Castelli difende il Consorzio: “Ponti usa toni troppo forti”

Il presidente di "Varese nel Cuore" non chiude la porta al finanziere ma puntualizza: «Aspettiamo due risposte che nella sua lettera non ci sono»

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Come prevedibile, la lunga lettera aperta di Gianfranco Ponti con il suo progetto di rilancio di Pallacanestro Varese, ha aperto le discussioni in città – nelle piazze reali e virtuali – sulla bontà o meno della sua offerta. Il 55enne varesino, professionista nel ramo finanziario e dalla lunga militanza lavorativa all’estero, è uscito allo scoperto pochi giorni dopo un incontro a Palazzo Estense nel quale ha incontrato il sindaco Fontana e il presidente di “Varese nel Cuore” Alberto Castelli in rappresentanza della proprietà del club cinque volte campione d’Europa.

E proprio Castelli ha deciso, dopo una giornata di riflessione, di intervenire nel dibattito pubblico: l’imprenditore a capo del consorzio non chiude la porta a Ponti, che giudica anzi un interlocutore serio, ma neppure accetta in silenzio alcuni passaggi della lettera del finanziere apparsi piuttosto critici nei confronti dell’attuale proprietà. «Quando parlo del Consorzio lo faccio con grande serenità – è la premessa di Castelli – perché io sono presidente da pochi mesi e quindi ritengo avere pochissimi meriti personali in quello che questa struttura ha fatto sino a questo momento. Detto ciò quindi voglio ricordare che “Varese nel Cuore” ha salvato negli anni scorsi Pallacanestro Varese, ha dato garanzie di continuità e le darà anche in futuro e inoltre ha creato un modello che viene emulato ed è invidiato da tante altre piazze. Dico queste cose perché ho trovato troppo forti certi passaggi della lettera scritta da Ponti nei confronti di “Varese nel Cuore” e mi sembra giusto rimarcare ciò, anche per tutelare i soci del consorzio stesso».

Castelli tra l’altro “punge” i modi scelti da Ponti: «Del suo progetto sono venuto a conoscenza attraverso la stampa e la lettera che anche voi avete pubblicato. Mi spiace che sia stata utilizzata questa modalità e non una comunicazione diretta con noi». Le parti in causa finora si sono infatti trovate una sola volta, nel famoso incontro di Palazzo Estense, luogo simbolico perché proprio il sindaco Attilio Fontana – che oltre a essere il primo cittadino è anche grande tifoso biancorosso – ha ricevuto la prima “chiamata” di Ponti e ha quindi avvisato il Consorzio dell’interesse verso Pallacanestro Varese. A quel punto i soci sono stati informati da Castelli nel corso di un’assemblea (già messa in calendario) e hanno dato mandato al presidente di incontrare Ponti per capire i contorni di questa offerta.

«Rispetto a quanto c’è scritto nella lettera – spiega il rappresentante di “Varese nel Cuore” – posso dire che c’è condivisione su una serie di aspetti toccati a Ponti, a partire dal progetto sportivo, e non a caso molti di noi sono impegnati per migliorare quel fronte. Però, dopo l’incontro di Palazzo Estense, avevamo chiesto alcune puntualizzazioni che nella missiva non sono riportate: anzitutto non emerge quale dovrà essere l’apporto monetario di questo nuovo soggetto per la gestione ordinaria di una stagione sportiva di Pallacanestro Varese; di questi dati non abbiamo avuto alcuna previsione, neppure in privato. L’altra cosa che vorremmo sapere e che abbiamo chiesto è: chi c’è in questa operazione oltre a Ponti? La nostra non è una domanda polemica, sia chiaro (e il tono di voce di Castelli è conciliante ndr): semplicemente vorremmo avere interlocutori ben definiti; non abbiamo preclusioni verso Ponti, nemmeno se fosse da solo, ma vorremmo chiarezza su chi forma la controparte. Un’altra cosa di cui non siamo stati informati con questa famosa lettera».

Margini di dialogo, comunque, ce ne sono ancora e – vista la questione da un punto di osservazione esterno alle due parti in causa – l’auspicio è che Ponti e il Consorzio continuino a parlarsi. Se tutti dicono di volere sopra ogni cosa il bene di Pallacanestro Varese (per favore: non riduciamola a un insipido “PV”), questo è il momento di dimostrarlo, non quello di fare guerre in nome dei colori biancorossi.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 08 Aprile 2015
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