Fiom: “Andiamo a Firenze per stanare Whirlpool”

Nel frattempo il ministero ha convocato le parti per il 9 giugno. Stefania Filetti, segretaria provinciale della Fiom, avverte: «L'azienda non si illuda, il livello di lotta si alzerà notevolmente»

La Fiom di Varese è special (inserita in galleria)

La notizia è fresca di giornata. Il ministero dello Sviluppo economico ha convocato le parti della vertenza Whirlpool per il 9 giugno a Roma. La multinazionale americana aveva però già deciso di anticipare tutti convocando i sindacati il 28 maggio a Firenze per un confronto diretto, senza governo di mezzo. Il segretario provinciale della Fiom, Stefania Filetti, a differenza dei colleghi di Fim Cisl e Uilm, ha deciso di scendere alla fermata di Santa Maria Novella per ascoltare che cosa hanno da dire di nuovo gli americani, dopo le tante sorprese negative riservate al tavolo del ministero.

Filetti, ma poi andrete anche il 9 giugno al ministero?
«Certo, saremo anche lì».

I suoi colleghi però hanno declinato l’invito di Firenze. 
«Noi come Fiom non vogliamo in nessun modo abdicare al ruolo delle organizzazioni sindacali, ma vorrei ricordare che la nostra controparte naturale non è il ministero ma è Whirlpool. Il ministero è una sede importantissima ma non vogliamo assolutamente che il ministro si sostituisca assumendo ruoli che non gli sono propri, soprattutto in una vertenza delicata come questa. Il fatto che fin dall’inizio hanno voluto che la trattativa si svolgesse al ministero, oltre ad essere una scelta strana, non toglie titolarità alle parti».

Dalle sue parole si deduce che il peccato originale di questa trattativa ha radici ben più lontane rispetto a quanto si dice. Immagino che l’accordo che congelò i licenziamenti di Indesit a Caserta con la mediazione dell’allora Governo Letta pesi ancora in questa trattativa.
«Diciamo che lì ci sono molte risposte rispetto a quanto sta succedendo oggi».

Sta dicendo che quei contratti di solidarietà furono in realtà dei licenziamenti differiti?
«Quell’accordo non è servito a nulla se oggi mi dà problemi maggiori rispetto al perimetro della vicenda Indesit.  È per questo che noi abbandonammo il tavolo della trattativa, tutte cose scritte nei nostri comunicati stampa di allora. Poi abbiamo firmato l’accordo per rispettare la volontà dei lavoratori che lo avevano votato con il referendum, quegli stessi lavoratori che oggi pagano a caro prezzo questa, o meglio, quella situazione».

Secondo la Fiom c’è dunque una responsabilità del ministero che sostenne la trattativa con Indesit?
«Beh, forse questo è anche il motivo per cui oggi il ministero insiste tanto per avere questa titolarità»

Che cosa si aspetta dall’incontro di Firenze, non si puo’ cambiare un piano industriale complesso in pochi giorni?
«Non lo sappiamo. Può anche essere che si esca con uno zero di fatto, ma a questo punto la Whirlpool non si puo’ aspettare che il livello di lotta da qui al 12 giugno rimanga quello di adesso, perché si alzerà esponenzialmente».

Quanto conta il fatto che il sindacato dei metalmeccanici si sia spaccato proprio sull’incontro di Firenze?
«Chiariamo un punto: sciopero e manifestazione del 12 giugno sono unitari, le assemblee nelle fabbriche sono state unitarie. La scelta di andare a Firenze dipende anche da una valutazione dell’interesse del lavoratore, perché il 12 giugno è ancora troppo lontano e quindi gli operai, ma soprattutto gli impiegati, potrebbero essere sottoposti a pressioni notevoli. Parliamo di persone che di piani industriali in questi anni ne hanno visti molti e sanno bene che ogni giorno che passa senza trattativa rende più forte l’azienda. Invece devono sapere che il sindacato c’è, è sul pezzo e vuole stanare la Whirlpool. Ecco perché il 28 maggio andiamo a Firenze e il 9 giugno al ministero».

Che delegazioni sindacali ci saranno a Firenze?
«Questo è un altro tasto dolente. Il ministero ha sempre voluto delegazioni ristrette e a noi questa cosa non sta bene perché le trattative le abbiamo sempre fatte con tutte le delegazioni. A Firenze ci saranno tutti, mi dicono anche qualche delegato nazionale di Fim e Uilm. In assemblea i lavoratori ci hanno chiesto di andare tutti insieme. Il mio auspicio è che una volta ripresa la trattativa al ministero ci sia la delegazione unitaria al completo. È importante perché una partita così difficile non l’avevo ancora vista. In genere sul piano industriale si tratta, qui occorre cambiarlo»

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 27 Maggio 2015
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