Biglietti Expo venduti in città: “Nessun guadagno, solo prestigio”

E’ caos sulla vendita dei biglietti per l’Expo che il comune -tramite i commercianti- vende a 32 euro ma che si troverebbero anche a cifre molto inferiori. Ma averli scontati non è così semplice

Comprare i biglietti per Expo a Busto Arsizio conviene? E’ questa la domanda che in questi giorni sta animando chi vuole iniziare a comprare i biglietti per l’appuntamento di Milano. La città, infatti, è al momento l’unico rivenditore autorizzato nella zona attraverso il distretto del commercio ma non mancano i problemi. Di prezzo.

I negozianti che aderiscono al programma mettono in vendita il ticket a prezzo pieno, 32 euro, ma non è difficile riuscire a trovarli ad un prezzo inferiore di oltre 10 euro. Una differenza non da poco che sta portando non poca tensione tra negozi ed associazioni in città al punto che il presidente del Distretto, Franco Castiglioni, ha messo in dubbio la legittimità dei tagliandi sottocosto. Anche Palazzo Gilardoni ha dovuto prendere posizione ribadendo in una nota "l’assoluta trasparenza e correttezza del percorso intrapreso". 

Ma cosa sta succedendo? In effetti è vero che diverse realtà associative hanno tagliandi a prezzi più bassi rispetto al ticket da 32 euro ma entrarne in possesso non è così facile. I biglietti scontati, al momento, sono infatti riservati solo a particolari categorie e dipendono dagli accordi fatti tra i vari network di rivenditori e le associazioni. Come ad esempio il caso di Stoà: «Noi abbiamo acquistato una serie di biglietti scontati grazie ad un accordo tra la Diocesi di Milano e un’agenzia turistica», spiega la direttrice del centro Benedetta Candiani. Passando da via Gaeta si può dunque acquistare un biglietto scontato? «Assolutamente no; noi non siamo rivenditori -continua Candiani- e quindi doneremo i biglietti a chi sostiene il centro». 

Dunque se non si fa parte di associazioni particolari -almeno formalmente- non ci sono scappatoie e quindi val la pena rivolgersi ad uno dei rivenditori in città. «Noi non ci guadagnamo un centesimo -afferma Gaetano Spinola, manager del Distretto- e siamo entrati in questo network per un progetto molto più ambizioso del guadagnare qualche euro». I negozi della città di Busto Arsizio «sono gli unici autorizzati a farlo» e questo porterà «grande prestigio alla città». 
La tensione, comunque, rimane alta e nei prossimi giorni un summit in comune cercherà di fare chiarezza. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Gennaio 2015
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