La seconda vita della Ceramica che piace agli svizzeri

Uno spazio al “Mercato coperto di Giubiasco” è destinato in questi giorni alla “Ibis” di Cunardo, che chiude una stagione ricca di interesse

ceramica cunardo ibis

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Nuovo corso alla ceramica Ibis 4 di 13

“Meta appassionata di artisti di tutto il mondo, che non può andare perduta”: l’auspicio è rivolto al gioiello di arte e cultura custodito nel mezzo dei boschi tra Valganna e Luinese, la ceramica Ibis di Cunardo.
Ma a pronunciare queste parole sono gli svizzeri: si dice infatti “Nemo propheta in patria”, e questa massima latina che indica la difficoltà delle persone a emergere in ambienti ad esse familiari sembra ritagliata apposta sul profilo di Giorgio Robustelli, che quest’anno ha creato un’associazione – gli Amici delle Fornaci Ibis – che vuole occuparsi del rilancio di questo luogo che non ha bisogno di molte presentazioni.
Per il momento, ad interessarsi delle sorti dell’atelier divenuto museo a cielo aperto e che da cinquant’anni a questa parte ha ospitato i principali autori a livello mondiale dell’arte ceramica, sono gli svizzeri. Il catalogo "ArteperArteFlash14" del “Mercato Coperto di Giubiasco”, in Canton Ticino che si tiene dal 24 ottobre al prossimo 15 novembre, ha difatti realizzato uno speciale all’interno del periodico destinato alla manifestazione.
«Sono stato contattato e con mio grande stupore mi è stato offerto uno spazio all’interno dell’esposizione – ha spiegato Giorgio Robustelli a Varesenews – . Ho così potuto esporre alcune opere e raccontare al pubblico svizzero la storia di questa realtà. Quello che in Italia nessuno finora ha fatto (salvo la personale della galleria Ghiggini di Varese) lo offrono oggi gli svizzeri: mi ha fatto molto piacere e sono felice che qualcosa, attorno al mio progetto, si stia muovendo».

ceramica cunardo ibis

La Ibis esce da una prima stagione del nuovo corso con risultati che hanno lasciato senza parole lo stesso Robustelli: 300 persone alla serata di luglio con l’editore Casiraghy, di Pulcino Elefante; oltre 200 in quella della “Notte dei poeti”, il 9 agosto scorso.
Insomma, sia pure con molte difficoltà le fornaci sono vive più che mai: «In questi giorni abbiamo esposto l’ultimo pezzo, una ceramica di un artista danese – racconta Robustelli – . Con questo lavoro il museo a cielo aperto si arricchisce di altre testimonianze che comprendono opere di Emil Schumacher, Giancarlo Tamagni, Carlo Fayer, Pierre H Lindner, Giancarlo Sangregorio. Proprio a Sangregorio vorrei indirizzare uno dei due obiettivi per il 2015: una personale dedicata a questo autore, oltre alla “Notte dei poeti”, che certamente per l’anno venturo si ripeterà».
Sogni nel cassetto, a 71 anni, ce ne sono? «Sì – conclude l’artista di Cunardo – mi piacerebbe utilizzare questo luogo per inscenare una pièce teatrale e per realizzare una piccola sfilata di moda: il posto si presta; mancano le risorse, certo non la voglia e le forze per realizzarli».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Ottobre 2014
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