Tra grotte e bunker, gli “esploratori sotterranei”

Il gruppo Unex Project ha recuperato parti di un bombardiere distrutto nel 1944 al Campo della Promessa: una delle attività di esplorazione, tra cavità naturali e ambienti creati dall'uomo

Bunker della Seconda Guerra Mondiale, caverne e antri, ma anche i resti di aerei finiti sottoterra e abitati abbandonati. Sono alcune delle esplorazioni portate avanti da Unex Project, gruppo di ricerca storica "sul campo" nato nella zona di Gallarate. «Un gruppo informale, nato da amici accomunati da una stessa passione» spiega Cristian Mazzucchelli, 27enne. Cristian è anche speleologo, insieme a Daniele Pellizzaro ha seguito un corso del CAI di Gallarate e da qui sono iniziate anche le esplorazioni sotterranee, tra caverne e ipogei di vario genere: il gruppo comprende anche Elena Tamolli, Alex Briatico e il "senior" Fulvio Sala, 52 anni. Unex sta per Underground Exploration: «Unex Project ha un particolare focus su ciò che normalmente la gente non vede: passaggi sotterranei, grotte, collegamenti misteriosi tra castelli e chiese tramandati dalla memoria degli abitanti dei paesi». Guai, però, a chiamarli Indiana Jones o ad accomunarli a poco credibili cacciatori di fantasmi: «Nulla di misterioso, dietro c’è più che altro molta ricerca storica». Non a caso Unex Project ha avviato anche alcune ricerche nella zona intorno a Malpensa o meglio, nei dintorni dell’ex aeroporto militare del Campo della Promessa, partendo dalla raccolta di memorie storiche locali: così – partendo dai racconti degli anziani – hanno trovato gli ultimi resti del "gobbo maledetto", un bombardiere Sm79 distrutto da un mitragliamento dell’aviazione americana nel 1944.

Alla ricerca, il gruppo Unex affianca anche la divulgazione: hanno per esempio effettuato esplorazioni e visite guidate (con il CAI di Somma e Gallarate) nei bunker, nelle caserme e sulle altre strutture del "Campo della Promessa", a cavallo tra i territori di Lonate Pozzolo e Castano Primo, così denominato da Gabriele D’Annunzio: «All’interno del campo d’aviazione ci sono anche la base geodetica (una delle quattro usate dagli astronomi di Brera come riferimento per la prima carta topografica di Lombardia, ndr) e la grande "rosa dei venti" usata per tarare le bussole degli aerei». Una vasta area che in pochi conoscono e che meriterebbe di essere valorizzata come è stata valorizzata l’area intorno a via Gaggio, divenuta un museo a cielo aperto nell’arco degli ultimi dieci anni.

Lo spirito della ricerca di Unexpected Project è ben sintetizzato: «Documentare per Conservare – Studiare per Valorizzare». Qui trovate il loro sito.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Agosto 2014
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