Marco Pinti eletto segretario della Lega: “Prima i nostri”
Ha partecipato circa l'80% degli iscritti. 85 votanti, 83 voti validi 2 schede nulle. Il più giovane eletto nel direttivo è Pietro Oyoo Noseda, ventiduenne nato in Uganda. Il segretario: «Di fronte a una desertificazione della destra
Marco Pinti (a destra nella foto) è stato confermato segretario cittadino della Lega Nord. Alle votazioni, che si sono svolte nella storica sede di piazza del Podestà a Varese, hanno partecipato 85 iscritti su 106, per un totale di 83 voti validi e 2 schede nulle. Carlo Piatti e Franco Barosi i più votati con 11 voti. Il più giovane è invece Pietro Oyoo Noseda (foto sotto a destra), già segretario dei Giovani padani e oggi responsabile per l’estero. Classe 1992, Noseda è nato in Uganda da genitori italiani e proprio alla terra africana deve il suo originalissimo secondo nome, Oyoo, che significa nato per strada.
Oltre ai già citati risultano eletti nel direttivo cittadino: Fabrizio Anesa, Gianluigi Lazzarini, Giulio Moroni, Marco Bordonaro, Marco Gasparotto, Roberto Parravicini e Sergio Ghiringhelli. In “panchina” restano Luca Bertoni e Mario Speroni.
«Questa unanimità che mi viene data – ha commentato Marco Pinti – è una forza che voglio mettere subito a disposizione della città, partendo da un presupposto imprescindibile: prima i nostri, quando questo si puo’ fare va fatto subito e quando non si puo’ denunciare immediatamente come caso di razzismo al contrario».
Sulle alleanze politiche della Lega Nord, anche in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, il segretario cittadino è stato chiaro: «Noi non abbiamo alcun problema ad andar da soli, perché abbiamo un’idea di città che dura da 20 anni. Abbiamo trasformato Varese da un deserto ben attrezzato, come lo definiva Indro Montanelli, a una città che si muove, nonostante tutti i tagli che sono stati fatti alle amministrazioni locali».
Lo spartiacque, secondo Pinti, sarà il referendum contro la riforma Fornero, dove il segretario cittadino della Lega conta di portare a casa un consenso molto trasversale, anche se il riferimento alla destra rimane il perno su cui ruota il nuovo corso del Carroccio targato Salvini. «Noi siamo federalisti e non nazionalisti – dice il segretario – ma è chiaro che di fronte a una desertificazione della destra noi presidiamo certi valori come la rimozione dei clandestini dagli edifici occupati, la lotta alla criminalità e la salvaguardia del territorio. Su questo punto il piano di governo del territorio ha previsto un’area verde che è seconda solo a quella del Parco del Campo dei Fiori e che va dalla valle della Bevera fino a Capolago. Penso che questa sia stata la cosa più bella che abbia fatto la Lega in questi anni».
Nella sede di piazza del Podestà c’è anche l’assessore comunale Fabio Binelli che annuisce quando Pinti accenna al Pgt. «Abbiamo costruito una cintura verde intorno al capoluogo – conclude l’assessore – è una questione di identità, altrimenti come potremmo chiamarla ancora Città Giardino?»
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