Il modello varesino per la cura del tumore al seno fa scuola in Italia

Preparare medici competenti che sappiamo accogliere e mettere al centro la paziente. È l’obiettivo che si pone il Master di secondo livello in senologia dell’Università dell’Insubria che partirà la prossima settimana. Ad organizzare la formazione specialistica dei medici è la professoressa Francesca Rovera, responsabile del Centro di Ricerche in Senologia e chirurgo dell’equipe del professor Gianlorenzo Dionigi.

Cinque dottori hanno scelto di approfondire il metodo adottato all’ospedale di Varese, in uncentro che ha messo insieme i diversi specialisti coinvolti nella cura di una donna che scopre il nodulo al seno.

«Non solo chirurghi, ma anche radiologi, radioterapisti, psicologi, infermieri e anche medici di medicina generale – ha spiegato il dottor Eugenio Cocozza, a capo del Dipartimento chirurgico che coordina il centro di senologia varesino – In un’ottica di equipe si evidenziano le diverse capacità e professionalità e il paziente si sente accompagnato. Un modello che abbiamo adottato anche in altri percorsi nel mio dipartimento».

L’attenzione alle donne è maturata a causa dell’elevata incidenza del tumore al seno in questa provincia: « Registriamo 800 nuovi casi all’anno – ha spiegato la professoressa Rovera – numeri davvero allarmanti, mitigati dalla riduzione della mortalità sia grazie alle campagne di screening per individuare in tempi rapidissimi l’insorgenza, sia per le innovative tecniche chirurgiche».

Il Master, che prevede una settimana al mese di tirocinio in corsia all’ospedale di Varese e nellaBrest Unit della clinica Humanitas Mater Domini di Castellanza, coinvolgerà anche i medici di medicina generale: « Per la prima volta c’è una richiesta anche nei nostri riguardi – ha commentato il medico di base Giovanna Scienza – noi siamo, di solito, il primo medico che riceve le preoccupazioni. Ma spesso non abbiamo la formazione o le informazioni per accompagnare la nostra paziente. Entrare in questo gruppo è molto importante e lo si fa più per il valore dei rapporti professionali dato che si fanno questi approfondimenti senza aver alcun riconoscimento».

Secondo in Italia, il master è stato chiesto dal direttore della Scuola Italiana di Senologia Claudio Andreoli: « A me piace molto l’idea del paziente al vertice di una piramide. Libero di scegliere e di pensare ma che ha, a disposizione, tutte le risposte a proprie ansie e domande».

A promuovere la cultura della collaborazione è anche il mondo del volontariato: « Una Scienza innovativa – ha commentato Adele Patrini, Presidente Associazione CAOS Varese – rappresenta il principio ispiratore di questi lavori. Le donne, come straordinarie amazzoni, cambieranno il modo di fare medicina non a caso il Master prevede anche una lezione tenuta dalle pazienti stesse».

Il volontariato è importante perché porta il punto di vista del malato: « È determinante instaurare un rapporto fiduciario con la persona che soffre – ha rimarcato Antonio Aglionepresidente della sezione lombarda dell’associazione volontariato in oncologia che conta oltre 700.000 iscritti – è importante soprattutto nel momento delle comunicazioni più tristi perché non sempre si sconfigge la malattia».