La sfida di Farioli: una rete stabile per la cultura

Il sindaco propone di costituire subito un tavolo operativo che consenta di creare una rete stabile che favorisca l’attrazione di risorse pubbliche e private

La presentazione del Baff 2015

Sull’onda del grande successo del BA Film Festival, manifestazione dedicata al cinema, il sindaco di Busto Arsizio, Gigi Farioli, ha pensato di scrivere una lettera agli organizzatori del Premio Chiara, Bambi Lazzati e Romano Oldrini, e per conoscenza a Gunnar Vincenzi, presidente della Provincia, al sindaco di Varese, Attilio Fontana, e al presidente della Fondazione comunitaria del Varesotto, Luca Galli. Oggetto della missiva: «Una rete per la cultura».

Scrive Farioli: «Non di solo pane era il titolo del festival, nella consapevolezza vera e concreta che la crisi economico-Finanziaria che dal 2008 si è abbattuta sull’Europa e l’Occidente ha origini non solo di carattere economicista, ma anche, se non prevalentemente, di carattere culturale e sociale»

«Allora, se è vero come è vero che il BA Film Festival è ormai un’eccellenza riconosciuta e oserei dire consacrata e benedetta dal mondo del cinema nazionale e internazionale, è altrettanto vero che il Premio Chiara, con cui nel corso di questi anni si sono sperimentate forme di collaborazione proficua e significativa, è una eccellenza riconosciuta nel settore del racconto, della narrazione e della letteratura. Per una non credo casuale coincidenza verrà insignito del Premio “le parole della musica”  Francesco De Gregori, il principe, che non più tardi di un fa partecipò da protagonista e non da cantautore, ma da uomo di cultura al festival del cinema di Busto».

IL SOGNO DI FARIOLI – «Desidero quindi lanciare una sfida che è insieme una proposta: la costituzione sin d’ora di un tavolo operativo che consenta, a partire dal 2015, anno caratterizzato dal punto di vista delle analisi economiche da una ripresa e da una sempre più significativa ricerca di aggregazioni, fusioni e sinergie in campo economico e societario, di creare una rete stabile che favorisca, nella salvaguardia delle identità e dei campanili, l’attrazione di risorse pubbliche e private, magari in uno con la sperimentazione  accanto alle fondazioni di imprese sociali di produzione di valore culturale».
«Perché, dunque, non partire dalle inevitabili connessioni tra storia, racconto e cinema? Perché non partire dalla volontà di produrre, sulla scia, in continuità o anche in antitesi con l’esperienza del “Pretore”, un film, una fiction, un docufilm su Chiara, uomo del cappello, oggetto anche di quel libro presentato a suo tempo a Busto dal Titolo Come il maiale”?
Perché non a partire dalle intelligenti osservazioni di Sergio Castellito, Antonello Fassari, Marco D’Amore, o anche di Elisabetta SgarbiVladimir Luxuria, per ritornare a fare delle ricchezze e dei patrimoni del made in Italy un’industria, un’impresa?».

«La sfida è a tutti, politici, istituzioni, giornali e forze economiche  e industriali singole e associate. Nel ringraziare per l’attenzione e la sensibilità, rispondo io ci sono, noi ci siamo; speriamo, anzi ne sono certo, che questa buona intenzione non lastricherà le vie dell’inferno».

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Pubblicato il 28 Aprile 2015
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da Uatu

    Che dire dopo il “caffè” … il dolce ci sta bene

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