Primo giorno di scuola per il nuovo Varese

Gli occhi al campo, le orecchie attaccate al cellulare, in collegamento diretto con il segretario generale Giuseppe D’Aniello in giro per l’Italia (Varese-Bergamo-Roma) per recuperare e consegnare gli ultimi documenti necessari per iscriversi alla Serie B. Questa la strana mattinata del Varese che si è radunato a Masnago davanti a qualche decina di tifosi, tutti in attesa di buone notizie sotto il profilo societario. Ma, insomma, a questo punto dovrebbe essere tutto a posto e il gruppo forte di una ventina di unità (25 i convocati, ma qualcuno come Corti era impegnato nell visite mediche) si è allenato con il sorriso sulle labbra agli ordini di mister Bettinelli e del suo rinnovato staff.

    

La gente ha apprezzato, desiderosa di rivedere in campo – e in Serie B – la propria squadra, oggi in maglietta rossa "garibaldina" come ha già sottolineato Bettinelli per spiegare la filosofia che dovrà animare i suoi ragazzi. E ragazzi è il termine adatto, perché accanto a qualche senatore (Neto, Zecchin, Corti, Blasi, Rea) c’è la gioventù dei Miracoli, dei Forte, dei Bastianoni, dei Fiamozzi a farla da padrona. E in tempi vacche magre dal punto di vista economico, questa è l’unica squadra che si può seguire.

AMBROSETTI – Con i dirigenti "amministrativi" impegnati sul fronte dell’iscrizione, la società era rappresentata a Masnago anzitutto dal direttore sportivo, Lele Ambrosetti, che continua a tenere nascoste le carte del mercato. «Non sono questi i momenti di fare nomi – ha spiegato – ma l’intenzione è quella di andare in ritiro con il 70/80% della squadra già fatta. Manca ancora qualche giocatore, ma dobbiamo solo formalizzare alcune situazioni già pronte da tempo. Certamente la difesa è il settore su cui dovremo intervenire in modo più profondo, ma come detto le mosse previste sono solo da mettere in pratica. Intanto sono felice di chi è arrivato: per venire al Varese servono requisiti umani, non solo tecnici, e il fatto che giocatori e procuratori credano in noi dimostra la grande credibilità che ha nell’ambiente la nostra società». 

     

BETTINELLI – Maglia bianca, espressione tranquilla, ma il fuoco che brucia dentro: Stefano Bettinelli è per la prima volta capoallenatore di una squadra di Serie B a partire dal giorno del ritiro. E il fatto che questa formazione sia il "suo" Varese non è certo un dettaglio. «La società ha avuto qualche difficoltà, ma io non voglio e non vorrò vittimismi preventivi: nel mio gruppo i problemi devono diventare opportunità». Dal punto di vista sportivo e tattico non ci saranno grandi novità rispetto allo scorso maggio: «Confermo il 4-4-2 perché per me è più di un modulo, è una filosofia di vita: è elastico ed equilibrato e ci permette di provare a vincere ogni volta che scenderemo in campo». L’età media piuttosto bassa non spaventa certo un tecnico che ha fatto tanto bene con la Primavera: «Ci sono diversi giovani ma per me i giocatori sono tutti importanti allo stesso modo. Mi pare che ora il Varese abbia un giusto mix di spensieratezza, gioventù ed esperienza e ho fiducia nel direttore per il completamento della rosa».
Bettinelli, da uomo di popolo, è felice per l’atteggiamento mostrato dai tifosi: «Per certi versi i playout ci hanno fatto bene, non solo perché ci siamo salvati ma anche perché hanno riavvicinato la gente alla squadra e alla società. I tifosi del Varese apprezzano chi lotta, chi non si arrende, e noi vogliamo incarnare proprio questo spirito».

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