“Matteo stai sereno: sarà lotta dura”

Alla fine l'annuncio dello sciopero generale, di fatto, non c'è stato. Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso però ha annunciato: nessuna concertazione

Un milione di persone, forse di più. E’ questo il numero più importante della manifestazione della CGIL di sabato 25 ottobre a Roma, una manifestazione enorme che ha portato per le strade della capitale tantissimi lavoratori, studenti, precari e disoccupati.
Due lunghi cortei hanno attraversato il cuore della città, in una marea di bandiere rosse e fischietti che si perdevano all’orizzonte nella stessa giornata in cui il premier Renzi chiamava a raccolta la quinta Leopolda a Firenze.

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Cgil in piazza a Roma: Il fotoracconto 4 di 37

«Questo è solo l’inizio, il governo lo sappia bene» ha tuonato dal palco Susanna Camusso, segretario generale dell’organizzazione «perchè noi non ci fermeremo anche dopo l’approvazione dal parlamento della legge delega sul lavoro». Perchè il nodo della manifestazione, quello che ha richiamato a Roma almeno 11.000 autobus da tutta Italia è proprio questo: il jobs act. «Noi siamo per riformare il mondo del lavoro -ha continuato Camusso- ma siamo per l’estensione dei diritti, non per la loro riduzione».


Specialmente sull’articolo 18 la CGIL è categorica
: «Non possiamo avere nelle nostre aziende lavoratori di serie A e serie B». La CGIL ha ricordato anche la sua proposta («la stessa che abbiamo presentato al governo e che ripresenteremo nei prossimi giorni», ricorda Camusso) che vorrebbe «un contributo a chi ha di più per finanziare un serio piano del lavoro», che «non chiede gli 80 euro alle mamme ma vuole servizi e asili», che «riformi sì gli ammortizzatori sociali, ma rendendoli universali». Una proposta che, in estrama sintesi «rompa la dualità del mondo del lavoro, ma attraverso l’estensione dei diritti a chi non li ha». Susanna Camusso su questo piano non ha dubbi. «La concertazione con il governo non ci sarà perchè ragioniamo su due piani opposti» e proprio per questo «siamo pronti ad ogni forma di lotta, fino allo sciopero generale». Alla sola evocazione dell’idea, la piazza è andata in visbilio ma poi l’esito che in molti si aspettavano non c’è stato. La CGIL non ha indetto nessuno sciopero generale, anche se la strada segnata sembra questa. La carta verrà forse sfoderata nei prossimi giorni, dopo gli incontri con il governo, forte anche del grande supporto della base dei lavoratori dimostrato oggi. E proprio per questo, la CGIL ha iniziato a giocare sullo stesso campo del premier, riprendendo uno dei suoi slogan più celebri: «Matteo stai sereno, la lotta sarà dura».


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Pubblicato il 25 Ottobre 2014
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