Cittadinanza negata, il Prefetto dice sì a Rani
La donna indiana a cui il sindaco ha negato il giuramento perchè non parla bene l'italiano, dovrà prestare il giuramento entro l'8 marzo
Cittadinanza negata a una donna che non parla bene italiano, interviene il Prefetto Giorgio Zanzi: «Il sindaco non ha la facoltà discrezionali – afferma – la donna ha richiesto un permesso per matrimonio, il nullaosta l’ho firmato io stesso a giugno. Si tratta di un diritto soggettivo ed è inalienabile. Il giuramento si deve fare». Era stato lo stesso sindaco di Cairate, Paolo Mazzucchelli, a rivolgersi al prefetto per chiedere una interpretazione della norma. Rani Pushpa, questo il nome della donna, 56anni, indiana, aveva scritto venerdì scorso a Varesenews, raccontando la sua storia.
Rani Pushpa
«La sottoscritta in più occasioni si è recata presso gli uffici comunali per effettuare tale giuramento prima dello scadere del termine semestrale previsto dalla normativa vigente, al fine di non vanificare il conferimento della cittadinanza, e gli esborsi a tal fine sostenuti. Tuttavia in più occasioni venivo sottoposta ad un arbitrario ed inopportuno esame della lingua italiana che certamente non compete al Sindaco né agli addetti degli uffici comunali».
Il sindaco aveva risposto così
«La persona che presta giuramento per ottenere la cittadinanza italiana deve saper parlare italiano. Lo prevede la legge, deve saper leggere la costituzione.
La signora Rani non era ancora pronta. Le ho quindi suggerito, durante un incontro cordiale a cui hanno partecipato anche la figlia e il genero, di iscriversi a un corso di italiano. So che poi lo ha fatto, ma questa è stata l’unica volta che ho incontrato la donna. Non ci sono stati altri incontri. Se la signora è pronta a recitare la frase in italiano, da parte mia non c’è alcuna opposizione».
In realtà la legge del 1992 sulla cittadinanza non dà facoltà discrezionali ai sindaci, in particolare sul giudizio riguardo l’integrazione dei candidati, ma secondo varie fonti la conferisce solo a chi effettua l’istruttoria, ovvero la Prefettura e il Ministero dell’interno. «Tuttavia ci sono anche alcune interpretazioni giurisprudenziali che farebbero pensare il contrario -afferma il sindaco – ad esempio un parere della Prefettura di Como e un’ordinanza del tribunale del riesame di Roma. Io sono un pubblico ufficiale. Comunque, mi sono rivolto alla Prefettura venerdì scorso per avere un parere interpretativo e chiudere la questione». Il Prefetto notifica oggi al sindaco la sua decisione.
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