Sala Bingo chiusa, i lavoratori chiedono aiuto

Un'indagine sullo spaccio di droga ha determinato la chiusa per un sequestro temporaneo ma tanti dipendenti temono per il loro futuro

I lavoratori sono in strada a manifestare, gli indagati li deridono: «Ma andate a lavorare…». I dipendenti della sala bingo di Varese, in effetti, vorrebbero proprio trovarsi sul loro posto di lavoro. E invece sono fuori, davanti alla porta della Sala Bingo Oplà, chiusa e sotto sequestro,  con le mani conserte. A Giubiano. I 20 dipendenti del locale messo sotto sequestro nell’ambito di una indagine per spaccio di droga, stanno manifestando per chiedere solidarietà e la riapertura della loro fonte di sostentamento.  Quelli che invece li scherniscono e dicono loro beffardamente «andate a lavorare» sono alcuni degli indagati che questa mattina, dopo aver ottenuto la scarcerazione, hanno fatto capolino al presidio, come raccontano i lavoratori, con aria quasi di scherno. «Ma è giusto questo? – osserva uno dei ragazzi Rezart Ujkaj – noi che lavoriamo onestamente ci troviamo senza occupazione. Non sappiamo se le accuse contro gli indagati siano giuste e sbagliate, ma di certo sappiamo che gli onesti oggi sono senza un lavoro». 

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Sala Bingo, lavoratori protestano 4 di 10

I dipendenti oggi hanno tenuto una piccola manifestazione davanti alla Sala Bingo in via Tagliamento. Il locale è sottoposto a sequestro conservativo. E’ necessario per le indagini ma i sindacati chiedono comprensione. «Faremo una richiesta al prefetto per sbloccare la situazione – osserva Angela Marra della Filcams Cgil – le indagini devono fare il loro corso, ma l’estraneità dei dipendenti è palese e dunque dobbiamo chiedere che i tempi siano veloci. Nel frattempo, ci attiveremo anche per gli ammortizzatori sociali, che nelle società di servizi come queste non sono molto tutelanti. La nostra idea è quella di una richiesta alla Provincia di una cassa integrazione in deroga, se sarà necessario». La sala bingo è della società Adda Gestioni di Cremona. I titolari non sono tra gli arrestati o indagati. Michele Arpa, uno dei quadri direttivi della sala afferma: «Lavoro in questo posto da 13 anni e abbiamo tanti clienti abituali. Gli arrestati sono persone che spesso vengono qui a passare il pomeriggio». Ma possibile che nessuno abbia mai visto scambi di droga? «A noi è stato solo detto – afferma Arpa – che la società aveva segnalato alla questura la presenza di persone con qualche precedente». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Giugno 2014
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