Uva parlò di botte, ma la dottoressa non lo ritenne credibile

La psichiatra Enrica Finazzi parlò per un'ora con il paziente, prima che morisse. E' indagata per omicidio colposo, ma ha depositato una memoria difensiva in vista dell'udienza preliminare. Afferma che Beppe aveva lividi in faccia e che voleva denunciare i carabinieri

giuseppe uva apertura

«Quei bastardi mi hanno picchiato». E’ questa la frase che quella mattina, la psichiatra Enrica Finazzi, sentì pronunciare a Giuseppe Uva, quando arrivò in pronto soccorso dopo una chiamata d’urgenza perchè c’era un uomo sottoposto a tso che necessitava una visita. La dottoressa, che oggi ha deposto in aula al processo contro le forze dell’ordine, immaginò che la frase si riferisse a quanto avvenuto in caserma, ma non lo può giurare; ascoltò anche Uva dire che i barellieri dell’ambulanza furono poco gentili con lui, e tutto questo mentre il paziente era in forte stato di agitazione, legato alla barella, ma comunque lucido, tanto che da varie testimonianze è emerso che avvisò i medici di essere allergico; la dottoressa, con l’aiuto di altri presenti cercò di farlo stare fermo per praticargli un’iniezione di calmante. Iniezione che fu praticata intorno alle 7 e 15: una fiala di talofen e una di fenargasse, due sedativi.

Sedativi
Una volta calmato il povero Giuseppe Uva, la dottoressa dispose un prelievo del sangue e contestualmente fece praticare una seconda iniezione, una flebo di tavor. La Finazzi notò che Uva aveva un rossore sul naso e la fronte, a maggior ragione gli chiese come se l’era procurato e cercò di convincerlo a effettuare una lastra, che poi fu fatta, come ha raccontato la guardia giurata del pronto soccorso nella sua deposizione a febbraio.

Non lo ritenne attendibile sul pestaggio
Uva non spiegò nello specifico dove e quando se lo fece, ma durante quei minuti pronunciò la frase “me la pagheranno”. Tuttavia la dottoressa non ha mai udito Uva accusare qualcuno nello specifico e inoltre, come rilevato dagli avvocati, ma anche dal Pm Daniela Borgonovo, non ha ritenuto di scrivere sul referto a uso interno che Uva affermò di essere stato picchiato.
Una dimenticanza che non è sfuggita agli avvocati delle difese, e che è stato uno dei tanti motivi di scontro tra avvocati in un clima di generale e pervicace polemica tra toghe. In sostanza, la dottoressa Finazzi ha affermato che non scrisse nel referto le parole di Uva perché sospese il giudizio sulle stesse; in altre parole non le ritenne attendibili in assoluto, ed è stata lei stessa a spiegare perché: «Molto spesso, durante questi stati di agitazione, si sente dire di tutto e di più». Dunque Uva pronunciò queste frasi sul pestaggio, ma i medici non le presero in grande considerazione. La dottoressa non ricorda inoltre se vi fossero più o meno agenti quella notte in pronto soccorso e nemmeno se Uva fosse andato o meno in bagno.

Ubriachezza, i medici si contraddicono
Gli avvocati le hanno chiesto se Uva fosse ubriaco ma la dottoressa ha risposto che dall’analisi sommaria in pronto soccorso non si poteva capire. Tuttavia, il dottor Fraticelli, lo psichiatra che dalle 9 prese in carico Uva in reparto, ha raccontato che la dottoressa lo informò dello stato del paziente e gli disse anche che era in stato di ebbrezza. Carlo Fraticelli ha poi spiegato che praticò una terza iniezione, una fiala di En, ansiolitico e ipnotico al paziente, e che Uva divenne quindi sedato ma risvegliabile.

La flebo vista dalla superteste non risulta
Dalla testimonianze dei due medici dell’ospedale di Varese, che sono stati entrambi assolti con formula definitiva dall’ipotesi di una colpa medica, emerge che non vi fu una flebo alle sei di mattina come invece ha raccontato la teste Assunta Russo, la donna che sostiene di aver sentito i carabinieri minacciare Uva.

Contradizioni
La Finazzi però ricorda che Uva disse le frasi, “mi hanno picchiato”, e anche “Uva proprio a te cercavo”, che un carabiniere avrebbe detto al paziente, per la strada la sera prima. Eppure, lo stesso Uva, negò o non disse nulla del presunto pestaggio all’infermiere Zanella e allo psichiatra Fraticelli che ebbe modo di visitarlo, rilevando che non aveva segni o fratture.

Polemiche
Un ultimo accenno va fatto sulla polemica tra gli avvocati. Il presidente della Corte d’assise Vito Piglionica ha sgridato le parti in più occasioni. Tra le toghe Fabio Ambrosetti (parte civile), Luca Marsico, Duilio Mancini, Piero Porciani, Fabio Schembri, Luciano Di Pardo (difese) non corre buon sangue.

Dossier

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Pubblicato il 13 Marzo 2015
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