Goss, ex velenoso: la Openjobmetis crolla sulla sirena

La guardia infila una tripla incredibile allo scadere e consegna a Venezia la vittoria (98-95). Varese può recriminare per i troppi liberi sbagliati e per non aver difeso dieci punti di vantaggio nell'ultimo quarto

Dal nostro inviato – Dieci punti di vantaggio sciupati nei 7′ finali, una prestazione ai tiri liberi da “mano tremula”, un canestrissimo di Phil Goss – che ormai veste casacche avversarie da tempo – a decidere la partita a fil di sirena: sono tanti i rimpianti per la Openjobmetis di Pozzecco che, come contro Reggio Emilia, cede alla fine di una partita bella ed emozionante conclusa però con una sconfitta che brucia (98-95 per Venezia). Un ko che, volendo, ha pure lati positivi: basta considerare che ai biancorossi mancava l’uomo-chiave della difesa (Kristjan Kangur) e che tanti uomini hanno saputo rendere in trasferta oltre quanto ci si aspetta: Rautins è stato eccezionale dall’arco (6/8), Deane in regia, Daniel sotto canestro e pure il misterioso Okoye ha aggiunto canestri e rimbalzi alla causa di Varese. Nessuno di questi però, è riuscito a mettere quel pizzico di cattiveria in più – lo ha sottolineato anche Pozzecco nel dopo gara – nel momento in cui si potevano chiudere i conti. Una malizia mancata quando, per esempio, Ress e Viggiano hanno colpito dall’arco: bravi loro, per carità (eccezionale l’oriundo che ha pure difeso come un matto su Diawara), ma lì l’esperienza della Openjobmetis avrebbe dovuto trovare una contromisura.

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Umana Venezia – Openjobmetis Varese 98-95 4 di 17


Peccato davvero, perché conquistare lo scalpo di Venezia in trasferta avrebbe restituito a Varese i punti persi con Reggio – anche lì in modo rocambolesco – e lanciato i biancorossi nelle parti alte (anche in ottica Coppa Italia) e non, come ora, nella pancia affollata e insipida del gruppone. E a consolare la truppa del Poz non bastano le parole di Recalcati («Complimenti a Varese, è stata quasi perfetta: ha saputo colpirci sempre nei punti deboli che siamo stati costretti a concedere») che ha elogiato un attacco davvero esaltante dei biancorossi: sul banco degli imputati resta infatti una difesa che senza il suo “capo” Kangur ha troppo spesso concesso a Venezia di andare a segno con facilità. Occasione mancata quindi, ma anche spunto per il futuro: non è da tutti stare in gara fino all’ultimo a Venezia senza un titolare. Si riparta da questa convinzione.

COLPO D’OCCHIO – Aria di festa al “Taliercio” dove, prima della Serie A, è andata in scena la partita di basket femminile (A1) che ha visto la squadra di casa vincere contro Vigarano. Scontato, ma molto bello, l’abbraccio a un quarto d’ora dal via tra Pozzecco e Recalcati, con quest’ultimo premiato poco dopo per un ennesimo traguardo numerico tagliato su una panchina di Serie A: 800 partite da capo allenatore. Non mancano i tifosi ospiti: un gruppo di Arditi nella “gabbia” insieme ad altri supporters, un bel drappello di rappresentanti del forum Varese Fans Basket accanto ai “colleghi” di Reyer Instinct.

PALLA A DUE – Kristjan Kangur non è neppure a Mestre: le sue condizioni sono in miglioramento ma lo staff medico e quello tecnico hanno preferito evitargli il viaggio e proseguire con le terapie a casa. Al suo posto nel quintetto c’è Stan Okoye che “spedisce” Diawara nello spot di ala alta. Recalcati dà fiducia al play americano Stone accanto all’ex Goss e sceglie Peric contro Daniel alla contesa iniziale.

LA PARTITA – Il quarto di apertura è d’equilibrio assoluto: di fatto l’unico mini-parziale è quello nelle ultimissime battute che permette a Venezia di chiudere avanti di 4 con Ortner. Fino a lì le scorribande di Robinson (però subito a quota 2 falli) e un paio di lampi di Okoye avevano tenuto Varese anche avanti nel punteggio (24-20 alla sirena).
Un equilibrio che resta tale anche nel secondo periodo perché Varese acciuffa subito gli amaranto di casa con un Deane in controllo del corpo e della regia. Si rivede anche Callahan, una quercia a rimbalzo, non la difesa perché Venezia continua a trovare spazi in mezzo all’area di Varese che fatica a contenere i giochi a due. Poco male perché in attacco la banda del Poz sa sempre cosa fare e acciuffa la parità (41-41) con Daniel, di pura potenza.
Dopo l’intervallo Varese prova ad allungare subito con Daniel, Deane e Rautins che scalda la mano da fuori. L’Umana regge ma al secondo tentativo – quando anche Okoye colpisce – il divario a favore della Openjobmetis si apre davvero sino al +7. Controbreak lagunare con due bombe di Viggiano, time out di Pozzecco, e unica ma potente fiammata di Diawara in attacco, con il francese finalmente abile a togliersi le briglie di Recalcati (Viggiano a uomo e raddoppi sistematici): 63-70 alla mezz’ora.

IL FINALE – Varese approccia male l’ultimo quarto (5-0 Umana in pochissimi istanti) ma Okoye, Rautins e Diawara aprono una nuova fuga che prosegue sino al 70-80 di Daniel con 6’40” da giocare. Qui ci vorrebbe la cattiveria per chiuderla, e invece Ress e Viggiano con tre bombe rimettono immediatamente il fiato sul collo di Varese. Il sorpasso è di Ruzzier che poco dopo sembra anche regalare a Venezia la fuga buona con tripla dall’angolo (89-85). Non è così perché Varese cerca e trova Daniel, pur non sempre preciso in lunetta; Goss e Ortner però perdono due palloni importanti in attacco, Robinson replica a Viggiano e il match torna in parità con due liberi di Daniel a 20” dalla fine. C’è tempo per un solo attacco, se lo prende Goss che prima pare attendere troppo e invece ha ragione: l’ex accetta la marcatura di Daniel, temporeggia per caricare il siluro e lo scocca (facendo centro) proprio all’ultimo secondo. Quando per Varese non c’è davvero più il tempo di reagire: 98-95.

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Pubblicato il 02 Novembre 2014
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