La rinascita della strada di Tinella, la “sorella di via Gaggio”

Il mulino di Tinella era uno dei più antichi della valle del Ticino: i volontari che si prendono cura di via Gaggio stanno cercando di riaprire anche questa strada, malgrado gli ostacoli burocratici

Rinasce – non senza difficoltà – una delle strade più antiche della Valle del Ticino, quella che dalla pianura scendeva al Mulino di Tinella. Il merito è dei volontari che in anni di lavoro hanno trasformato in un parco vivo e attrattivo la celebre via Gaggio, la difficoltà invece è quella legata – manco a dirlo – agli ostacoli burocratici di cui l’Italia è sempre ricca.
A raccontare la storia sono i volontari del Gruppo Ricerche Storiche di via Gaggio: «Dopo tante lotte di vent’anni fa la strada è stata ricostruita, poi è stata abbandonata per 13 anni: quest’anno siamo intervenuti a sfoltire la vegetazione e abbiamo ricomposto alla bell’e meglio il fondo» spiega Ambrogio Milani, il "papà della via Gaggio". L’intervento è stato fatto informando l’amministrazione comunale di Lonate Pozzolo, ma questo non ha messo al riparo da una brutta sorpresa: recuperata la strada a inizio agosto, questa è stata poi resa inaccessibile nel giro di pochi giorni da un alto mucchio di inerti, che oggi sbarra l’ingresso. Ed è su questo che Milani e gli altri volontari chiedono un chiarimento a tutti gli enti coinvolti: non solo il Comune di Lonate, ma anche quello di Nosate e le due Province di Varese e Milano, dato che qui siamo appunto in un punto di confine.

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In attesa – si spera – di una risposta e di un chiarimento, val però la pena provare a scoprire la strada di Tinella: è del 1545 l’indicazione di un fondo agricolo attiguo alla "strata Tinelle", tra i nomi geografici più antichi del lonatese. Il mulino Tinella era uno dei mulini più importanti della valle: «Pare che proprio da qui, attraverso questa strada, le popolazioni del Bustese venissero a questo grande mulino, che fu poi abbattuto nel 1902 per far spazio al Canale Industriale», spiega ancora Milani (nella foto). Il recupero della strada, come si diceva, è cosa recentissima, ad opera di quei volontari che mai si stancano di cercare nuove testimonianze storiche e risistemarle: anche se la Tinella è più breve e un po’ isolata (inizia sulla strada tra Lonate e Nosate, nella zona delle cave), questa nuova opera potrebbe seguire i passi di via Gaggio, la strada comunale per anni difficilmente accessibile (era zona usata dai militari per esercitazioni), di cui i cittadini si sono riappropriati con un percorso partito dalla riapertura da parte dei volontari, poi con il "museo all’aperto", poi ancora con la mobilitazione di Viva Via Gaggio che l’ha fatta conoscere a un pubblico sempre più vasto. «Ma anche di qua passano spesso in bicicletta», spiega ancora Ambrogio Milani. La strada inizia lungo la Provinciale che congiunge Lonate con Nosate: la storica via per il mulino di Tinella è un bel percorso tra gli alberi, già ben attrezzato, che porta fino al Canale Industriale, là dove un tempo stava il mulino (nella foto). C’è anche un ponticello in ferro – costruito a inizio secolo – che porta oltre e permette di scoprire il Naviglio Vecchio, affascinante ambiente umido ricco di vegetazione, ma anche di particolarità tecniche, come le "bocche" (qui a sinistra) che consentono di scaricare l’acqua in eccesso: «Erano dodici, in passato le abbiamo recuperate una a una». Intorno al ponte si trovano alcune tracce di mattoni, quel che resta del mulino: una macina, un tempo abbandonata, è stata monumentata proprio sul percorso che da via Gaggio conduce giù verso il Ticino.

Per una riscoperta completa dell’antica strada di Tinella, però, bisogna che tutti facciano la loro parte: ad oggi venendo dalla strada principale non solo la strada è sbarrata con una collinetta di terra (nella foto qui a destra), ma il percorso è difficile da individuare (nonostante a poche decine di metri arrivi anche una ciclabile dalla zona del Castanese). Un ostacolo – pare – è legato anche al discutibile divieto di circolazione per le biciclette in vigore sulla Provinciale, che è una strada stretta e percorsa (più che altro dal lato più vicino a Lonate) dai camion proveniente dalle cave. In ogni caso, dicono i volontari del Gruppo Ricerca Storica, quella strada è una via comunale, mai alienata, che deve essere accessibile a tutti.

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Pubblicato il 24 Agosto 2014
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