Conclusa l’indagine su maxi frode di un commercialista

Evasione fiscale per 10 milioni di euro, indagati anche 19 imprenditori. Due anni di inchiesta, e ora tocca al tribunale avviare il processo

guardia di finanza generiche

Dopo oltre due anni di lavoro, la Guardia di Finanza di Saronno ha concluso le indagini sull’evasione fiscale del commercialista saronnese, che in 9 anni ha creatoun giro di fatture false per quasi 10 milioni di euro, consentendo una milionaria evasione fiscale alle sue società ed a numerosi clienti del suo studio di consulenza fiscale.

Le indagini, iniziate nel 2013, erano partite a seguito dell’accertamento del tenore di vita tenuto dal commercialista B.E.U. (nel comunicato sono indicate le iniziali, ma negli articoli precedenti avevamo già indicato il nome, Ermanno Basilico) del tutto sproporzionato rispetto a quanto dichiarava al Fisco. A fronte di numerosi viaggi in località rinomate, tornei di golf, vacanze in barca a vela, sponsorizzazioni in diverse manifestazioni automobilistiche e studio in pieno centro a Saronno, il professionista dichiarava redditi inferiori a quelli delle sue impiegate.

La Guardia di Finanza di Saronno, sotto il coordinamento della dottoressa Nadia Alessandra Calcaterra – Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Busto Arsizio, ha scoperto una associazione a delinquere diretta dal commercialista, il quale, con la complicità di alcune sue fedeli collaboratrici, mediante un giro vorticoso di false fatturazioni emesse a nome delle sue società, di società inattive o coinvolte in procedure concorsuali, di cui lo stesso era tenutario delle scritture contabili, senza che gli effettivi amministratori fossero a conoscenza di tale illecito utilizzo, nonché di società di diritto inglese costituite ad hoc, ha consentito a numerosi clienti del suo studio sia una notevole evasione di imposta che la costituzione in Svizzera di fondi neri sconosciuti al fisco.

Il denaro dei clienti veniva loro retrocesso su conti correnti appositamente accesi in Svizzera, a fronte di una commissione del 20 – 30% sugli importi, trattenuta dal B.E.U. ovviamente “in nero”. Il commercialista ha, altresì, utilizzato lo stesso sistema per evitare alle sue società il pagamento delle imposte, non solo azzerando il reddito imponibile ed il debito IVA derivante dalla sua attività professionale, ma addirittura non versando le somme dovute all’Erario, come imposte, ritenute ed oneri previdenziali, compensandole con crediti IVA inesistenti.

Per i reati commessi, nel maggio 2014, il commercialista e due sue dipendenti venivano arrestate e, interrogati davanti al Magistrato inquirente, ove ammettevano tutto quanto a loro imputato.

A tutela del pagamento del danno arrecato all’Erario, veniva altresì eseguito dai finanzieri il sequestro di beni immobili e terreni riconducibili al B.E.U., in precedenza fittiziamente intestati ad una società inglese, per circa 1,2 milioni di Euro.

La complessa attività, che ha visto anche l’esecuzione di 31 perquisizioni locali in Lombardia, Trentino, Liguria e Lazio, ha consentito di far emergere un giro di false fatturazioni per un imponibile di circa 10 milioni di euro, portando complessivamente alla denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio di n. 32 soggetti, colpevoli a vario titolo dei reati fiscali di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e di indebita compensazione, nonché la contestazione del reato di riciclaggio per un importo superiore a 500 mila euro.

Sviluppando gli elementi investigativi emersi durante l’indagine, la Tenenza della Guardia di Finanza di Saronno ha eseguito e concluso 14 verifiche fiscali nei confronti di alcune società che hanno tratto vantaggio dal sistema di false fatturazioni, accertando oltre 5 milioni di euro di costi inesistenti  e di oltre 2,4 milioni di euro di IVA dovuta, nonché contestando alle società del commercialista l’indebita compensazione di somme dovute a vario titolo (contributi previdenziali ed imposte) per oltre 640 mila euro, derivante dall’inesistente credito IVA creato.

Sono state altresì segnalati ad altri reparti della Guardia di Finanza 19 imprenditori responsabili anch’essi di aver preso parte alla frode fiscale, annotando nella loro contabilità fatture false.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Maggio 2015
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