Il guerriero di Gallarate ha domato la Dakar

Diocleziano Toia ha portato a termine il massacrante raid sudamericano a bordo della sua Ktm, riparata in prima persona al termine di ogni tappa. Bene la Honda, diretta dal manager varesino Bianchi

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Toia ce l’ha fatta: ha concluso la Dakar 4 di 15

Il guerriero ce l’ha fatta: Diocleziano Toia ha portato a termine per la prima volta la Dakar ed è stato anche tra i migliori nella categoria "Malles Moto" e cioè la classifica dedicata a quei piloti di moto costretti per regolamento a riparare da soli i mezzi al termine delle prove speciali, anche quelle più massacranti. Impresa doppia quindi quella di "Diok" e dei suoi colleghi, spesso obbligati a rinunciare a ore di sonno e di riposo per poter proseguire nella corsa che, tra le moto, ha visto l’ennesima vittoria di Marc Coma e della Ktm.
Toia – su Ktm Rally 450 – ha terminato la prova al 57° posto assoluto tra i centauri: una Dakar in rimonta la sua, visto che il 41enne gallaratese è partito con una certa attenzione (scottato dal ritiro a inizio gara dell’anno scorso) per poi iniziare a risalire la classifica. Non sono mancati i problemi meccanici: nei giorni scorsi vi avevamo parlato della perdita di un pignone (fortunosamente ritrovato) mentre in una delle ultime tappe il pilota varesotto ha rotto il mozzo di una ruota ma ancora una volta è riuscito a ripararlo in autonomia. E anche per questi passaggi l’arrivo a Buenos Aires, il tratto conclusivo in mezzo alla folle e il palco delle premiazioni sono stati particolarmente emozionanti per un atleta che già tra le auto si era fatto valere (vinse il Rally dei Laghi nel 2008).

E la gioia sarà amplificata questa sera – lunedì 19 – al crossdromo del Ciglione di Malpensa, dove è previsto il ritorno del "guerriero" di Gallarate: l’appuntamento è per le 18,30 e ad attendere Toia ci saranno i tifosi, gli amici gli sponsor e i dirigenti del team Cross Parts, del motoclub Cascinetta Gallarate e del club Manetta&Forchetta.
Soddisfazione velata da un po’ di dispiacere per l’altro varesino impegnato, però in veste manageriale, alla Dakar 2015. Martino Bianchi ha infatti riportato una Honda ufficiale (Team Hrc) sul podio del raid più famoso del mondo, ma il piazzamento al secondo posto dell’ottimo portoghese Goncalves lascia ugualmente un pizzico di amaro in bocca, perché la prima guida del colosso giapponese, lo spagnolo Barreda, è finito lontano dal podio nonostante diverse vittorie di tappa, lasciando così alla Ktm di Coma la vittoria finale e all’altra moto austriaca dell’australiano Price la terza piazza. Per Bianchi c’è invece stata la soddisfazione di portare la strepitosa Laia Sanz al nono posto della graduatoria finale: mai una donna così in alto.
Tra le auto la vittoria è andata a un altro veterano della corsa, il qatariota Nasser Al-Attiyah (Mini) al secondo successo nelle quattro ruote, insieme al navigatore francese Matthieu Baumel. Nuovo dominio dello squadrone russo Kamaz nella categoria camion, con tre veicoli ai primi tre posti e successo andato al trio formato da Mardeev, Belyaev e Svistunov. Infine la graduatoria più giovane, quella dei quad, ha visto il trionfo del polacco Sonik su Yamaha.


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Pubblicato il 19 Gennaio 2015
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