Il prezzo più caro della riforma lo pagheranno le aziende

Presidio in prefettura dei dipendenti di Camera di Commercio e Provincia per contestare i provvedimenti del Governo Renzi. L'ente camerale avrà 7 milioni in meno nel suo budget annuale. A rischio molti servizi per le piccole e medie imprese

«Dov’è la riforma?». I dipendenti pubblici di Camera di Commercio e Provincia provano a metterci un po’ di ironia nella loro protesta contro il decreto del Governo Renzi, ma la partita che sono chiamati a giocare è pesante, forse troppo in un periodo storico dove l’incertezza regna su tutto.
Nel frattempo loro si sono riuniti sotto la Prefettura di Varese per ribadire che le riforme non si calano dall’alto e, soprattutto, che delegare alcune funzioni al privato,per sua natura non legato a fini generali, è pericoloso in termini di qualità del servizio.
L’unica certezza è un decreto del Governo, che dovrà essere convertito in legge, in base al quale a partire dal 2015 verrà dimezzato il diritto annuale versato dalle imprese alle Camere di commercio. Operazione che per Varese significa circa 7 milioni di euro in meno nel budget annuale. Una falciata più che un taglio, considerato che da quella cifra l’ente di Piazza Monte Grappa tira fuori gran parte dei servizi che fornisce alle stesse imprese. E poiché nel 98% dei casi si tratta di realtà piccole e micro, gli effetti economici di ritorno potrebbero essere di gran lunga più costosi dei diritti camerali risparmiati.
I dipendenti dei due enti pubblici sono preoccupati per la riorganizzazione delle funzioni. La Camera di Commercio di Varese con i suoi 122 dipendenti (nel calcolo sono compresi i 4 dirigenti e i 30 dipendenti delle aziende speciali) fornisce servizi a circa 63mila aziende (dal marketing all’internazionalizzazione, dall’innovazione alla conciliazione, solo per citarne alcuni) e a migliaia di consumatori con i suoi listini e il suo centro elaborazione dati. «La vera questione – spiega Franco Martino, funzionario della Camera di Commercio – è la perdita di competenze che difficilmente potrà essere recuperata o compensata. Inoltre, dare ai privati la gestione del registro delle imprese non garantisce nulla, a partire dalla mancanza di terzietà fino ai presunti minor costi. In questa fase prevale il populismo e forse l’unica critica che si puo’ fare a Unioncamere è non aver anticipato questa riforma con un proprio progetto».
Sulle province non calerà definitivamente il sipario. Di certo non saranno più organi elettivi (nel senso stretto del termine) e molti dei loro compiti verranno ridefiniti in ambiti territoriali più vasti. Le elezioni per i nuovi presidenti delle province, per i consigli provinciali e per il consiglio della città metropolitana dovrebbero svolgersi domenica 28 settembre (l’indicazione è del ministero dell’Interno) e la chiamata alle urne sarà solo per i sindaci e i consiglieri comunali di tutti i comuni. 
«Il disegno di riforma di uno schema amministrativo che dura da quasi due secoli – aggiunge Flavio Pandolfo (foto), della rsu della Provincia – forse meritava un coinvolgimento delle amministrazioni a cui è rivolto, invece è stato calato totalmente dall’alto. Nella valutazione degli ambiti territoriali non si è tenuto conto di alcune variabili che qualsiasi funzionario, con qualche nozione di urbanistica, avrebbe preso in considerazione. A esser buoni direi che tutta questa partita è stata gestita dal Governo in maniera artigianale e senza nessuna controproposta scientifica».

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Preoccupazioni e timori che la delegazione sindacale della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil ha portato sul tavolo del Prefetto. «Con il viceprefetto vicario abbiamo discusso dei problemi e delle incertezze dei lavoratori dei due enti – conclude Giancarlo Ardizzoia, segretario provinciale della Funzione pubblica della Cgil – e del fatto che la Provincia dovrebbe avere una programmazione e dare un indirizzo alle sue attività sul territorio. Ma l’unico indirizzo riguarda l’elezione del presidente il 28 settembre prossimo, a dimostrazione che la politica tutela solo se stessa».

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Pubblicato il 07 Luglio 2014
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