“No alle auto sulle sponde del Naviglio”

Dopo voci su modifiche dell'accesso anche a servizio di alcuni locali, una petizione lanciata su Change.org chiede di mantenere chiusa la strada alzaia nella zona, molto frequentata da ciclisti, camminatori, pescatori

Lonate Pozzolo

«La strada lungo il naviglio non va riaperta alle auto». Viaggia su Facebook, con una petizione su change.org, la mobilitazione per mantenere la chiusura al traffico della via Alzaia di Naviglio Grande a Lonate Pozzolo, là dove nasce il canale medievale che porta le acque del Ticino fin nel cuore della città di Milano.

A promuovere la raccolta firme è un piccolo comitato composto anche da persone delle città vicine, del resto le zone in riva al Ticino sono veri e propri “corridoi della mobilità dolce”, spazi utilizzati da camminatori, ciclisti “da corsa” e da passeggio, famiglie che vengono anche dal territorio vicino. Insomma: le scelte sulla via lungo il corso d’acqua è anche una questione ampia, non solo paesana. Anzi: per certi versi proprio questa mobilitazione sembra ricordare la potenzialità di una zona che ha un forte richiamo, come tutta la greenway della Valle del Ticino, con le sue numerose “diramazioni” locali (basti pensare a Via Gaggio, straordinaria area sul ciglio della valle, e a Tornavento).

La strada alzaia è chiusa al traffico dal 2012, ma di recente si è parlato di riaprirla, sull’onda di alcune richieste di attività commerciali presenti in valle, e dopo qualche lamentela sull’abbandono della zona in settimana (con l’immancabile scarico abusivo di rifiuti). La petizione chiede appunto di “mantenere chiusa al traffico dei veicoli la via in oggetto per la salvaguardia della località sia in termini ambientali sia come luogo per passeggiare e ammirare il panorama in questa parte di territorio inserita nel ’Parco del Ticino’, si fa eccezione per i residenti e le attività commerciali della via che troveranno le modalità più adatte per un parcheggio interno”. Gli stessi promotori sottolineano poi che la questione riguarda un tratto relativamente corto (600 metri) di una via comunque a fondo cieco. Tuttavia, proprio gli spazi angusti potrebbero causare particolari problemi: “La riapertura al traffico comporterebbe la perdita della quiete e pace così faticosamente conquistate”.

(il video della petizione, che mostra i luoghi e ne racconta anche brevemente la storia)

Nella petizione si fa riferimento al traffico sì, ma soprattutto al rischio di manovre azzardate, su una strada che non ha protezioni laterali verso il canale. È una richiesta corretta? Il sindaco Danilo Rivolta richiama alcuni elementi, tra cui anche quelli per la sicurezza: «Il Parco del Ticino aveva emesso ormai alcuni anni fa un’ordinanza di transito regolamentato, con transito solo per residenti. Non tutti sono favorevoli, a partire da chi ha un’attività commerciale e i pescatori. C’è un problema di accesso a queste attività commerciali, in particolare per il parcheggio delle auto. Ed esistono anche rischi perché le auto non sempre hanno spazio per fare inversione sulla via. Il problema è trovare una gestione per garantire i diritti di tutti a usufruire di quella zona».

Come conciliare richieste diverse? Rivolta dice che si può fare: «Con il Demanio stiamo cercando di farci consegnare l’area del casello idraulico, per creare un parcheggio con sosta a rotazione, da affiancare a un altro da creare all’altezza del ponte». Una soluzione che salverebbe gli interessi di tutti e contribuire a creare una fruizione sostenibile della zona, che ha comunque particolari potenzialità. Certo, tempi e risorse economiche («le stiamo cercando») sono ostacoli non da poco. Nel frattempo anche il Parco del Ticino sta valutando possibili soluzioni. Ne riparleremo.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 24 Marzo 2015
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