Pene severe alla gang del machete
Patteggiano a 4 anni due salvadoregni, il terzo condannato a 4 anni e 8 mesi. Ubriachi dopo una notte brava alla Schiranna terrorizzarono i passanti del centro
Pene severe in tribunale per i tre salvadoregni, autori delle rapine con il machete nel centro di Varese. Luis Enrique Garcia Pascacio, 33 anni, ha patteggiato 4 anni. Henry Andrade, 27 anni, ha patteggiato altresì a 4 anni. Il terzo soggetto, Wil Fredy Hernandez Iraheta, 27 anni, ha sostenuto invece il processo con il rito immediato (aveva troppe recidive per patteggiare) ed è stato condannato a 4 anni e 8 mesi. Quest’ultimo ha rischiato molto, perché il pm Flavio Ricci aveva chiesto una pena di 8 anni di reclusione. Inoltre, il tribunale era già stato molto duro, rifiutando un primo patteggiamento a 3 anni e 2 mesi.
Notte brava
I tre centroamericani avevano compiuto due rapine e ne avevano tentata una terza, la notte del 20 febbraio, nel quadrilateri di vie che dalla stazione giunge fino a via Cavour. Solo l’intervento della polizia, dopo che un ragazzo aveva allertato le pattuglie, aveva evitato il peggio. Durante gli interrogatori, i due ragazzi più giovani non risposero agli inquirenti, ma i particolare di quella notte sono stati raccontati alla polizia da Garcia, con toni addirittura divertiti, come hanno riportato i magistrati nel capo di imputazione, come se i tre non si fossero resi conto della gravità del fatto.
Lo scemo e l’orso
Garcia, in particolare, ha riferito che quella sera si erano recati presso la Schiranna, dove avevano bevuto parecchio. I due 27enni, secondo l’amico, avevano nascosto sotto la giacca il machete per paura di incontrare non meglio precisati nemici che avrebbero potuto far loro del male. Il testimone ha però anche affermato che, uno dei due machete, lo aveva afferrato lui, e proprio per evitare guai peggiori. Non solo: ha persino riferito alla polizia che i due amici, a suo parere, non sono esattamente persone degne di grande stima, tanto che durante l’interrogatorio le ha appellate con i seguenti nomignoli: “Lo scemo” e “L’orso”.
I tre erano assistiti dagli avvocati Silvia Fantoni e Sabrina De Martis.
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