Professori tornano sui banchi per imparare la scuola digitale

Come fare un e-book, cosa sia il cloud, i vantaggi della lim: sono questi alcuni dei temi che verranno proposti ai docenti che vorranno innovare la propria didattica. Entro il 2016 verranno coinvolte 79 istituti

Nativi digitali, scuola tecnologica, didattica innovativa. Il mondo dell’istruzione si trova di fronte a un’importante sfida: dopo l’arrivo di fondi per aggiornare gli strumenti ora Ministero e Regione Lombardia stanno investendo nella formazione dei docenti perché riescano a trasformare l’innovazione in risorsa.

La provincia di Varese ha costruito una rete che coinvolge tutti gli istituti, primari e secondari, per condividere novità e cambiamenti. Oltre alla rete, in provincia sono nate anche tre Associazioni temporanee di scopo (ATS) per intercettare i finanziamenti ( 20.000 euro ad associazione) a disposizione con il fine di insegnare ai docenti l’utilizzo degli strumenti digitali. Sotto la grande regia dell’Isis Ponti di Gallarate, sono sorte anche le Ats dell’Iss Newton di Varese e dell’Istituto comprensivo da Vinci di Saronno con il fine di coinvolgere un  numero progressivamente maggiore di professori nel cammino dell’innovazione

Entro il 2016 si ritiene di coinvolgere 79 scuole del territorio di cui 26 nell’area varesina, 36 nel gallaratese e 17 nel saronnese. Tra settembre e gennaio scorsi sono stati avviati 105 corsi che hanno visto la formazione di 750 insegnanti su diversi temi: lim e tablet, lim e “sankorè” ( un software specifico per lim), costruzioni di e-book, cloud, contenitori web, gestione audio-video, wikispaces, produzione di materiali multimediali, digital storytelling, Edu designer.

« La rete che abbiamo costruito è frutto di un lavoro corale molto articolato e attento – ha spiegato la dirigente del Ponti Anna Scaltritti – Le risorse in campo sono adeguate per coinvolgere il corpo docente in un salto professionale. Grazie alla rete riusciremo a coinvolgere anche il nord della provincia che è rimasto fuori da questi progetti per un dettaglio tecnico».

L’adesione ai corsi è su base volontaria e così anche l’uso delle nuove tecnologie verrà modulata dal singolo professore secondo le proprie finalità educative: « Non si può costringere nessuno a partecipare ai corsi – ha commentato la dirigente del Newton Elena Vaj – quello che si vede, però, è che i progressi di uno, spesso, ottengono ricadute positive sui colleghi. Io credo che ogni innovazione vada poi ricondotta a un percorso equilibrato dove possano convivere lezioni frontali a sperimentazioni digitali».

Con l’ultimo bando regionale di Generazione Web anche il ciclo primario è stato inserito tra gli aventi diritto ai finanziamenti: « La formazione per i docenti è importante – ha sottolineato il dirigente del comprensivo da Vinci Girolamo Pace – noi abbiamo a che fare con nativi digitali che sviluppano capacità cognitive nuove. Dobbiamo innovarci per poter sostenere il nostro ruolo di educatori». 

L’unico neo di tutto il movimento è il mancato riconoscimento di sforzi e innovazioni: la scuola, fino a oggi, non adotta criteri di merito. Per ovviare a questo limite, l’istituto Ponti ha elaborato una sorta di “portfolio” dell’educatore, un curriculum dove inserire ogni capacità innovativa del singolo docente: « Si chiama “Edu Designer” – ha spiegato l’ideatrice di questa idea, oltreché regista della rete formativa digitale, Cristina Bralia – e riconosce competenze in tre macro aree: modelli metodologici didattici, “procumer” cioè consumer e producer per chi è capace di produce contenuti oltre a utilizzarli, ed edu web designer».

La scuola si muove, compatibilmente con i suoi tempi, il suo entusiasmo e, soprattutto, i limiti delle infrastrutture.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Febbraio 2015
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