“Penne spia per difendere i poliziotti accusati di pestaggi”

L'iniziativa è del sindacato Sap. Il segretario nazionale Tonelli annuncia. "Sul caso Uva apriremo un sito internet. Solidarietà ai colleghi. Sono innocenti, a loro rivolgiamo un super-applauso"

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La penna-spia costa solo 30 euro: fa video, registra e ha il simbolo del Sap. Il sindacato di polizia provocatoriamente ha deciso di distribuirla a tutti i suoi iscritti, affinché i poliziotti possano dimostrare, ogni giorno, di non aver picchiato nessuno. Lo annuncia Gianni Tonelli (A DESTRA), il segretario nazionale, oggi a Varese per portare la solidarietà del Sap agli agenti rinviati a giudizio per la morte di Giuseppe Uva: «Sono colleghi in difficoltà a cui portò tutta la nostra solidarietà. Leggendo le carte, direi che non ci sono davvero elementi contro di loro, e lo testimonia il fatto che per quattro volte, due magistrati di diversi, ne hanno chiesto il proscioglimento».

Per Tonelli le polemiche sugli applausi agli agenti condannati per la morte di Federico Aldrovandi furono solo strumentali, i video bugiardi e i servizi tv costruiti ad arte. Tuttavia il segretario nazionale non si tira indietro. Rifareste un applauso anche ai colleghi di Varese coinvolti nel caso Uva? «Sono due vicende diverse – osserva Tonelli – i colleghi di Varese sono innocenti fino a prova contraria. A loro farei un superapplauso, per dimostrare tutta la nostra solidarietà».

OPERAZIONE VERITA’
Questo il senso della giornata varesina del Sap, sindacato autonomo di Polizia divenuto noto per la vicenda di Ferarra, ma che oggi a Varese celebra un’assemblea degli iscritti e annuncia una controffensiva mediatica sul caso di Giuseppe Uva. «Apriremo un sito internet dedicato al caso Uva con le parole d’ordine di giustizia e verità. La nostra sarà un’operazione verità. Il gup che li ha rinviati a giudizio si è assunto una grossa responsabilità. Non ho paura di dire che gli uomini sono influenzabili, lo siamo tutti. C’è stata una campagna mediatica che ha pesato. Per questo risponderemo mettendo in rete i documenti che ristabiliscano la verità».

IL PARTITO ANTIPOLIZIA
E l’idea delle penne telecamera da cosa nasce? «I colleghi che ogni giorno sono sulla strada hanno paura
– ammonisce il segretario nazionale del sap – i gesti di autolesionismo e le difficoltà di effettuare interventi in strada, sono segnate anche dalla forza mediatica di questi casi che vedono i poliziotti andare alla sbarra per un nonnulla. Noi diciamo ai colleghi, filmate e registrate tutto. Faccio un esempio, da quando nelle camere di sicurezza ci sono le telecamere, sono quasi scomparsi gli atti di autolesionismo». Il Sap sarà presente anche al processo di Varese. E interverrà sulla stampa. «Faremo quello che non ha fatto la nostra amministrazione – afferma Torelli – i poliziotti non possono parlare e quindi la gente ha potuto ascoltare solo le versioni del senatore Manconi e di altri che costituiscono in Italia un vero e proprio partito antipolizia».

Erano presenti Gianni Tonelli (segretario generale nazionale), Piergiorgio Panzeri (segretario nazionale), Stefano Paolone (presidente nazionale), Giuseppe Calderone (segretario regionale), Francesco Coppolino (segretario provinciale Varese), Ernesto Molteni (segretario provinciale Como), Francesco Proietti (segretario provinciale Pavia), Gianluca Epicoco (segretario provinciale Cremona).

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Luglio 2014
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