Via libera alla Variante che cancella 600mila metri quadri di nuovo cemento

È il primo passo, a cui dovrà seguire un altro voto: passa la linea del "consumo di solo zero". Forza Italia e Lega contestano l'adozione d'urgenza e non partecipano al voto

Il consiglio comunale ha dato il via libera alla Variante al Piano di Governo del Territorio, che elimina le previsioni di edificazione su 600mila metri quadri di terreni agricoli e boschi. L’adozione – primo passaggio per modificare il piano approvato dal solo PdL nel 2011 – è stata fatta con procedura d’urgenza, anticipando di poche ore l’entrata in vigore della nuova Legge Regionale sul consumo di suolo: una scelta – quella della procedura d’urgenza – che è stata contestata nei giorni scorsi da Lega e Forza Italia, che non hanno partecipato al consiglio comunale, né alla discussione, né al voto.
«Quella di oggi è la scelta tra una città che si espande all’infinito e una città che decide di rilanciare l’edilizia partendo dai terreni già edificati, senza consumare nuovo suolo» ha detto l’assessore al territorio Giovanni Pignataro (a sinistra nella foto, d’archivio, con il sindaco Guenzani). La filosofia del consumo zero (evitare di espandere la città su terreni agricoli e boschivi) è la scelta più forte della Variante, che in particolare rivede e azzera l’espansione prevista dal Pgt in vigore nella "area 336", la zona verde che sta tra Madonna in Campagna, Veghera e Busto Arsizio, ultimo lembo di campagna che segna la divisione con gli abitati vicini (è l’area segnata in verde, al centro della carta qui a fianco). Pignataro ha ripercorso anche altri punti qualificanti della Variante, che interviene (non cancellandolo, ma rivedendolo profondamente) sul piano del 2011: «Il Pgt vigente era tecnicamente ben scritto e non mancava di spunti interessanti, era però uno strumento probabilmente datato. Pensiamo alla previsione di 2600 abitanti in più che non tenevano conto dei piani edilizi già approvati e delle centinaia di appartamenti sfitti». Pignataro ha ricordato la necessità di una diversa politica per la casa («La nostra città si sta svuotando di giovani cittadini italiani, che vanno nei Comuni limitrofi perché il prezzo a mq è troppo alto») e di garantire il recupero di zone dismesse come quelle ex ferroviarie (nella foto a destra, le officine Fs dismesse, clicca qui per approfondire) prima di usare terreni "vergini", ma anche la modifica di alcuni aspetti come la perequazione («in tre anni non ha funzionato, valutiamo le alternative») o norme specifiche, come quella che vieta la "monetizzazione" dei parcheggi, imponendo alle nuove attività di trovare nuovi parcheggi per aprire («oggi chi apre un bar in centro deve trovare parcheggi a Cajello»). Il sindaco Edoardo Guenzani ha sottolineato che la Variante rappresenterebbe «un riequilibrio complessivo» rispetto alla «intensa edificazione del territorio» degli anni passati, che pure ha contribuito a garantire anche opere importanti alla città (finanziate in gran parte con gli oneri di urbanizzazione versati dai costruttori).

Nelle file della minoranza, solo Donato Lozito ha partecipato al consiglio comunale: il consigliere di Ncd ha ribadito le richieste di modifiche alla Variante elaborate dal suo partito (clicca qui per una sintesi) e non ha partecipato al voto finale. «Non voglio votare contro, ma non posso neppure approvare come è oggi», ha concluso Lozito. Non hanno invece partecipato al voto Lega Nord e Forza Italia, che considerano l’adozione d’urgenza un modo per aggirare la nuova Legge Regionale, entrata in vigore alla mezzanotte tra lunedì 1 e martedì 2 dicembre. Forza Italia difendeva la validità del piano elaborato dall’allora assessore PdL Massimo Bossi, la Lega (che nel 2011 fece le barricate contro il Pgt che oggi si vuole modificare) contesta vari aspetti, a partire dalla modifica della previsione di un luogo di culto, identificato con la moschea (che pure è già presente nel Pgt oggi in vigore). Come nel 2011, la Lega ha scelto la linea di contestazione più dura anche oggi, sostenuta in particolare dalla segreteria e dal capogruppo Paolo Bonicalzi e su cui, tra le file del Carroccio, non sono mancate divergenze.

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Al di là dei punti di vista, nessuno dei consiglieri leghisti ha partecipato alla discussione e al voto: il capogruppo del Pd Ivano Ventimiglia ha rilevato una «contraddizione, perché avevano condiviso la critica al Pgt vigente sull’eccessivo cemento». Il voto favorevole ha unito tutta la maggioranza, dai centristi di Città è Vita (Franca Cattaneo ha messo l’accento sull’elemento del consumo di suolo zero) a Sinistra Ecologia e Libertà e all’Idv.

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Pubblicato il 01 Dicembre 2014
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