Passa il piano per il diritto allo studio, ma è scontro sulla partecipazione

Presentato in consiglio comunale l'impegno della giunta in favore di scuole e studenti. L'opposizione sottolinea il suo ruolo fondamentale e accusa la giunta di non permettere il libero coinvolgimento dei cittadini

In consiglio comunale passa il piano del diritto allo studio e l’esternalizzazione del servizio mensa per la scuola dell’infanzia, però l’opposizione solleva il problema della partecipazione. 

Il consigliere con delega all’istruzione Valentina Casacalenda si è presentata in assemblea con gli impegni dell’amministrazione per gli studenti. Un’uscita in ritardo rispetto alla tradizionale programmazione spiegata, però, con la volontà della giunta di mettere a punto un programma certo triennale studiato nelle pieghe di limiti e paletti finanziari imposti alle realtà locali dal patto di stabilità: «il Piano per il Diritto allo Studio, così come improntato, – ha spiegato Casacalenda – vuole essere un piano capace di adattarsi comunque a quelle che sono le nuove prospettive educazionali e culturali in continua evoluzione ed un piano capace di rispondere concretamente e fattivamente alle richieste ed ai bisogni degli studenti, delle loro famiglie, degli insegnanti e degli educatori. Ciò detto, l’Amministrazione Comunale si prefigge di: 
– rendere più agevole, per quanto possibile, l’inserimento in strutture scolastiche e la socializzazione degli alunni con disabilità e in condizioni di difficoltà o disagio, garantendo loro un’adeguata assistenza, con personale qualificato, finalizzata ad una migliore integrazione degli stessi; 
– eliminare, o quanto meno ridurre, i casi di abbandono e di dispersione scolastica, facilitando la frequenza nelle Scuole dell’infanzia e dell’obbligo; 
– favorire la prosecuzione degli studi per gli studenti meritevoli, anche se privi di mezzi economici;
– favorire le novità educative e didattiche capaci di dar luogo ad una ininterrotta esperienza educativa, in collegamento tra i vari ordini e gradi scolastici e le associazioni presenti sul territorio; 
– integrare e coordinare le risorse che potranno apportare i soggetti che operano nel campo dell’istruzione e della formazione».

Nel programma dell’amministrazione, il Piano per il Diritto allo Studio si compone di due parti: « L’una afferente le attività che, inizialmente sorte come sperimentali (come ad esempio, lo scodellamento, l’educazione musicale, i giochi della gioventù, ecc), sono ormai assodate e rientrano in una programmazione scolastica imprescindibile. Ne consegue che tali attività non saranno soggette ad ulteriore approvazione annuale e ciò giacché l’organizzazione di tali attività, se modificata, si ripercuoterebbe negativamente e sull’organizzazione scolastica e su quella delle famiglie. L’importo complessivo stanziato annualmente per questa parte del Piano per il Diritto allo Studio corrisponde ad € 114.810,00=. L’altra parte è invece inerente l’aspetto progettuale: progetti; attestati di merito; corsi di formazione; acquisti di beni e servizi specifici; interventi di supporto alle attività scolastiche ed extrascolastiche; laboratori; ecc. Scendendo nel dettaglio: 
1. per la Scuola dell’Infanzia: per il precedente a.s. erano stati riconosciuti € 6.000,00=, mentre con l’attuale programmazione pluriennale vengono riconosciuti € 7.200,00= per a.s. sino al 2017 (+ 1.200,00= per a.s.);
2. per la Scuola Primaria Gavirate-Oltrona-Voltorre: per il precedente a.s. erano stati riconosciuti € 6.000,00=, mentre con l’attuale programmazione pluriennale vengono riconosciuti € 8.500,00= per a.s. sino al 2017 (+ 2.500,00= per a.s.)
3. per la Scuola Media: vengono destinati € 900,00= per gli attestati di merito; inoltre, se per il precedente a.s. erano stati riconosciuti € 6.000,00=, con l’attuale programmazione pluriennale vengono riconosciuti € 7.800,00= per a.s. sino al 2017 (+ 900,00= e + 1.800,00= per a.s.);
4. Scuola Superiore: per il precedente a.s. erano stati riconosciuti € 2.000,00=, mentre con l’attuale programmazione pluriennale vengono riconosciuti € 3.000,00= per a.s. sino al 2017 (+ 1.000,00= per a.s.). 
Nel caso in cui le Scuole dovessero presentare progetti tali da richiedere uno stanziamento in bilancio superiore alle cifre di cui sopra, sarà cura di questo assessorato attivarsi al fine di proporre al Consiglio comunale, entro il mese di settembre – in occasione degli equilibri -, le opportune variazioni ai bilanci annuali. Chiaramente, per fare ciò, le Scuole dovranno presentare tali progetti entro il mese di luglio». 

