Alla Ciclofficina, dove rinascono le biciclette

Ospitato in una villa comunale ricca di tante altre attività, lo spazio offre la possibilità di imparare a far da sè con la manutenzione, recuperando anche bici che sembravano perdute

Ciclofficina Popolare Gallarate biciclette

Sul cavalletto c’è una bici da città a cui sistemare una ruota, di fronte una vecchia Graziella malamente riverniciata, accanto una “scatto fisso” di gusto vintage. E ancora, intorno, cassetti e scatole in cartone di pezzi di ricambio, ma anche – inaspettatamente – pigne di libri. È lo scenario insolito della “Ciclofficina Popolare” di Gallarate, uno spazio dove si riparano bici, si impara a fare da sè, ma anche dove – semplicemente – ci si incontra.

«Ormai abbiamo iniziato da quasi un mese» dice soddisfatto Marco Golzio, che di professione gira l’Italia facendo il rappresentante, ma ora è anche l’animatore principale della Ciclofficina. Il primo annuncio l’ha messo un po’ in sordina, qualche mese fa, anche su VareseNews: un invito a incontrarsi per mettere mano alle bici e anche alle proprie competenze, riscoprendo a far da sè per mantenere in ordine la propria due ruote.

Nel giro di poco tempo, l’idea ha trovato casa in uno spazio concesso dal Comune di Gallarate, nell’ex asilo del quartiere di Arnate, in via Marco Polo. Qui la Ciclofficina s’inserisce nelle attività di Critical Mas, un progetto di coesione sociale che coinvolge decine di associazioni, cooperative, gruppi informali. «La Ciclofficina – spiega l’assessora alla partecipazione e all’ambiente Cinzia Colombo – è una iniziativa che propone coesione, socialità e soprattutto parte direttamente dai cittadini, dunque rispecchia in pieno le finalità del progetto» (che è finanziato in parte da associazioni e Comune, in parte da Fondazione Cariplo).

Come funziona? «Un’idea molto bella: oltre a riparare la bici s’impara anche a farlo da soli» sintetizza Danilo, che in un giorno di sole ha pedalato fino a qui per riparare la ruota della sua bici da città. I pezzi si vanno ad acquistare fuori o si recuperano tra i ricambi smontati da vecchie bici ormai inservibili, poi s’impara a occuparsi da sè delle manutenzioni. Al ciclista professionista magari spetterà mettere a punto alla perfezione la bici, ma per i piccoli guasti si fa da sè: così la bici non rimane in garage per mesi, aspettando il sabato buono per portarla dal ciclista.

Ma non solo: lo spazio è anche un bel modo per favorire il recupero di biciclette magari dimenticate da tempo in cantina. «L’idea è proprio quella di farle rinascere» continua Marco Golzio, citando il motto che compare sui volantini dell’iniziativa. Una vecchia “Graziella” da donna, una mountain bike sgangherata e ridipinta con lo spray, una bici da corsa malandata ritrovano splendore e utilizzo, magari marchiate proprio con i due galli della Ciclofficina Popolare.

E in tutto questo, via Marco Polo sta diventando anche punto d’incontro, in questi giorni di sole già animato da persone che passano, chiaccherano, riparano: intorno ci sono anche molti libri, perchè da inizio marzo la villa comunale ospita anche ALA, l’Angolo Lettura Arnate, spazio di promozione della lettura rivolto prima di tutto al quartiere (clicca qui per approfondire). E ancora convivono la storica Corale Arnatese, un’associazione di ciclisti e una di pescatori, il Gruppo d’Acquisto Solidale nato nel 2011 (clicca qui per approfondire). «Questo spazio sta diventando sempre più luogo di aggregazione – ragiona ancora l’assessora Colombo – per questo vogliamo implementare l’uso: lo spazio interno è molto utilizzato, c’è invece l’idea di recuperare al meglio lo spazio esterno, al di là della sola manutenzione del verde». Già lo scorso anno il giardinetto ha ospitato una festa delle associazioni e dei gruppi di Critical MAS, quest’anno si vuol fare altrettanto (ma intanto si sono aggiunte altre persone e attività)

La Ciclofficina, però, non si ferma solo ad uno spazio fisico: l’idea di promuovere la cultura della bicicletta andrà presto anche nelle scuole. «Il 14 aprile sarà alle medie di Arnate, su invito del dirigente Vito Ilacqua» spiega ancora Marco Golzio. «Poi il 20 e 21 aprile, sempre dalle 9 alle 11 del mattino, altri due gruppi di 15 ragazzi delle scuole verranno qui in visita». Per ora la Ciclofficina è un gruppo informale, ma in futuro potrebbe diventare un’associazione. In ogni caso, l’attività è aperta a tutti.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 02 Aprile 2015
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