Cazzullo racconta la “Resistenza” ai Molini Marzoli

In occasione del 70° anniversario della Liberazione dal Nazi-Fascismo il sindaco Farioli intervista il giornalista e saggista sul suo ultimo libro che racconta storie di partigiani

anche io aldo cazzullo

Nell’ambito delle celebrazioni del 70° anniversario della Liberazione, martedì 28 aprile alle ore 21.00 in sala Tramogge dei Molini Marzoli il giornalista e scrittore Aldo Cazzullo presenterà il suo nuovissimo libro sul tema della Resistenza, Possa il mio sangue servire (Rizzoli). A dialogare con l’autore sarà il sindaco Gigi Farioli, a leggere alcuni brani tratti dal libro, sarà uno studente del corso di recitazione dell’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni.

La nuova fatica di Cazzullo mira dritto al cuore pulsante della Resistenza – quel “patto di roccia giurato fra uomini liberi decisi a riscattare la vergogna del mondo”, parafrasando Piero Calamandrei – un caleidoscopio di volti, di mani, di cuori che l’autore non lascia indietro. Così, gira la ghiera e la Resistenza assume le molteplici forme che ne costituiscono la più intima essenza, quella che non si trova nei libri.

Ecco prendere vita le Storie. Storie di case che si aprono nella notte, di feriti curati nei pagliai, di ricercati nascosti in cantina, di madri che fanno scudo con il proprio corpo ai figli. Le storie delle suore di Firenze, Giuste tra le Nazioni per aver salvato centinaia di ebrei; dei sacerdoti come don Ferrante Bagiardi, che sceglie di morire con i suoi parrocchiani dicendo «vi accompagno io davanti al Signore»; degli alpini della Val Chisone che rifiutano di arrendersi ai nazisti perché «le nostre montagne sono nostre»; dei tre carabinieri di Fiesole che si fanno uccidere per salvare gli ostaggi; dei 600 mila internati in Germania che come Giovanni Guareschi restano nei lager a patire la fame e le botte, pur di non andare a Salò a combattere altri italiani.

La Resistenza fu fatta dai partigiani comunisti come Cino Moscatelli, ma anche da quelli cattolici come Paola Del Din, monarchici come Edgardo Sogno, giellisti come Beppe Fenoglio. E fu fatta dalle donne, dai fucilati di Cefalonia, dai bersaglieri che morirono combattendo al fianco degli Alleati.

La Resistenza ha avuto anche le sue pagine nere, pagine che vanno raccontate come fa questo libro, da Porzûs a Codevigo, e le sue interpretazioni controverse: a lungo considerata solo una “cosa di sinistra” – fazzoletto rosso e Bella ciao – negli ultimi anni i partigiani sono stati presentati come carnefici sanguinari che si accanirono su vittime innocenti, i “ragazzi di Salò”. Entrambe queste versioni sono parziali e false. La Resistenza non è il patrimonio di una fazione: è un patrimonio della nazione. La storia è scandita dalle voci dal lager e dalle lettere dei condannati a morte, certi che dal loro sacrificio nascerà un’Italia migliore.

Aldo Cazzullo (Alba 1966) dopo 15 anni alla “Stampa”, dal 2003 è inviato e editorialista del “Corriere della Sera”. Ha dedicato oltre dieci saggi alla storia e all’identità nazionali. Sia Viva l’Italia! (2010) sia Basta piangere! (2013) hanno superato le centomila copie; La guerra dei nostri nonni (2014) le duecentomila.

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Pubblicato il 21 Aprile 2015
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