Don Patriciello a Busto: “Dietro gli inceneritori troppi interessi”

Il prete simbolo della Terra dei Fuochi da anni si batte contro l'inquinamento e il malaffare della sua zona ha incontrato la comunità cattolica di Borsano per raccontare la sua esperienza

mafia don Maurizio Patriciello

Don Maurizio Patriciello, ospite della chiesa di Borsano giovedì sera,  ha commentato la chiusura dell’inceneritore di Busto Arsizio: «Chi vuole fare gli inceneritori? Andate a vedere chi c’è dietro – alludendo agli interessi privati non sempre chiari che ci sono dietro queste strutture – Il problema più grande non sono i rifiuti delle case ma gli scarti delle industrie, quelli che sono stati portati anche nella Terra dei Fuochi. Un sistema di evasione fiscale e di inquinamento che sta dietro al sistema sommerso della produzione».

Il parroco della “munnezza” come è stato soprannominato dai detrattori è da sempre in prima linea nel comune dove opera a Caivano, in provincia di Napoli. Una zona devastata dalla camorra e dalla politica corrotta, un sistema che ha prodotto inquinamento della terra e dell’aria che ora i cittadini di quella zona stanno pagando con un aumento esponenziale dei tumori tragli abitanti. Don Patriciello ha raccontato, con la sua narrazione viva e brillante, la sua lunga ed estenuante lotta contro questo sistema che ha rovinato uno dei territori più fertili d’Italia, ha raccontato del suo incontro con Carmine Schiavone, capoclan pentito e deceduto solo poche settimane fa dopo un infarto.

Tante le domande da parte dei numerosi cittadini presenti all’incontro su un tema che per Borsano, e tutta Busto Arsizio, è  di stretta attualità dopo la decisione da parte dei soci di Accam di avviare la società verso lo spegnimento dell’inceneritore e verso un futuro di trattamento a freddo dei rifiuti attraverso la fabbrica dei materiali: «Vigilare sul proprio territorio è un dovere, la nostra attenzione di credenti è fondamentale» – ha detto il parroco coraggio che poi ha concluso con una battuta: «A me non piacciono i martiri perchè mi ricorda che dietro a loro c’è un assassino – e poi ha proseguito -gli eroi non servono, dove c’è un eroe c’è una società che non ha fatto il proprio dovere. Perchè hanno ucciso a don Peppino Diana e a me no?»

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 09 Marzo 2015
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