(S)legati, in cima al Siula Grande tra emozione ed avventura
Jacopo Bicocchi e Mattia Fabris hanno fatto tappa in provincia con lo spettacolo teatrale che racconta la storia vera di Joe Simpson e Simon Yates. In scena per il "Festival dei Confini", sabato 7 giugno
Uno spettacolo che arriva dritto allo stomaco e al cuore. Sabato sera, 7 giugno, ha fatto tappa a Laveno Mombello lo spettacolo (S)legati di e con Jacopo Bicocchi e Mattia Fabris. I due attori hanno portato in scena la storia vera di Joe Simpson e Simon Yates, gli alpinisti inglesi che nel 1985 sono arrivati, primi al mondo, sulla cima del Siula Grande (quota 6536 metri), nelle Ande peruviane. Parte della rassegna "Festival dei confini, sport e teatro", organizzato dal Teatro Periferico, lo spettacolo è stato messo in scena nel prato della sede del Cai di Laveno Mombello (nel pomeriggio si è tenuto il laboratorio per bambini "Arte Volante" con la costruzione di aquiloni).
Erba sotto i piedi e stelle sopra la testa, hanno fatto da scenografia ad uno spettacolo teatrale capace di coinvolgere il pubblico fin dalle prime battute. I due attori riescono a portare gli spettatori a 6.000 metri di altezza. Si sente il profumo della montagna, il tepore della tenda, il freddo della neve, la consistenza della roccia. E poi la felicità, il senso di libertà ma anche lo sconforto, la disperazione, la rabbia.
A differenza di quanto si possa pensare infatti, la storia non è dedicata solo a coloro che amano l’alpinismo. La bravura dei due attori, la rendono un’avventura da vivere in prima persona, dove gioia e dolore si alternano. Si parla di corde, picchetti, scarponi, sacchi a pelo ma anche di amicizia e di vita perchè, in fondo, quella scalata non è altro che una metafora. Sono diversi i momento in cui, Joe e Simon, in cima a quella montagna si interrogano: quanto bisogna rischiare per arrivare alla felicità? Una volta arrivati alla cima, cosa succede? Fino a che punto ci si può spingere?
La storia inizia dalla scalata per raggiungere la cima. Qualche difficoltà ma l’obiettivo è raggiunto: sono i primi al mondo ad aver raggiunto la cima del Siula Grande (quota 6536 metri), nelle Ande peruviane. Simpson e Yates iniziano poi la discesa. Dovrebbe essere la fase più semplice, ma tutto si trasformerà in tragedia. Simpson cade in un crepaccio e si rompe una gamba. Yates, dopo aver cercato faticosamente di portarlo al campo base, prenderà una decisione terribile per riuscire a salvare almeno la propria vita: tagliare la corda che li lega insieme, lasciando l’amico al suo destino. Ma alla fine, torneranno a casa insieme.
Sulla scena, nessuna coreografia ma solo una corda. Quella che unisce e poi divide. Quella che diventa simbolo di fiducia estrema e di salvezza, ma che può essere anche il contrario. E alla fine, tra i lunghi applausi, l’emozione è tangibile. Una serata che, ancora una volta, grazie alla rassegna organizzata dal Teatro Periferico, ha dimostrato la potenza del teatro. La forza delle parole e del viso degli attori per raccontare, un prato come palcoscenico e la voglia di portare l’arte della recitazione ovunque.
Lo spettacolo teatrale di Jacopo Bicocchi e Mattia Fabris, produzione del milanese Atir Teatro guidato da Serena Sinigaglia, è nato proprio grazie alla passione dei due attori per la montagna e l’incontro con il libro scritto da Yates, dal titolo “Touching the void” (pubblicato nel ’98, e tradotto poi in italiano come “La morte sospesa”, diventato anche un film nel 2003). Il progetto vedrà lo spettacolo rappresentato anche nei rifugi di montagna. Per informazioni Blog (S)legati.
I prossimi appuntamenti con il "Festival dei Confini – Sport e Teatro"
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