Tutti gli uomini di Gianmarco Pozzecco

Chi sono, che qualità hanno e in cosa possono migliorare i giocatori della nuova Openjobmetis Varese alla vigilia dell'esordio in campionato

Non solo Pozzecco. La Pallacanestro Varese, in un’estate di cambiamenti profondi, ha completamente rinnovato la rosa messa a disposizione del playmaker della Stella e si prepara quindi al nuovo campionato di Serie A con un gruppo tutto nuovo (uniche conferme Balanzoni e Affia, perenni riserve lo scorso anno). Sono quindi molte le incognite per i tifosi, anche perché quasi tutte le amichevoli si sono disputate lontano da Varese e inoltre la Openjobmetis ha dovuto far fronte a tanti infortuni che non le hanno mai permesso di giocare al completo. Per provare a spiegarvi chi sono i nuovi beniamini del pubblico biancorosso (quasi 3mila abbonati), proponiamo la consueta guida di inizio stagione, con pregi e difetti di ogni giocatore. Queste sono le ipotesi, realizzate attraverso quanto si è visto in precampionato, in anni precedenti o leggendo le guide: al campo la conferma, come sempre.

1 – Andy Rautins (guardia – 1986 – 1,93 – Can)
▲- Precisione nel tiro pesante e ottima visione e comprensione del gioco. Sono queste le due caratteristiche dell’esterno canadese che hanno convinto lo staff societario: Rautins passa molto bene la palla, è a suo agio nei movimenti che si incrociano sul campo da basket e sfrutta queste qualità anche nei giochi difensivi dove è un’ostacolo ostico anche per giocatori più rapidi. Il tiro dovrebbe essere un’arma importante in attacco, con un rilascio rapido e dolce.
▼- La caviglia sinistra, ricostruita qualche mese fa, è già stata nuovamente sollecitata e lo ha tenuto fuori in precampionato. La guardia dunque comincia la stagione in debito di preparazione e ciò potrebbe ripercuotersi anche a livello tecnico: il tanto decantato tiro, nelle amichevoli, è stato poco affidabile anche per questo. L’impressione è che Rautins sia uno che cerca spesso la conclusione anche in serate "no": un rischio che i veri tiratori corrono, e Varese farà lo stesso.

2 – Ed Daniel 
(centro – 1990 – 2,00 – Usa)
▲- Preso dalla Pistoia di Paolino Moretti, grande sorpresa del torneo passato, Daniel vanta un atletismo clamoroso che gli permette di sopperire a un’altezza non certo da pivot. E il suo quintale di muscoli (anche qui, non un peso massimo) generalmente regge anche in difesa sui pari ruolo. Generoso in campo, accetta i tanti cambi difensivi che lo portano a marcare anche gli esterni, senza mai rinunciare ad andare a rimbalzo, anche da lontano. In attacco vive degli assist dei compagni, di rimbalzi offensivi da convertire e di qualche tiro dalla media che non va "battezzato".
▼- Le misure fisiche – altezza e peso – gli consentono come detto di affrontare la gran parte dei pivot di Serie A, salvo quelli che lo sovrastano sotto questi aspetti. Unico pivot di ruolo della squadra, è finora portato a commettere troppi falli e ciò rischia di mettere in difficoltà Pozzecco nel corso delle partite. Infine, la sua generosità rischia di tradirlo: la sua voglia di essere sempre a rimbalzo gli procura un numero altissimo di contatti in una partita, e non sempre le ricadute sono soffici. 

4 – Andrea CASELLA (guardia – 1990 – 1,96 – Ita)
▲- Assaggiata la Serie A solo una volta, a Cantù, è andato a prendersi in LegaDue il titolo di giocatore italiano più migliorato, segno che l’esterno pisano è ragazzo capace di applicarsi in palestra e di affinare il proprio gioco. Tiratore più che buono dall’arco dei tre punti, dovrà farsi trovare pronto sugli scarichi per contribuire con i canestri pesanti all’economia di squadra. Deve necessariamente stringere i denti in difesa e guadagnare qualche minuto per far rifiatare i compagni.
▼- Ricorda per molti versi il Mei visto alla Cimberio dell’anno scorso. A prima vista appare troppo lento per marcare la maggior parte delle guardie di Serie A, e oltre al tiro da fuori non ha particolari armi offensive: per questo, al momento, non può aspirare a un impiego elevato.

5 – Dawan ROBINSON (play-guardia – 1982 – 1,91 – Usa)
▲- Chiamato a giocare da protagonista del massimo campionato italiano, esperienza negata per un incidente d’auto quand’era a Reggio Emilia, è stato tra i migliori nelle partite estive. Play di stazza, capace di sfidare i pari ruolo a livello fisico e di puntare il ferro con entrate potenti, potrebbe essere tra i leader dello spogliatoio. Esperto dei campionati europei, cosa che non guasta, può essere utilizzato anche da guardia accanto a un altro regista.
▼- Un difetto serio, per un play: dall’arco dei tre punti, o comunque nel tiro da fuori, ha sempre avuto percentuali piuttosto basse. Una pecca che potrebbe consentire alle difese di prendere diverse contromisure per limitarlo. Non un passatore di razza, spesso preferisce la scorribanda personale (in area, gli arriverà anche qualche stoppata sulla testa: prepariamoci).

