Openjobmetis, dall’illusione alla delusione

Quarto ko in fila per i biancorossi che a Roma prima dilagano e poi crollano nella ripresa (87-78). Eyenga basterà ad arginare la crisi? Domenica prossima il derby con Milano

Quattro sconfitte di fila, l’ennesima partita persa partendo da un vantaggio solido costruito, pure con merito, nella prima metà di gara, un’imbarazzante frenata nel gioco e nelle idee, il lìder maximo (Diawara) che dà tutto e poi boccheggia. Ce n’è abbastanza di notizie negative in casa Openjobmetis: la squadra di Pozzecco perde anche a Roma – e la sconfitta sulla carta ci starebbe anche – ma lo fa nel modo peggiore. Dilapidando cioè i 18 punti di margine guadagnati sul finire del secondo periodo, quando un attacco spumeggiante e una buona difesa lasciavano presagire ben altro epilogo. Invece, dopo lo champagne, ecco i bicchieroni di vinaccio sgasato e pure al sapor di tappo: pur con due playmaker in campo Varese produce un gioco d’attacco inguardabile, crolla nella lotta a rimbalzo e fa canestro solo a singhiozzo.

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Acea – Openjobmetis 87-78 4 di 15


A Roma ringraziano e l’Acea si toglie dalle spalle la scimmia della crisi, consegnata direttamente ai biancorossi che tra l’altro tra una settimana dovranno ospitare lo spauracchio Milano a Masnago. Con che spirito non lo sappiamo, anche se possiamo sperare in due cose: un palazzetto pronto a dare ancora un credito alla Openjobmetis e un Eyenga appiedato a Roma ma pronto all’esordio (meglio, con sei giorni di allenamenti di gruppo che non gli faranno male) di fronte ai campioni d’Italia. Speranze che, adesso come adesso, sono un po’ difficili da coltivare, perché da una gara come quella del PalaTiziano si esce con ossa e morale rotti e con il timore che manchi qualcosa a livello mentale. Perché se reazione c’è stata, al momento del sorpasso romano, è parsa solo di facciata: a Robinson e soci la parola, per dimostrarci che non è così.

PALLA A DUE – Senza Kangur, ancora assente per i problemi alla schiena, la Openjobmetis scende in campo a Roma dovendo rinunciare anche a Christian Eyenga, l’ala congolese il cui tesseramento sarà valido dalla prossima partita. Squadra al completo invece per Dalmonte che tiene inizialmente fuori il solo ex di turno, Rok Stipcevic, poi tra i migliori in maglia giallorossa.

LA PARTITA – Una nuova puntata di “Diawara contro tutti” va in scena nel primo quarto del PalaTiziano. Il francese è spiritato, arriva in doppia cifra in pochi minuti (a fine periodo saranno 15 punti con 4 falli subiti), tritura la difesa e trascina la Openjobmetis al vantaggio di sei lunghezze sulla sirena, 20-26. L’altra parte del lavoro la fa Robinson con le penetrazioni – 8 punti – ma il suo apporto complessivo resterà quasi esclusivamente questo.
Roma torna a caricare a testa bassa dopo il primo intervallo ma trova una Varese pronta e reattiva soprattutto nel suo uomo più discusso, Ed Daniel. Dopo un avvio anonimo e dopo aver lasciato campo a Callahan, il pivot scalda i motori e finalmente convince in attacco e in difesa. Il vantaggio biancorosso cresce e, quando l’Acea smette di segnare, si gonfia fino a un inatteso +18 con Okoye e Deane a fare da comprimari. Però il finale è un po’ rovinato da De Zeeuw, il più continuo dei suoi, che sulla sirena segna con un tiro magico e riduce (40-52).
Il terzo periodo è, come con Trento, un pianto greco in casa Pozzecco. Varese fatica a ingranare, subisce subito un primo raid romano anche se Diawara e Okoye respingono la minaccia e riportano l’Openjobmetis a un vantaggio in doppia cifra. In pochi minuti però Varese spreca dieci punti e tocca proprio a Stipcevic (un libero e una tripla dopo tecnico a Diawara) compiere il primo sorpasso sul 62-61. Alla sirena le due squadre sono ancora incollate (64-63) ma più per errori romani che per meriti varesini.

IL FINALE – L’uomo che non ti aspetti, Craig Callahan, segna quattro punti che valgono l’ultimo mini-margine biancorosso: ci sarebbe anche un po’ di possibilità per fortificare il minibreak e invece una serie di attacchi inguardabili ridanno a Roma fiducia e palloni buoni. Quelli che De Zeeuw e Stipcevic non falliscono al tiro pesante: le loro triple scavano il solco mentre un Morgan cresciuto molto nella ripresa mette le ultime firme in calce al certificato di decesso biancorosso con una serie di rimbalzi d’attacco impressionante. Bandiera bianca, quarto ko: si può pronunciare la parola “crisi”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Novembre 2014
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