincia di Varese

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Quando si parla di acqua e innovazione lo sguardo necessariamente si sdoppia verso il passato
e verso il futuro. Lungo il corso dell’Olona si è sviluppata l’età d’oro del manifatturiero varesino, così come il sistema di mulini, alimentati dai torrenti nelle valli del nord della provincia, ha permesso all’economia di fiorire nonostante l’asperità del territorio. L’acqua, come elemento fondamentale per la vita e dello sviluppo economico, sarà anche un tema centrale di Expo2015 e quella visibile nel sito espositivo che ospiterà i vari padiglioni verrà dal canale Villoresi di Garbagnate. 
Gli interventi dei relatori dei “Venti dell’innovazione”, appuntamento organizzato dalla Camera di Commercio di Varese, hanno tracciato una linea tra questi due estremi, sottolineando l’importanza delle sinergie tra tutti gli interlocutori.
L’acqua è sinonimo di energia. Grazie a questa risorsa il Varesotto ha potuto sviluppare un tessuto imprenditoriale fiorente e diffuso. «Delle 55 centrali idroelettriche lombarde, 7 sono in provincia di Varese (Creva, Ferrera, Maccagno, Porto Torre, Roncovalgrande, Tornavento e Vizzola Ticino ndr)  – ha spiegato Ambrogio Piatti, responsabile di Enel per la produzione idroelettrica della Lombardia -. Si tratta di impianti distribuiti in modo strategico  e in molti casi sono strutture di pregevole fattura. Per quanto riguarda il consumo energetico siamo tornati ai livelli di dieci anni fa, mentre l’attenzione si è spostata sempre di più sulle energie rinnovabili e su una diversa gestione della rete».
Il Consorzio Ticino Est Villoresi coinvolge 264 comuni lombardi e 7 province (Milano, Lodi, Monza Brianza, Como, Lecco, Pavia e Varese ndr). La diga del Panperduto di Somma Lombardo è un nodo strategico di questa importante rete. «Il nostro obiettivo – ha detto Laura Burzilleri , Consorzio Ticino Est Villoresi – non si limita a salvaguardare le infrastrutture, che spesso sono opere architettoniche di pregio, ma punta a mantenere una diffusa cultura dell’acqua sul territorio, attraverso la navigazione, la ciclabilità e il turismo».

Uno degli aspetti importanti, soprattutto in chiave Expo, è stabilire l’impatto economico e ambientale di alcune strutture di depurazione. «Affrontare questo tema in termini economici – ha spiegato Maurizio Cometti della società per il risanamento e la salvaguardia dei bacini della sponda orientale del Verbano spa – significa capire come trasformare la depurazione in una risorsa, come la cogenerazione e il teleriscaldamento. Nel Verbano abbiamo un progetto di eccellenza, costo 9 milioni di euro, per realizzare un depuratore a Luino eliminando quelli di Maccagno e Portovaltravaglia, tenendo insieme sostenibilità economica, ambientale e perché no anche estetica, aspetto poco curato nei depuratori in genere centrati sulla funzionalità. È per questo che invitiamo i professionisti i a concorrere con le loro idee ».
L’acqua, come tutte le risorse fondamentali, da sempre scatena conflitti e per evitarli è importante il ruolo giocato da alcuni soggetti, come le università e i centri di ricerca, in grado di mediare rispetto a interessi contrapposti. «L’acqua ha un valore per l’impresa e un valore ricreativo e culturale – ha spiegato Giuseppe Crosa dell’università dell’Insubria – e quindi genera delle tensioni per il suo utilizzo. La nostra università può fare molto con la ricerca, come ad esempio quella relativa al lago di Varese, perché indirizza verso un corretto uso della risorsa, e al tempo stesso aiuta a trovare un punto d’accordo tra interessi privati e pubblici perché in genere noi italiani non siamo bravissimi a gestire le problematiche ambientali».

La ricerca applicata ha fatto molto in tema di depurazione delle acque, come testimonia Massimo Sartorelli della Graia srl di Varano Borghi: «L’acqua va intesa come un habitat da salvaguardare e per farlo bisogna monitorare gli ecosistemi. In questi anni abbiamo acquisito una competenza tale che ci permette di realizzare numerosi interventi: si va dagli impianti di fitodepurazione, anche in realtà piccole, alla realizzazione di corridoi biologici, come quelli di Creva e  Lavena Ponte Tresa, per favorire la risalita dei corsi d’acqua da parte dei pesci».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Giugno 2014
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