“Busto pensa ai tuoi adolescenti”

Monica Guanzini, che ha fondato l'associazione "La mia voce ovunque", segue una ventina di ragazzi con disagi familiari con tanti progetti e chiede aiuto al Comune: "Serve l'impegno dei servizi, da soli non bastiamo"

la mia voce ovunque busto arsizio

Il 24 aprile saranno, con il loro spettacolo, al teatro Manzoni di Busto Arsizio. Sono i ragazzi dell’associazione La mia Voce Ovunque, ragazzi tra i 10 e i 19 anni che hanno trovato un luogo di ascolto per capire e cambiare, prima che le regole della strada li inglobino senza dare loro un’opportunità. Ed è proprio “opportunità” la parola chiave di Monica Guanzini, fondatrice dell’associazione che da 4 anni raccoglie i cocci di giovani vite sull’orlo del baratro e li rimette insieme, cercando di ricostruire attraverso il confronto i legami con le famiglie di appartenenza.

Tutto è cominciato dopo la morte di Eva Sacconago, la giovane oratoriana di 26 anni che si tolse la vita nella sua abitazione di via Custoza, fortemente legata da un’amicizia profonda con Monica. Casa di Eva era il luogo dove iniziavano e si concludevano i progetti di volontariato con l’oratorio e proprio da quella casa iniziano i progetti dell’associazione che nasce dal gruppo dei ragazzi di via Varzi (qui la pagina facebook). Storie di emarginazione sociale, di violenza in famiglia e non solo, di difficoltà a relazionarsi con chiunque si trasformano grazie al gruppo solido che si è formato sotto le colonne di un palazzo e che oggi chiede a gran voce spazio nella città: «Si fa sempre piu fatica a parlare di abusi e violenze. Eva ci ha insegnato che se decidi lo fai – spiega Monica Guanzini che ha convocato la stampa per raccontare i bisogni di una generazione – sono gli adolescenti che in questa città non hanno voce e non hanno nessuno che se ne occupa. Sono i ragazzi che ciondolano davanti al Mc Donald, che imbrattano i muri per noia, che fumano dalla mattina alla sera, perchè nessuno si accorge di loro». Monica ne ha portati via più di uno da lì, basta seguire l’unica regola: seguire tutte le altre.

Per questo ha riunito a casa di Eva il papà della sua amica, Roberto Sacconago, Sergio Preitedell’Enaip che segue i progetti del carcere, Cinzia Berruti che è consigliere comunale del Pd ma anche e soprattutto insegnante: «Mi sono presa l’impegno di aiutare questa realtà e portare le istanze dell’associazione all’assessore ai Servizi Sociali Mario Cislaghi e al dirigente Giovanni Restelli – ha detto la Berruti – ho chiesto loro di inserire questa realtà importante nella famosa rete di associazioni proprio per andare a coprire un grande buco che c’è nella gestione del disagio sociale in città». Agli adolescenti non ci pensa nessuno eppure è proprio il periodo della vita dove si formano il carattere e la personalità. Per questo è stato coinvolto anche Sergio Preite: che attraverso Enaip e la cooperativa Intrecci collabora con l’area trattamentale del carcere di Busto Arsizio: «Con la mia responsabile Rita Gaetaabbiamo deciso di sviluppare un progetto basato sull’incontro di tre gruppi di detenuti: giovani adulti, gruppo angelo e gruppo teatro. Hanno in comune con gli adolescenti il fatto di ritrovarsi in una fase di costruzione della propria identità: un momento di passaggio. Hanno visto insieme lo spettacolo dell’anno scorso e si sono confrontati con loro.

Oltre al progetto col carcere l’associazione ha uno spazio domenicale nella palestra Fun for Fit e un progetto con il centro di addestramento canino Giamba di Legnano. Tutto questo Monica e i suoi ragazzi lo hanno fatto da soli ma ora chiedono qualcosa di più dal Comune, figure professionali che possano aiutare questi ragazzi e le famiglie a proseguire un percorso iniziato perchè non finisca il sogno di Monica, di Eva, di Barbara e di tutte le persone che questo progetto lo hanno ispirato, sviluppato, arricchito. Un appello al sindaco Farioli che tempo fa diede la sua “benedizione” ma che poi non si è più visto dalle parti di via Custoza.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 30 Marzo 2015
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