Gianfranco Brebbia: filmaker e artista, quando l’arte è sperimentale 

Una mostra e una tavola rotonda dedicata all’autore varesino, grande sperimentatore e innovatore

Gianfranco Brebbia

Venerdì 8 maggio alle ore 18.00 verrà inaugurata a Villa Recalcati la Mostra di Gianfranco  Brebbia Sperimentazione visiva e alchimia materica a Varese negli anni Sessanta- Settanta, organizzata in collaborazione con la Provincia di Varese a cura di Giovanna Brebbia, con allestimento di Jacopo Pavesi e grafica di Roberta Pietrobelli, comprendente fotografie e opere pittoriche di Gianfranco Brebbia, filmaker varesino.

La Mostra, che sarà allestita a Villa Recalcati sino al 18 maggio, comprende  ventisei pannelli fotografici e sei opere pittoriche di Gianfranco Brebbia, nato a Varese nel 1923 e scomparso nel 1974.

«Siamo contenti di poter ospitare la mostra fotografica e artistica su Gianfranco Brebbia proprio qui  a Villa Recalcati – ha dichiarato il Consigliere provinciale alla Cultura Alberto Tognola – Questo interessante appuntamento ci porterà a rivivere o conoscere il grande fermento culturale che si respirava negli anni in cui Brebbia operava anche qui a Varese. Vorrei anche ringraziare l’Actl per la preziosa collaborazione che garantiranno nel periodo di apertura della mostra».

La mostra fotografica, «Idea assurda per un filmaker», presentata in anteprima al Collegio Carlo Cattaneo dell’Università degli Studi dell’Insubria il 17 aprile in occasione del Convegno «IDEA ASSURDA PER UN FILMAKER». Gianfranco Brebbia e il cinema sperimentale. Cultura internazionale a Varese negli anni Sessanta-Settanta, «è composta da ventisei fotografie, in bianco e nero, scelte dall’Archivio personale di Gianfranco Brebbia e dedicate alla sua figura di filmaker – ha spiegato Giovanna Brebbia, curatrice della mostra – Le foto sono di Gianfranco Brebbia, alcune del fotografo Paolo Zanzi di Varese, le foto realizzate all’Archivio dell’Autore sono mie. I testi scritti su alcuni pannelli ad accompagnare le foto, sono stati estrapolati in parte dall’Archivio dell’Autore, altri invece da Riviste e da volumi che contenevano articoli dedicati al cinema sperimentale, dove lo stesso Brebbia ha descritto le sue tecniche e la sua visione alchemica della cinematografia sperimentale».

Alchimia materica è il nome dato all’esposizione delle sei opere pittoriche di Gianfranco Brebbia realizzate dall’Autore tra il 1970 e 1971. La tecnica usata è principalmente quella del collage, tecnica utilizzata nella Pop Art. I materiali utilizzati da Brebbia erano cartone e cartoncini riciclati, al quale l’Autore applicava lastre di metallo, resine trasparenti, smalti colorati e fogli di carta vetrata o spirali di metallo.

I quadri fanno parte della Collezione privata della figlia di Brebbia, Giovanna, ed è la prima volta che vengono esposti al pubblico di Varese dopo la giornata del Convegno del 17 aprile, al Collegio Carlo Cattaneo dell’Università degli Studi dell’Insubria.

TAVOLA ROTONDA

Per l’Inaugurazione della Mostra, prevista alle ore 18.00, è stata organizzata la Tavola Rotonda con il Professore Fabio Minazzi e Giovanna Brebbia, figlia di Gianfranco Brebbia e personaggi che hanno conosciuto e frequentato il filmaker varesino.

Infatti la Tavola rotonda, ha lo scopo di dare voce a coloro che hanno conosciuto da vicino l’Autore e che Giovanna Brebbia ha intervistato per la pubblicazione del suo  libro «Idea assurda per un filmaker». Gianfranco Brebbia e il cinema sperimentale degli anni Sessanta-Settanta.

Analisi dei suoi film alla luce del suo archivio personale, e che compaiono nel documentario 1964.

Filmavo da indipendente solo e contro tutti. Il documentario, con la regia di Giovanna Brebbia, verrà proiettato ad introduzione della serata.

Parteciperà Luciano Giaccari di Varese, fondatore  di un’ importante Videoteca a Varese. Realizzò nel 1969 l’happening Opere di Fumo che vide tra gli interpreti principali Hidetoshi Nagasawa. Gianfranco Brebbia realizzò in questa occasione il film Fumus Art.

Giaccari parlerà anche di 24 ore di No Stop Theatre, che vide protagonisti nomi come Franco Vaccari, Paolo Scheggi, Pierpaolo Calzolari e Piero Gilardi.

Giaccari racconterà le domeniche passate con Brebbia alla Zambella, località di Luvinate, dove venivano organizzati eventi culturali o le serate al Relax bar, bar frequentato dagli artisti varesini dell’epoca.

Aldo Ambrosini, pittore, commenterà  una foto della Mostra fotografica dove compare con Giancarlo Fabi, Angelo Pozzi, Sandro Uboldi e Gianfranco Brebbia. Racconterà l’ambiente artistico varesino dal punto di vista di un artista dell’epoca anni Sessanta – Settanta.

Luigi Gatta, medico chirurgo, è stato amico di Brebbia. Gatta ha conosciuto l’autore più come uomo che come filmaker. Nel libro di Giovanna Brebbia, Gatta aveva raccontato il conflitto che nacque nell’Autore intorno agli anni Sessanta, perché da una parte aveva il suo lavoro di commerciante che non amava particolarmente ma che gli serviva per vivere e dall’altra parte, il suo profondo amore per il cinema.

Claudio Panini, scrittore, è stato amico di Brebbia. Era in quell’epoca studente di lettere e interessato al cinema. Panini lo seguiva durante le serate nei cineclub o alle riunioni a casa di Brebbia per le proiezioni dei film sperimentali(vedi foto allegata del 1970).  Panini  aveva scritto una poesia dedicata a Brebbia  dal titolo Ricercatore cosmico che leggerà in quell’occasione.

Modererà la Tavola rotonda il Professore Fabio Minazzi, Professore Ordinario Filosofia Teoretica – Direttore Scientifico del Centro Internazionale Insubrico “C. Cattaneo” e “G. Preti” – Università degli Studi dell’Insubria.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Maggio 2015
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