La Cgil mette nel mirino i contratti d’appalto: “Servono tutele”

La segreteria varesina lancia la raccolta firme per una legge d'iniziativa popolare: "il Jobs act e il superamento dell'articolo 18 renderanno ancora più drammatica la situazione"

cgil varese 2014 sciopero generale


La Cgil mette nel suo mirino i contratti d’appalto
. Con il lancio di una nuova proposta di legge popolare il sindacato più grande d’Italia vuole sminare il cono d’ombra che si estende sul lavoro e che, attraverso percorsi sempre meno chiari di affidamento di lavori in appalto, è la più grave fonte di precariato e lesioni dei diritti dei lavoratori.
Dal quinto piano della sede di via Nino Bixio la segreteria varesina al completo ha lanciato anche sul territorio provinciale la campagna nazionale di raccolta firme con l’obbiettivo di raggiungerne almeno 4mila e contribuire così e far passare la proposta di legge.
I cardini dell’iniziativa sono quelli di rivedere e affermare con più decisione le garanzie dei trattamenti dei lavoratori impiegati nella filiera degli appalti privati e pubblici, di contrastare le pratiche di concorrenza sleale tra imprese giocate sulla pelle dei lavoratori, e di inserire forme più rigorose di tutela dell’occupazione nei cambi d’appalto.
Perché farlo? «Non serve andare lontano per toccare con mano la giungla dei rapporti di lavoro che si svolgono all’ombra degli affidamento in appalto – spiega il segretario generale Umberto Colombo -. Non si tratta di una situazione nuova ma di sicuro le cose stanno peggiorando anche alla luce degli ultimi provvedimenti introdotti dal Governo che con la cancellazione delle tutele dell’articolo 18 renderanno ancora più complicata l’attività di difesa dei diritti».

 

È proprio negli appalti che secondo i sindacati si perde il controllo sui rapporti di lavoro: «in questi anni la spending review messa in atto da soggetti pubblici e privati si è riversata tutta sui lavoratori – spiega Pino Pizzo del filcams -. Parlo di turismo, ospedali, servizi di pulizia: tutti i lavoratori che lavorano in appalti per grandi società o enti hanno visto ridotti i propri diritto ad ogni cambio di appalto. Pensiamo solo a quello che succede negli appalti che ruotano intorno all’enorme polo dell’aeroporto di Malpensa». L’iniziativa punta anche a responsabilizzare i committenti degli appalti: «le tutele contrattuali devono essere le stesse anche se si lavora in appalto – spiega Antonio Ciraci -. E bisogna evitare che attraverso il sistema del massimo ribasso negli affidamenti si autorizzi in realtà un lavoro privo di tutele e senza professionalità: perché così si favorisce la concorrenza sleale e la criminalità organizzata che in molte attività vede solo l’opportunità di fare del riciclaggio o peggio».

 

Nella preoccupazione del sindacato c’è anche una tendenza delle aziende a frammentare e destrutturare il mondo del lavoro: «dal settore aeronautico a quello dei servizi abbiamo anche in provincia alcuni segnali di aziende che attraverso gli appalti cedono lavori temporanei senza garantire equi livelli occupazionali e stabilità di contratti – spiega la Cgil varesina -. Pensiamo ad esempio all’azienda “Piatti freschi” di Marnate che durante il periodo natalizio ha affidato un appalto di un solo mese ad una società per aumentare la forza occupazionale senza estendere i medesimi benefici della categoria di lavoro. La cosa ora è in mano ai nostri legali ma vi leggiamo già la tendenza a crea
re aziende spezzatino dove si perde il controllo della contrattazione».
Altro problema che si lega all’iniziativa della Cgil è quello del massimo ribasso nell’affidamento di appalti: «assistiamo ormai abitualmente a gare d’appalto che vengono vinte da aziende disposte a lavorare sotto costo e i casi sono due: o si lavora tagliando sulla sicurezza, sulla qualità e sui diritti dei lavoratori oppure si assiste alle solite variazioni in corso d’opera che fanno moltiplicare i costi e i tempi di qualsiasi cosa in questo paese: è per questo che poi assistiamo ad opere infinite come la Salerno – Reggio Calabria. O all’Arcisate-Stabio per rimanere in provincia».

 

Per raccogliere le firme il sindacato ha lanciato quattro appuntamenti con gazebo nelle principali piazze delle città dalle 10 alle 14: il 4 marzo a Busto Arsizio («dove saranno presenti alcuni lavoratori della cooperativa Civitas Educas che lavora all’interno del Comune di Busto Arsizio per dare supporto all’apprendimento ma che nonostante il pagamento regolare da parte del Comune non eroga gli stipendi ai lavoratori dallo scorso settembre»); l’11 marzo a Saronno; il 18 Marzo a Gallarate e il 25 marzo a Varese.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Febbraio 2015
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