Moto e lacrime per l’ultimo saluto a Mauro

E’ il rombo delle moto a fare da colonna sonora all’ultimo saluto a Mauro Cariello, il giovanissimo centauro morto sabato 5 luglio sulle strade di Gemonio. Una Chiesa gremita, un piazzale invaso da centinaia di persone e una città che si è fermata per i funerali di Mauro nel primo pomeriggio di giovedì 10 luglio. Una lunga processione, con il rombo delle moto a riecheggiare per le vie del centro, ha accompagnato il feretro da casa fin dentro la chiesa parrocchiale lungo quella via che il giovane 23enne avrà percorso migliaia di volte, anche in sella alla sua moto.

«Mauro era mosso da una grande passione per la moto, una passione che rendeva ancora più completa la sua vita» ha ricordato don Luigino nella sua omelia. «Ci sono state tante partenze in sella e poi il non ritorno» ha continuato il Parroco, convinto del fatto che «la sua morte ci ha sconvolti, richiamandoci alla realtà della vita». Proprio per questo il Vangelo letto in chiesa è stato «un inno alla provvidenza, alla speranza, alla vita» in modo da poter vivere «sogni capaci di affascinare ma tenendo ben presenti rischi e possibilità». 

«La tua morte prematura ci ha insegnato il valore della vita» hanno spiegato gli amici dal pulpito, con la voce rotta dalla commozione, invocando Mauro affichè «ci insegni a convivere in un mondo che senza di te non è più lo stesso». La sua assenza si farà sentire molto anche con i compagni del Pro Race Club che ricordano come «tu eri il matto della compagnia, quello che metteva allegria a tutti» e che proprio per questo motivo «desideriamo ringraziarti». Nonostante la sua assenza nelle prossime uscite insieme «sappiamo che tu ci sarai lo stesso, sei solo trasformato» e che proprio per questo «ora e per sempre non ti dimenticheremo mai, ora e per sempre ti vogliamo bene».