Speleologo vittima di un malore: bloccato in una grotta

L'allarme è scattato alle 23 di sabato 1 novembre. Il soccorso alpino è riuscito a raggiungere l'uomo che è senza forze. In giornata la valutazione delle condizioni per riportarlo in superficie


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Sono iniziate le operazioni di soccorso. Lo speleologo ha ripreso, sostenuto dai soccorritori, la via verso l’uscita.  Un’ora fa si trovava nella sala del Quadrivio, cento metri sotto terra. 

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Speleologo bloccato in una grotta 4 di 10

Soccorso alpino in azione dalle 23 di ieri sera, sabato 1 novembre quando è scattato l’allarme per uno speleologo rimasto bloccato in una grotta al Campo dei Fiori. Le operazioni sono iniziate quando è risalito in superficie il compagno di spedizione, il figlio di 30 anni che ha lasciato il padre, di 78 anni, accasciato nel “salone Galileo , a una profondità di 250 metri, vittima di un malore.

L’uomo era entrato in grotta ieri pomeriggio in compagnia di alcuni amici con l’obiettivo di esplorare alcune zone dell’abisso, oltre la profondità di 400 m. Arrivato in prossimità del campo base a -400 m, ha deciso di rientrare insieme ad alcuni compagni, ma è stato costretto a fermarsi per un malore presso il Salone Galileo a quota -200 m.  Mentre uno speleologo rimaneva insieme a lui, gli altri compagni sono usciti per dare l’allarme tramite il numero unico di richiesta soccorso 118.

Nella notte, sono arrivati dieci tecnici del soccorso alpino della IX Delegazione Speleologica e la XIX Delegazione Lariana del CNSAS – Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico e un medico speleologo che hanno raggiunto l’anziano. Secondo le informazioni riportate, l’uomo sarebbe stato molto stanco e senza forze. È stata, quindi, allestita una tenda termica in cui lo speleologo ha trascorso la notte cercando di recuperare le forze. Al suo risveglio si deciderà se sarà in grado di riprendere la via verso l’esterno da solo o occorrerà trasportarlo con una barella. 

Intanto, altre squadre di tecnici hanno iniziato a lavorare negli ambienti superiori della grotta per predisporre la cavità al recupero su corda che permetterà di riportare in superficie lo speleologo,  costantemente assistito dall’equipe sanitaria del CNSAS. Le manovre di recupero potranno iniziare appena le condizioni dell’infortunato lo permetteranno.

Sono presenti sul posto anche i vigili del fuoco con gli specialisti del S.A.F. (Speleo Alpino Fluviale)Le operazioni sono rese difficoltose dalla morfologia della cavità, che non favorisce le manovre di recupero.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Novembre 2014
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