Destra e sinistra rivedano le priorità sociali e politiche, sulle orme della piramide di Maslow

L'opinione di Franz Foti, docente di giornalismo e comunicazione, Università statale dell’Insubria di Varese

camera de deputati parlamento aula

Siamo molto distanti dal contesto economico, politico e sociale in cui vennero disegnati per il nostro popolo i diritti e i doveri attraverso la Costituzione. Eppure ci ritroviamo in molte delle situazioni di allora. Appena sessant’anni fa Abraham Maslow, psicologo, definiva la sua piramide dei bisogni sociali. Nel primo stadio collocava i bisogni esistenziali minimi per una vita decorosa inserendo l’alimentazione, il soddisfacimento della sete e del sonno. Serviva dunque un lavoro, una fonte di reddito, capace di sostenere quei bisogni. Il secondo stadio era dedicato ai problemi della sicurezza. Un popolo ha necessità di protezione e di tranquillità per ridurre gli stati d’ansia e le preoccupazioni. Lo stress individuale e collettivo, provocato da motivi d’insicurezza, sfalda la rete sociale delle identità, della socializzazione e della solidarietà, rendendola più fragile.

Questi primi due livelli di bisogni rappresentavano allora i problemi di fondo di una società che cominciava a generare importanti e nuove differenze sociali, economiche, culturali e professionali. Si delineavano i modelli di vita dell’era del consumismo. Da qui Maslow partiva per configurare i tre stadi successivi dei bisogni sociali che potevano trovare realizzazione a condizione che i primi due venissero appagati: l’amore, la cooperazione e la partecipazione sociale (l’appartenenza); l’essere rispettato, riconosciuto socialmente e professionalmente, diventare soggetto produttivo e competente (la stima); essere ciò che si vuole essere, concretizzando le aspirazioni e le potenzialità secondo criteri legati alla condizione socio professionale e culturale di ciascuno di noi (l’autorealizzazione). Naturalmente si trattava e si tratta di condizioni soggettive e collettive che venivano e vengono tutt’ora scandite da fattori di mercato, di produzione, di conoscenze e competenze spesso facilitate dallo stato sociale che avrebbe dovuto e deve accompagnare questi processi di emancipazione e realizzazione di sé.

Soltanto dieci anni addietro si pensava di aver superato quella piramide e di potersi dedicare a problemi come l’assistenza agli anziani da considerare come transizione all’età adulta, alla conciliazione fra famiglia e lavoro, al superamento delle discriminazioni di genere, al sostegno alle famiglie, ai nidi per l’infanzia, alle politiche attive per il lavoro, ai diritti civili. Politicamente si parlava di lavoro nero, estensione dei tentacoli della mafia in economia e nel potere, lotta intransigente all’evasione fiscale, inefficienza della pubblica amministrazione, lotta alla corruzione. Non si era capito che c’era bisogno di cambiamenti drastici, di riduzione della spesa pubblica, di sobrietà degli stili di vita, di una nuova fase di etica pubblica e privata. La previdenza occupava il 67% della spesa pubblica (protezione sociale), la sanità il 25,7% (protezione della salute), l’assistenza il 7,3% (politiche sociali). Lo stato decentrava alcuni suoi poteri verso gli enti locali, in primo luogo le regioni diventate poi ricettacolo di spreco, di corruzione, d’inutilità.

Ora ci ritroviamo a dover ripartire dai problemi e dai bisogni che in quest’ultimo ventennio ci avevano fatto intendere che erano ormai aspetti superati, archeologia sociale. E si ricomincia da Maslow. Abbiamo a che fare con la fame e la povertà, il lavoro. La sicurezza presenta il conto in Italia e in Europa. L’Africa esplode in alcune parti geografiche e politiche. l’Europa non riesce a trovare la giusta quota unitaria di navigazione, non sa darsi i tempi giusti della storia che richiedono visione e solidarietà coerente per reggere l’urto dei processi economici e migratori. È a rischio d’implosione se non riesce a fornire risposte tempestive alla crisi imperante. Le destre hanno chiuso i rubinetti delle corbellerie raccontandoci di macroregioni, di secessione e di patria. Sembrava che gli scimpanzé stessero già invadendo quartieri e città, ma che sotto il profilo economico eravamo di fronte alla “piena occupazione” degli alberghi, dei ristoranti e dei voli delle nostre “patriottiche flotte”, cadute poi nelle mani degli emirati arabi. I comunisti e le tasse erano il loro bersaglio preferito. La felicità pubblica era a portata di mano e la mafia un fenomeno minore e presente nella sola zona “afromeriodanale” della penisola. La destra, in questa fase, è priva si senno. Fallito il neo liberismo, è in preda al delirio e a caccia di populismo e di emotività che non offrono un serio contributo per chi deve apparecchiare la tavola almeno due volte al giorno.

La sinistra, da parte sua, girava come una trottola attorno all’agenda politica dell’ex cavaliere, stordita dalle sconfitte e dai personalismi, pronta a dividersi e ad affidarsi ai sindaci del popolo, senza una rotta politica, con un gruppo dirigente incapace di fissarne una. Questa è storia vecchia. Ora si ha a che fare di nuovo con la fame, con la disoccupazione, con la paura e l’insicurezza esistenziale che attanaglia il bisogno di quiete. Cambia il concetto di lavoro e cambia il concetto di sicurezza, in breve tempo. Servirebbe ridisegnare le strategie e le priorità. Anche Renzi rischia di essere obsoleto. La realtà marcia più velocemente della politica noiosa e petulante. La sinistra, di maggioranza e minoranza, si munisca di “sereno” senso critico, si divida pure su proposte chiare e nette e poi decida e marci rapidamente.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 07 Maggio 2015
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.