Via alla demolizione delle case intorno a Malpensa

Le ruspe sono entrate in azione per abbattere le case delocalizzate di Case Nuove, Lonate Pozzolo e Ferno da anni abbandonate a se stesse. Colombo: "Sul futuro dell'are si riflettono le incertezze di Malpensa"

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Le ruspe sono entrate in azione per abbattere le case delocalizzate della frazione di Case Nuove e il momento scelto per la partenza dei lavori non poteva essere più rappresentativo con l’apparizione anche di due occupanti abusivi rimasti increduli del perché stessero abbattendo le "loro" case.
Al di là del siparietto, il momento è comunque a suo modo storico: con l’abbattimento delle abitazioni si conclude una fase di stallo durata moltissimi anni e seguita al traumatico abbandono delle case da parte degli abitanti.
 
La storia che ha portato le ruspe ad iniziare la demolizione viene da lontano, quando negli anni 2000 la popolazione di Case Nuove si trovò costretta ad abbandonare il luogo dove viveva da anni. Il motivo è facile da intuire: a poche centinaia di metri corrono le piste dell’aeroporto di Malpensa e a questa distanza il rumore del traffico aeroportuale è continuo e si concilia poco con le necessità dell’abitare. Centinaia di famiglie accettarono così di cambiare abitazione facendosi indennizzare per la perdita del valore economico subito.
Da allora le aree delocalizzate di Lonate Pozzolo, Ferno e Somma Lombardo sono state abbandonate al degrado più totale. Laddove le aree abitate non sono state sostituite da nuovi servizi (negli sono arrivati comunque alcuni alberghi, uffici e una scuola) il paesaggio si è fatto spettrale.
Le case sono state prese di mira negli anni dai ladri che le hanno sventrate di ogni più piccolo pezzo che si potesse rivendere o riutilizzare. La notte le abitazioni venivano occupate abusivamente da una popolazione di senza tetto che negli anni ha gravitato quotidianamente nell’area aumentando il contrasto con i nuovi quartieri dove hanno trovato sede operatori del terziario legati all’aeroporto. 
Sono stati tanti gli interventi per prevenire le occupazioni ma tutto si e rivelato vano: l’area era troppo ampio e difficile da tenere sotto controllo.

Ora però sono arrivate le ruspe. A Somma hanno iniziato l’abbattimento di un quartiere abitato che si estenderà alla demolizione di 48 case nel territorio di Somma Lombardo, di 14 a ferno e una cinquantina a Lonate Pozzolo. A case Nuove, dove sono partiti i lavori, l’operazione dovrebbe durare fino a maggio in tempo per l’inizio di Expo.
Nello spazio che verrà liberato, per ora, è prevista solo l’installazione di prati. Dalle idee succedutesi negli anni non è nato alcun progetto concreto. Si è sentito parlare di un outlet, di luoghi di culto, di grandi aziende pronte a stabilirsi ad un passo dall’aeroporto ma la verità è che l’incertezza sullo sviluppo di Malpensa si riflette anche su questa aerea.

«Fino a che la politica non si dimostrerà determinata ad investire su Malpensa rimuovendo tutti gli ostacoli necessari al suo vero decollo quale azienda dovrebbe mai decidere di venire qua ad investire?», il sindaco Guido Colombo ha sempre immaginato questa area come un luogo adatto all’accoglienza di aziende ultratecnologiche capaci di sfruttare il volano economico rappresentato dal vicino polo aeroportuale. Colombo è stato il primo ad esultare anche quando a Case Nuove, proprio dietro alle case che si stanno abbattendo oggi, è arrivata la scuola aeronautica che era stata accolta come l’inizio di una nuova vita per tutta l’area.
A frenare le aspettative ci hanno pensato però, ancora una volta, le incertezze su Malpensa, «non ultima l’operazione Etihad – spiega Colombo -. E il ministro Lupi che oggi dice di non essere lo zerbino di Renzi è stato lo zerbino di qualcun altro quando sono state prese le ultime decisioni su Malpensa. Ho fatto un incontro con gli albergatori dell’intorno aeroportuale e mi hanno confermato che nei mesi di dicembre e gennaio si è toccato il punto più basso di prenotazioni dai tempi del dehubbing di Alitalia. Basti pensare che ad oggi non hanno prenotazioni nemmeno per Expo 2015». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Febbraio 2015
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