Addio allo scrittore Davide Rota

Aveva 55 anni e viveva a Porto Valtravaglia. Nella sua carriera ha scritto libri, recitato a teatro con Dario Fo e collaborato alle pagine culturali di diversi giornali

Addio a Davide Rota, scrittore e giornalista del luinese. L’artista aveva 55 anni: le cause della morte non sono ancora note, ma sembra che sia stato colto da malore mentre era da solo nella sua abitazione. «Nato nel 1959 a Luino – si legge nel profilo sul suo sito www.daviderota.it -, dopo aver dedicato la mia adolescenza alla musica, mi sono diplomato alla Civica Scuola di Arte Drammatica Piccolo Teatro di Milano e laureato al DAMS di Bologna in Scienze della Comunicazione. Quindi, dopo diversi anni di lavoro in teatro come attore e assistente alla regia di Dario Fo, ho scelto la libera professione come autore e divulgatore, lavorando come autore e interprete a Mediaset e a Radio Due, e pubblicando diversi libri di satira e divulgativi, per Mondadori, il Saggiatore, Nuovi Mondi e Zona Editore, alcuni illustrati da Paolo Tarabocchia. Ho collaborato con Jacopo Fo presso la Libera Università di Alcatraz e con Angese nella realizzazione del giornale di satira ‘L’Eco della Carogna’. Nel 2002 sono stato co-fondatore dell’agriturismo e centro culturale Terra Libera di Azzio (Va)». Scriveva articoli ed editoriali per La Prealpina, Il Corriere del Ticino (eXtra) e il Corriere del Verbano. Insegno presso la Scuola di Teatro Comico di Luino, collaborando con il Festival della Comicità, la compagnia Teatro della Voce e l’Associazione Culturale Terra di Lago, che si occupa della salvaguardia delle acque lacustri e del paesaggio dell’Alto Verbano.
Rota era noto anche per alcuni testi umoristici fra cui “Padania fai-da-te, guida pratica alla secessiùn”, “Curs de lumbard per terùn” e “Curs de lumbard per balùba”.

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«Con Davide Rota se ne va un grande interprete della tradizione culturale luinese – commenta il sindaco Andrea Pellicini -. E’ stato sempre un personaggio dalle riflessioni acute e mai banali, dotato di ironia, ma anche di profonda umanità. I miei fratelli Paolo e Francesco, che hanno lavorato con lui in diversi spettacoli, me lo descrivevano sempre come un talento, capace di accendersi e di spegnersi da un momento all’altro, caratterizzato, a tratti, da un atteggiamento dolce e malinconico; insomma, Davide era parte fondamentale della straordinaria storia artistica luinese. Lo ricorderò sempre con il suo sorriso».
«Quando un amico muore anche la morte ti appare diversa – scrive Alfredo Salvi -, è’ un buio dalle sfumature dissimili, come i ricordi che ti legano a lui, al suo volto, alla sua voce.
Poi piangi e i ricordi acquistano contorni piu’ nitidi e la verita’ inesorabile si confonde con lo sgomento e con la consapevolezza che da oggi tutto cio’ che ti parlera’ di lui fara’ parte fel passato. Davide amava il teatro, doveva recitare la parte del protagonista in un atto unico scritto da me. Aveva letto il copione con attenzione e accettato quel ruolo; "Bello si puo’ fare…commovente…lo porto a casa, ci risrntiamo ciao".
"Qui c’ e’ Luce…Luce…".era l’ultima parola che avrebbe declamati sul palcoscenico interpretando quel ruolo. Speri che tu ora, Davide, possa cinfermarla lassù su quel palco infinito anche avremmo preferito ascoltarla qui…dove la Luce per i tuoi amici eri tu. E in sottifondo il lago, onnipresente filosofo, saggio osservatore della follia di chi abita le sue rive, con lo sciabordio delle sue acque anticipa e perdona…tutto comprende e niente esclude…anche il dolore. Ciao Davide».

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Pubblicato il 24 Ottobre 2014
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