Riapre il cottolengo: simbolo della solidarietà varesina
A otto anni dalla chiusura, il centro di via Campigli torna in funzione grazie alla Fondazione Sacra Famiglia che vi ha realizzato una casa accoglienza per minori e ambulatori riabilitativi
Sono passati 7 anni e finalmente Varese può riavere il suo cottolengo. È stata inaugurata questa mattina, martedì 24 febbraio, Villa Giuditta , un “aperitivo” dell’opera globale che la Sacra Famiglia di Cesano Boscone si è impegnata a realizzareereditando il complesso di via Campigli dalle suore della “piccola casa” di Torino
Al taglio del nastro erano presenti le autorità regionali e locali, dal Presidente della Regione Roberto Maroni, al Prefetto Giorgio Zanzi, al Questore Attilio Ingrassia, al direttore sociale dell’Asl Lucas Gutierrez. Tutti uniti per ringraziare la Sacra Famiglia e quanti si impegnano in favore di chi si trova in condizioni di disagio e debolezza.
La gratitudine dei varesini è stata espressa dal sindaco Attilio Fontana « Questo è un simbolo della solidarietà varesina ed è bello essere qui oggi, in un momento veramente difficile, perchè si dimostra che questa città riesce sempre a dimostrare l’attenzione verso i più deboli».
Anche il Prefetto ha sottolineato il valore della struttura: « Occorreranno altre risorse ed energie per ridare vita a questa realtà molto più complessa. Spero che Varese sappia dimostrare il proprio attaccamento».
Il centro riparte con due attività specifiche: gli ambulatori di riabilitazione per l’età evolutiva accessibili sia privatamente sia con il servizio sanitario nazionale ( neuropsichiatria infantile, psicoterapia, logopedia, psicomotricità) e la comunità residenziale Villa Giuditta che ospita, dal giugno dello scorso anno, sette minori tra gli 8 e i tredici anni allontanati dalla famiglia di origine. A gestire la residenza ( che è aperta ai minori tra i 3 e i 12 anni) è la cooperativa Caf onlus già presente a Milano: « I nostri bambini – ha detto Luisa Pavia amministratore delegato di Caf onlus – hanno bisogno di bellezza e di ritrovare la gioia di giocare ed essere bambini. Quando arrivano nella nostra struttura sono “invisibili” perché cercano di apparire il meno possibile e non farsi notare. Poi, piano piano, ritrovano la voglia di vivere . Dietro ciascuno di loro, c’è una storia importante e difficile».
Per il cottolengo, ribattezzato “piccolo cottolengo”, è l’inizio di un nuovo percorso: « Vogliamo sottolineare l’importanza di questo momento perchè operiamo in un contesto delicato – ha commentato Vincenzo Barbante presidente della Fondazione Sacra Famiglia – La nostra missione è quella di stare al fianco di chi soffre. Nonostante vantiamo un’esperienza di oltre 100 anni di storia, ci siamo voluti aprire e ascoltare gli altri, metterci in relazione perchè occorre innovare e accettare nuove sfide mettendoci in discussione, pur mantenendo saldi i nostri valori cristiani. In questo cammino, ci siamo relazionati con le istituzioni del territorio, con le altre realtà per intercettare i bisogni e ottimizzare risorse e obiettivi. Il nostro ulteriore impegno è quello di riaprire tutto il complesso ma stiamo ragionando con le istituzioni per aver bene chiaro in quali direzione muoverci e fornire le risposte adeguate al bisogno emergente. I lavori che ci attendono sono molto onersi, da cinque milioni in su a seconda della destinazione finale che vorremmo darci. Per questo stiamo studiando bene il contesto».
Al centro è stato posto anche il lavoro dei volontari, una risorsa preziosa di cui la Lombardia continua a essere molto ricca: « Lo scorso anno – ha concluso il presidente – abbiamo fatto un corso di volontari a cui hanno preso parte 90 persone. La stessa esperienza a Cesano ha raccolto 260 adesioni. Sono persone che si mettono al servizio».
E proprio ai volontari si è rivolto il Presidente della Regione Roberto Maroni: « In un regime finanziario difficile, davanti ai tagli compiuti da Roma e che ci hanno ridotto le disponibilità di oltre un miliardo di euro, la Regione dovrà decidere le proprie priorità. L’ambito sociale non verrà toccato dai tagli: è un settore molto importante e che va valorizzato proprio perché vanta una delle eccellenze che i lombardi amano di più: i suoi volontari».
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