Il nascente Quarto Stato ha il volto del farmacista di Volpedo
“L’uomo con il cappello” (Nomos Edizioni) sarà presentato giovedì 7 maggio al Palazzo dell’Arengario
Chi era l’uomo con il cappello al centro del “Quarto Stato” di Giuseppe Pellizza da Volpedo? In piazza Malaspina a Volpedo, a posare per l’artista c’era anche il suo amico Giovanni Gatti, soprannominato il dutur. Non un bracciante e nemmeno un operaio, ma il farmacista del paese era tra i protagonisti del dipinto che avrebbe immortalato il nascente proletariato. Una scelta che, secondo quanto raccontò lo stesso Gatti, fu contestata da alcuni modelli, come il sedicenne Luigi Dolcini, quello ritratto in seconda fila con le braccia tese in avanti e i palmi aperti a mostrar bene le mani callose.
Gatti, in un’intervista del 14 giugno 1907 rilasciata al giornale ”L’Opinione Liberale”, all’indomani del suicidio di Pellizza da Volpedo, confermò che per la figura principale di mezzo posarono lui e il muratore Giovanni Zarri, mentre la moglie di quest’ultimo era la donna ritratta a destra.
“L’uomo con il cappello” (Nomos Edizioni), scritto da Maria Vittoria Gatti, pronipote per via paterna di Giovanni Gatti, ricostruisce la storia inedita del protagonista di un dipinto diventato l’icona di una classe sociale. Nell’arco di un secolo, il Quarto Stato, che prima dell’Esposizione di Torino del 1902 si chiamava il Cammino dei lavoratori, è diventato un simbolo universale per tutti i proletari e oggi anche di Expo2015.
«Certo, come ogni racconto – scrive l’autrice nell’introduzione – anche quello che leggerete in queste pagine non ha la pretesa di aderire perfettamente alla realtà storica dei fatti: qua e là qualche situazione e qualche personaggio sono inventati. A chi volesse una bussola per orientarsi fra ciò che è reale e ciò che non lo è, potrei solo dire che succede qui quel che, spesso, accade nella vita: i fatti che paiono più inverosimili sono quelli avvenuti realmente».
“L’uomo con il cappello” sarà presentato giovedì 7 maggio 2015, alle ore 18 al Palazzo dell’Arengario a Milano. Raffaella Di Rosa, giornalista, ne parlerà con l’autrice e con lo storico Ettore Cau.
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