Non chiamatemi bancario, sono un collaboratore

«Basta colletti bianchi: la banca oggi è una vera azienda di servizi per la crescita economica del territorio». L'intervento di Luca Barni, direttore della Bcc, all’incontro “Un’impresa possibile"

bcc scazzosi barni banche novembre 2011

Il cambiamento riguarda tutti: lavoratori, aziende, associazioni di categoria. Perfino la Chiesa è chiamata a cambiare. Nessuno, dunque, puo’ chiamarsi fuori da un processo ormai in atto da alcuni anni e diventato irreversibile perché quando è la struttura che cambia, cioè l’economia, cambia anche tutto il resto e non sempre in peggio.
Questo discorso vale anche per i bancari, categoria fino a ieri considerata un mondo a parte nelle relazioni sindacali, una sorta di enclave privilegiata per stabilità, trattamento salariale e status sociale, al riparo sempre e comunque da qualsiasi tempesta.
(nella foto, i vertici della Bcc. Da sinistra. Il direttore Luca Barni e il presidente Roberto Scazzosi)

Le cose non stanno più così, come ha ricordato il direttore della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate Luca Barni, chiamato ad affrontare il tema del rapporto tra bene comune e banca durante l’incontro dal titolo “Un’impresa possibile. Conversazioni sul lavoro con Massimo Folador” . «Fare il bancario oggi non significa più sedersi dietro una scrivania o uno sportello in attesa di fare operazioni richieste dal cliente – ha detto Barni -. Oggi il lavoro del bancario deve essere una professione proattiva orientata a fornire un servizio consulenziale altamente qualificato per dare un sostegno effettivo all’economia reale del territorio, ossia a famiglie e imprese».

VALORIZZARE LE RISORSE – La trasformazione in chiave schiettamente aziendalistica del lavoro bancario passa da una diversa considerazione delle risorse umane presenti: «All’interno abbiamo sostituito il termine banca con quello di azienda, a sottolineare il diverso approccio che devono avere verso il lavoro i nostri collaboratori – ha spiegato il direttore della Bcc –. È fondamentale, per trasformare la natura di questo lavoro, puntare sulle persone, sullo sviluppo dei talenti, sulla loro valorizzazione e professionalizzazione. Soltanto coinvolgendo i collaboratori tramite i responsabili di progetto si arriva a elevare il benessere sul luogo di lavoro, la realizzazione personale, quindi a influire in maniera decisiva sui servizi erogati al cliente».

LA BANCA NON È SOLO UN SALVADANAIO – Nel caso della Bcc, cioè una banca-azienda locale orientata all’economia reale, si traduce sempre più in un’attività consulenziale. «La banca non è più soltanto un salvadanaio per i risparmi ma anche un luogo dove si decide con il cliente come investire al meglio, a seconda delle necessità, questi soldi- conclude Barni -. Penso alle esigenze sempre più complesse di oggi; con il venir meno delle sicurezze garantite per decenni dal welfare statale, la mia banca, ad esempio, fa consulenza in materia di previdenza complementare e più in generale svolge un’opera di educazione finanziaria. Ma per far questo bisogna coinvolgere, professionalizzare e motivare adeguatamente i propri collaboratori. Questo, oggi, è il modo con cui una azienda può contribuire alla crescita del bene comune».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Marzo 2015
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