Al Giro si riaccende la stella di Gilbert

Il Monte Berico, a Vicenza, regala lo scatto vincente dell'ex iridato. E Contador, secondo, dà una lezione ad Aru e all'Astana

philippe gilbert ciclismo

Sarà stato il clima, umido e fosco, sarà stata quella salita finale breve ma dura, condizioni che lo hanno fatto sentire a casa propria, fatto sta che a Vicenza il Giro d’Italia ha riportato alla vittoria un grande campione: Philippe Gilbert. L’iridato di Valkenburg 2012 ha conquistato la 12a tappa con uno scatto perfetto negli ultimi 500 metri, quelli necessari per arrampicarsi all’arrivo sul Monte Berico.

Gilbert è partito al momento giusto per andare a riprendere l’estone Kangert, il quale a sua volta aveva riacciuffato un combattivo Franco Pellizotti: quando però l’uomo dell’Astana pareva avere ancora la gamba giusta per arrivare al traguardo Gilbert ha radunato i suoi compagni rimasti e si è lanciato con la forza e la classe che gli vengono riconosciuti da anni.

Alle spalle del belga della Bmc poi, non è mancata la sorpresa: la maglia rosa Alberto Contador ha chiuso secondo, regolando il gruppetto dei migliori, e soprattutto ha dato una piccola ma significativa stangata a Fabio Aru. Il sardo ha perso le ruote negli ultimi metri, ha accusato 8″ dal madrileno che sommati all’abbuono hanno visto l’azzurro perdere un totale di 14″: ora Contador comanda la classifica su Aru con 17″ di margine e a guardare la classifica stupisce la condotta dell’Astana. Gli azzurri del Kazakistan occupano seconda (Aru), terza (Landa) e quarta (Cataldo) posizione ma anche oggi hanno lavorato a lungo facendosi sverniciare sul traguardo da Contador che a un certo punto era rimasto isolato (Basso, purtroppo, non pervenuto). E lo spagnolo si è preso quasi tutto il jackpot, salvo il premio per la vittoria andato con merito a Gilbert.

Dopo l’arrivo a Vicenza il Giro propone una tappa completamente piatta: si parte da Montecchio Maggiore e si arriva a Jesolo dopo 147 chilometri senza il minimo strappo. Velocisti, a voi, anche perché poi sabato c’è la cronometro di Valdobbiadene a sparigliare le carte (60 chilometri) seguita domenica dall’arrivo a Madonna di Campiglio.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 21 Maggio 2015
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