Rivendica il suo ruolo determinante nella definizione del programma la lista Per Gavirate Groppello, Oltrona e Voltorre : «Sulla spinta ed incalzata dall’opposizione con le due interrogazioni presentate dalla Lista Per Gavirate G.O.V. lo scorso 16 gennaio, la maggioranza è stata costretta a presentarsi in Consiglio Comunale. Il nostro lavoro ha consentito di superare ed evitare ulteriori e colpevoli ritardi. Da oltre 20 anni il Piano per il diritto allo studio veniva approvato prima del mese di novembre dell’anno scolastico in corso; sono passati oltre 90 giorni dalla conferenza dei capigruppo (30 ottobre 2014) dove, all’unanimità, si decise di esternalizzare il servizio mensa della Scuola dell’infanzia.  Comunque è bene quel che finisce bene, per fortuna, grazie alle nostre sollecitazioni, con voto unanime, i nostri bambini e ragazzi potranno contare su risorse e servizi certi per la loro educazione e formazione».

Alla luce dell’andamento dell’ultimo consiglio comunale, Gianni Lucchina e il suo gruppo criticano, però, il modo di operare della giunta Alberio: « Una maggioranza che chiude qualsiasi possibilità di partecipazione alla vita amministrativa di Gavirate. Presentano regolamenti per favorire la partecipazione e per far funzionare meglio gli organi di rappresentanza delle frazioni però a queste non lasciano alcuno spazio ed autonomia. Si vuole favorire la costituzione delle consulte delle frazioni chiedendo a tutte le associazioni di essere parte attiva nelle attività, nel confronto, nel rilasciare pareri su diversi argomenti però gli si impedisce di eleggere il proprio coordinatore, sarà il Sindaco a nominarlo. Ci sembra una forzatura che certamente non favorisce la partecipazione».

Il tema della Consulta viene ripreso per sollecitare gli impegni presi dalla maggioranza in campagna elettorale: «Abbiamo chiesto, inascoltati, che il coordinatore della consulta venisse eletto dai componenti l’assemblea della consulta stessa. È bastato questo per rovinare e rendere inaccettabile questo regolamento, sprecando una grande occasione di coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni che operano sul territorio di Gavirate. Ci siamo battuti con forza, abbiamo votato contro, convinti di essere dalla parte di tutti i cittadini, ma non siamo riusciti ad impedire questo scivolone; Forse c’è qualche altro motivo politico sotto sotto? Ancor peggio per l’altro regolamento, “Regolamento di istituzione e disciplina delle forme di partecipazione all’amministrazione locale: gruppi di lavoro”. Leggendo questo altisonante titolo uno pensa ad uno straordinario progetto di coinvolgimento dei cittadini. Il regolamento, per lo meno nell’intitolazione, si pone un obiettivo condivisibile, anzi auspicabile, la partecipazione alla vita amministrativa, ma, scorrendo il testo si scopre che non solo non favorisce la partecipazione, ma chiude ulteriormente a qualsiasi ipotesi di coinvolgimento, infatti impedisce ai Consiglieri Comunali (eletti direttamente dai cittadini) non solamente di farne parte, ma anche di esprimersi in merito. Anche in questo abbiamo incalzato la maggioranza per modificare il testo, introducendo una semplice variazione: i gruppi di lavoro dovevano essere discussi e istituiti dal Consiglio Comunale, invece, ancora una volta sarà la Giunta ad istituirli, a decidere il numero dei membri e il Sindaco a nominarne il Presidente e i componenti. E con quali criteri? Il regolamento non esclude la possibilità che i componenti i gruppi di lavoro siano remunerati. Il nostro no è stato convinto, si è persa un’altra occasione di collaborazione».

Lucchina sollecita il sindaco Alberio a presentare programmi concreti: «Quando verrà alla luce il faraonico progetto di rilancio del commercio, il nuovo arredo urbano? Quali sono le politiche per favorire l’insediamento di nuove attività, come si pensa di sostenere il reddito delle nostre famiglie più bisognose, come pensiamo di ridurre il carico fiscale delle famiglie e quando affronteremo la qualità dei servizi offerti ai cittadini?»

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Febbraio 2015
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