9 – Yakhouba DIAWARA (ala – 1982 – 2,01 – Fra)
▲- Ritorno non del tutto inatteso, Kuba si candida a essere uno degli idoli di Masnago grazie alle sue indubbie capacità offensive. Abile a sfruttare la sua potenza, ha un fisico non intaccato dal passare degli anni e sa sfruttarlo in avvicinamento a canestro. Stazza e altezza garantiscono anche un buon apporto a rimbalzo e a Varese ha vissuto la miglior stagione italiana della sua carriera.
▼- Giocatore che necessita di gestire parecchi palloni in attacco, rischia di andare fuori giri quando fatica a segnare: il pericolo grosso è che si intestardisca a tirare da 3, non certo la specialità della casa. Per questo, non gli affideremmo il pallone più importante in un momento cruciale della partita. In precampionato ha provato spesso a fare da uomo assist: una necessità per innalzare il suo gioco oltre il semplice corpo a corpo offensivo. Difensore discreto, ma con quel fisico potrebbe fare di più.

11 – Stanley OKOYE (ala – 1991 – 1,98 – Nig/Usa)
▲- Dopo quella in parte persa con Rush, un’altra scommessa nel ruolo di cambio dell’ala piccola. Okoye ha utile passaporto nigeriano (come lo svedese Erik), grandi messi fisici (come Erik), margini di miglioramento (come Erik) e arriva da una stagione da protagonista offensivo seppure a un livello decisamente più basso.
▼- "La potenza è nulla senza controllo": troppo spesso Okoye dimostra di non saper sfruttare i suoi vantaggi fisici per via di evidenti carenze tecniche (un esempio lampante: la partenza senza commettere infrazione di passi) e tattiche (in campo fatica ad assimilare i movimenti di squadra). A Masnago ci stanno lavorando con allenamenti specifici e personalizzati: la speranza è che migliori in fretta, altrimenti la panchina rimarrà cortissima.

12 – Willie DEANE (play – 1980 – 1,85 – Usa)
▲- Pur essendo di lunghissima militanza europea, è forse il giocatore meno conosciuto alla maggioranza dei tifosi, visto che si è aggiunto all’Openjobmetis a preparazione già avviata da diverso tempo. Esperto, dotato di un ottimo uno contro uno con abilità a sfruttare i contatti, ma anche capace di smazzare assist in buona quantità: gli si chiede di dare talento anche con minutaggi non altissimi. In difesa regge anche contro play più potenti.
▼- Aggiunto "in corsa" rischia di pagare lo scotto nella prima parte, pur avendo lavorato in modo individuale prima dell’ingaggio di Varese. Pur essendo un buon attaccante, non è un tiratore puro e ciò potrebbe condizionarlo. Da verificare la convivenza con altri due titolari nel reparto, Robinson e Rautins.

13 – Craig CALLAHAN (ala-centro – 1981 – 2,04 – Ita/Usa)
▲- Solido, affidabile, buon difensore e uomo in grado di dare respiro a Daniel nel ruolo di pivot: Pozzecco lo conosce da tempo e lo ha sempre apprezzato. In attacco è fornito anche di un buon tiro da lontano, che lo rende pericoloso soprattutto sugli scarichi e contro lunghi che non amano – o non possono – seguirlo sul perimetro.
▼- Arriva nel massimo campionato a 33 anni, segno che probabilmente il talento non è di quelli cristallini. Denota qualche difficoltà a costruirsi un tiro "in proprio", fatica nelle difese di squadra e sulle rotazioni, fondamentale da migliorare per forza per il gioco "pozzecchiano" che prevede cambi continui di marcatura.

14 – Kristjan KANGUR (ala – 1982 – 2,02 – Est)
▲- Andò via da Varese dopo due stagioni di alto profilo, ha aggiunto alla sua bravura l’esperienza vincente con due scudetti consecutivi. Duro in difesa, anche contro lunghi più pesanti, affidabile al tiro specie dagli angoli, conosce molto bene la piazza e il campionato.
▼- L’infortunio alla schiena che lo ha tenuto a riposo di recente (unito al passare degli anni) potrebbe avergli tolto elasticità e atletismo, che in passato non era comunque una delle sue principali qualità. A Siena e ancor più a Milano è stato utilizzato più da specialista che da titolare: a Varese invece è per forza in quintetto e sarà chiamato a un contributo a 360 gradi, in tutte le situazioni di gioco.

18 – Jacopo BALANZONI (ala-centro – 1993 – 2,02 – Ita)
▲- Lo preferiamo agli altri giovani della rosa per due motivi: è in squadra da due stagioni e nel precampionato zoppicante della Openjobmetis ha comunque mostrato qualche miglioramento, superando Affia nelle rotazioni dei panchinari.
▼- Difficile che possa andare oltre alle comparsate in Serie A: ha fisico da ala ma abitudini da pivot, appare lento rispetto ai lunghi atletici che popolano le squadre italiane. Ma sta migliorando.

Completano la rosa i giovani Edoardo VESCOVI (#3 – ala, 1996 – 1,93), Jacopo LEPRI (#6 – play, 1995 – 1,80), Filippo TESTA (#10 – guardia, 1997 – 1,88) e il camerunense di passaporto sloveno Francois AFFIA AMBADIANG (#15, ala-centro, 1993 – 2,11).

NEGLI ANNI SCORSI – Ecco le nostre previsioni delle stagioni precedenti: 201320122011 – 2010.

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Pubblicato il 09 Ottobre 2014
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