Il sogno di Abraham è vivo

Un aperitivo nella sede della Polha Varese in via Valverde 19 alle 18.30 di sabato 28 marzo per il Progetto Abraham, nato grazie ad amici e conoscenti del ragazzo etiope molto conosciuto in città

abraham progetto solidarietà

Abraham è morto, ma il suo ricordo aiuta decine di famiglie nel suo paese d’origine, l’Etiopia. Questa è la storia di un ragazzo che a Varese conoscevano in moltissimi: chi è stato scout, chi ha frequentato il centro della città e chi ha vissuto il circolino di Bosto, tutti si ricordano il sorriso di questo ragazzo col volto sfigurato da una malattia rarissima, la neurofibromatosi di Von Recklinghausen), ma con una forza ed un’entusiasmo unici. Ora che Abraham non c’è più, i suoi amici e la sua famiglia adottiva hanno deciso di realizzare il suo sogno, quello cioè di aiutare la gente del suo villaggio del Tigray, Wellele, ad avere l’acqua, la luce, il pane. L’associazione “Progetto Abraham” ha già realizzato due progetti (un pozzo e la consegna di lampade solari) e sta per dar vita al terzo, che prevede la costruzione di un mulino. Per promuoverlo è stato organizzato un aperitivo nella sede della Polha Varese in via Valverde 19 alle 18.30 di giovedì 26 marzo: durante la serata verrà spiegato il nuovo progetto, verranno illustrati i canali per aiutare la onlus a raccogliere i fondi e verrà ricordato Abraham.

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LA STORIA – Abraham è nato (circa) nel 1979 a Wellele, nel Tigray, regione nel Nord dell’Etiopia. Da piccolissimo, con i genitori e i fratelli, è dovuto scappare verso l’Eritrea, per sfuggire alla carestia e alla guerra. Nel viaggio la madre è morta e suo padre, senza risorse, ha dovuto abbandonarlo in un orfanotrofio ad Asmara. Qui, nel 1993, lo ha notato una dottoressa italiana, Bianca Gibelli, che lo ha convinto a venire in Italia per curarsi e sottoporsi alla prima operazione. Nel soggiorno pre e post operatorio in Italia lo ha ospitato la famiglia Belli di Calcinate del Pesce, che dal 1995 è diventata la famiglia di Abraham: non è mai stato adottato, ma ha vissuto con i Belli fino a quando ha deciso di tornare in Etiopia per riscoprire le sue origini e ritrovare i suoi fratelli. È stato scout di Varese 7 e Varese 3, ha lavorato alla ditta Fumagalli di Varese e soprattutto è riuscito a ritagliarsi una vita normale, circondato dall’affetto di tantissime persone. Nel 2008 ha deciso di tornare in Etiopia per ritrovare i suoi fratelli. Un viaggio entusiasmante che gli ha permesso di “riscattarsi”: lui, partito povero e malato, ha potuto tornare a casa con un lavoro e con la possibilità di aiutare tante altre persone. Nel 2010 è tornato a Wellele per sposarsi, con una cerimonia organizzata dai suoi fratelli, ma il giorno prima del matrimonio un’emorragia cerebrale causata dalla sua malattia se l’è portato via, l’8 gennaio 2011. Abraham è stato sepolto a Wellele e al suo funerale Paola e Luisa Belli con altri amici sono andati nel Tigray per salutarlo per l’ultima volta e lì è scattata una scintilla.

IL PROGETTO – Il sogno di Abraham era infatti quello di aiutare la gente del suo villaggio. Ne aveva parlato a casa e i suoi amici e la sua “famiglia” italiana hanno deciso di provare a realizzarlo. Un primo contatto con una Ong romagnola, Butterfly onlus, e la collaborazione sul posto con Vis (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo) e la Diocesi di Adigrat hanno permesso di realizzare, grazie al contributo di tanti donatori, amici e conoscenti di Abraham, un primo sogno: la costruzione di un pozzo, acqua pulita per bere, irrigare, abbeverare gli animali, cucinare e lavarsi. E poi un secondo step, ancora grazie alla collaborazione con tutte le persone aggregate dall’amicizia di Abraham, ha permesso di comprare lampade per illuminare un villaggio che l’energia elettrica non la può avere. Oggi, nel 2015, il terzo sogno: realizzare un mulino per macinare i creali coltivati nel villaggio (dove vivono circa 200 persone, in un’area rocciosa e collegata da strade sterrate e difficili da percorrere) ed evitare trasferte lunghe e dispendiose fino ai villaggi e alle città vicine. Servono circa 12 mila euro e servono un paio d’anni per arrivare alla realizzazione del progetto. Per presentarlo è stata organizzata una serata dove chi vorrà potrà conoscere la storia di Abraham e contribuire a realizzare il suo sogno.

PER DONARE – IBAN: IT58U0542810801000000009169. Banca Popolare di Bergamo UBI, Fil. Varese

Per maggiori informazioni ci sono il sito internet di Progetto Abraham (clicca QUI) e la pagina Facebook (clicca QUI).

Tommaso Guidotti
tommaso.guidotti@varesenews.it

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Pubblicato il 13 Marzo 2015
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