Legambiente: “I pendolari diventino soci di Trenord
Il cigno verde parla di "Trenord allo sbando" e lancia una proposta provocatoria: "Se biglietti e abbonamenti non bastano per avere diritti, compriamo le azioni dell'azienda"
"Se le proteste non servono, e i titoli di viaggio non bastano per godere di diritti, allora : è questa la proposta che i responsabili di Legambiente Lombardia avanzano ai 670 mila pendolari ferroviari lombardi.
"Trenord è nel caos totale da due anni e mezzo, cioè da quando si è compiuto il matrimonio tra le Fnm e le Fs, i disagi si sono moltiplicati, le soppressioni dei treni non si contano e le percentuali di puntualità dei treni sono crollate. Ogni giorno nasce un comitato pendolari, ma non basta: i disservizi e i disagi continuano a crescere, e così il TPL non riesce ad affrontare la sfida che gli compete, ovvero offrire un servizio affidabile e puntuale, in condizioni adeguatamente confortevoli, così da intercettare la domanda di mobilità viaggiatori per ridurre il traffico, la congestione e l’inquinamento atmosferico nella regione più motorizzata d’Europa. I costi di esercizio – continua Legambiente – invece sono aumentati e i manager maturano bonus inspiegabili in una azienda normale viste le pessime performance del servizio. Eppure era stato promesso che, con il controllo pubblico dell’azienda della Regione Lombardia con Fnm e dello Stato, con le Fs dovevano assicurare più efficienza e più tutela dei pendolari lombardi".
«Neppure gli scioperi del biglietto, mozioni regionali e appelli, mobilitazioni sul web, assemblee serali in molte località, lettere di protesta di presidenti di provincia e di molti sindaci e infine il cambio dei vertici di Trenord sono serviti a migliorare le condizioni di viaggio» dice Barbara Meggetto pendolare di lungo corso e direttrice di Legambiente della Lombardia. Nei treni ci piove dentro si viaggia sovraffollati e si finisce per timbrare il cartellino in ritardo o rientrare a casa la sera sempre dopo l’orario previsto. Cosa fare? "La Regione Lombardia si ostina a non introdurre elementi di competizione e di liberalizzazione nel settore con la proroga del contratto di servizio senza gara fino al 2020, il contrario di quanto avvenuto in Europa per rilanciare i trasporti pubblici e ridurne i costi, l’idea è quella di lanciare l’acquisto delle azioni di Fnm. Attualmente l’Holding delle Fnm quotata in borsa è controllata dalla regione Lombardia al 57%,il 14% è in mano delle FS e il 4% circa al costruttore Gavio. Manager e politica non ci ascoltano e il problema ferroviario non si risolve, anzi, si aggrava. Legambiente calcola che sarebbero almeno 200 mila i pendolari della regione che domattina lascerebbero volentieri a casa l’auto se ci fosse un servizio migliore. «Si tratta di portare fin dentro le stanze dei bottoni la nostra voce» dice Dario Balotta responsabile trasporti di Legambiente, che in questi giorni ha acquistato 80 azioni al prezzo di 0,57 centesimi l’una per un totale di 46 euro. «Guardare i bilanci e dove vanno a finire le enormi risorse pubbliche trasferite e contare anche come azionisti visto che come contribuenti (che pagano i disavanzo di gestione) e compratori di un abbonamento (sempre più salato) non contiamo niente. Ogni comitato dei pendolari si compri qualche azione, costano poco più di mezzo euro l’una, ed eserciti i diritti di socio in assemblea. Visto che un buon 20% delle azioni potrebbe essere acquistata dai pendolari unendo gli azionisti sotto un comitato si potrebbe contare ancora di più».
«Le adesioni possono essere comunicate a twitter@
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