Un “cementificio” su un terreno agricolo? Scoppia la polemica

Avviato l'iter provinciale e regionale per la realizzazione di un capannone industriale su un terreno agricolo di 80mila metri quadri. Insorgono i residenti: "Danno ambientale", ma la proprietà rifiuta le accuse

"Cementificio" su un terreno agricolo

Un terreno agricolo di 80mila metri quadri dove potrebbe sorgere un capannone industriale da 12mila metri quadri, destinato alla costruzione di manufatti in cemento. È quello che potrebbe accadere su un terreno di Lonate Ceppino, al confine con Tradate, Gornate Olona e Venegono Inferiore. La domanda è stata presentata dalla ditta di Venegono Inferiore Acv di Virginio Amabile, già proprietaria dell’area in questione e della adiacente cava.

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Sulla questione, però, si è sollevata la protesta dei residenti che si sono rivolti al sindaco, a Legambiente, ad Arpa e a tutti gli organi competenti: «È un disastro ambientale, di inquinamento acustico e atmosferico». La proprietà rifiuta tutte le accuse e ora il progetto sta attendendo la seconda conferenza dei servizi e poi il passaggio in consiglio comunale a Lonate Ceppino per il definitivo cambio di destinazione d’uso dell’area, da agricolo a produttivo.

LA PROTESTA
I residenti della zona tra Tradate e Lonate Ceppino hanno sollevato la questione accusando l’amministrazione comunale di tenere segreto il progetto: «Si sarebbe potuta coinvolgere la cittadinanza, ma non è stato fatto – spiegano alcuni residenti che preferisco rimanere anonimi, mentre mostrano nel carte del progetto -. La situazione è drammatica perché se il capannone dovesse essere realizzato con un cambio di destinazione d’uso dell’area vi sarebbe un degrado e una svalutazione delle aree circostanti. Questo è sempre stato un terreno agricolo e, anche se la proprietà ha fatto richiesta trami un Suap (sportello unico attività produttive), non vuol dire che non ci sia un enorme danno ambientale: maggiore traffico di camion su una zona già satura, più inquinamento acustico, maggior inquinamento da polveri, degrado del territorio. Chiediamo l’intervento degli organi competenti».

LA PROPRIETA’
Dopo aver cercato la proprietà dell’azienda per chiedere ulteriori dettagli sul progetto, siamo stati contattati dall’architetto progettista, Giovanni Russo, professionista con una passata esperienza da assessore a Tradate e Gornate con amministrazioni Lega Nord – Forza Italia. «La legge permette di realizzare un ampliamento su un terreno agricolo se è di proprietà di un’attività già esistente. Verrà realizzato un deposito di inerti per la realizzazione di traversine per le ferrovie e manufatti in cemento. Rifiutiamo le accuse di inquinamento: sono state spese cifre molto alte per l’acquisto di macchinari silenziosi che riducono al minimo l’inquinamento acustico, mentre il passaggio di camion sarà lo stesso di quello attuale, già presente per la cava, anzi, potrebbe anche essere minore visto che i camion non dovranno fare doppia strada in altri capannoni. Inoltre, poteremo delle migliorie nell’area, come lo spostamento di un palo dell’Enel».

IL SINDACO E LA SITUAZIONE ATTUALE
Attualmente il progetto è già stato visionato da una conferenza dei servizi regionale. «Arpa e Provincia di Varese hanno chiesto delle integrazioni che sono già state sistemate – aggiunge Russo -. Arpa e Vigili del fuoco hanno già dato parere favorevole e ora stiamo aspettando la convocazione di una seconda e definitiva conferenza dei servizi in regione, dopodiché il progetto passerà in consiglio comunale».

In consiglio dovrà essere così portata la Variante la Pgt (Piano di Governo del Territorio) che sancirà definitivamente il passaggio del terreno da destinazione agricola a produttiva. «L’amministrazione comunale e il sindaco non hanno potere su quel terreno – spiega il primo cittadino Massimo Colombo -. È un terreno verde agricolo di competenza provinciale, sono loro a dover decidere. Noi, quando abbiamo ricevuto la richiesta, abbiamo rimandato il progetto a tutti gli enti coinvolti. Quando tornerà al Comune con tutti i pareri faremo quello che dovremo fare».

Intanto, i residenti si sono rivolti anche a Legambiente per chiedere sostegno e aiuto. Se il progetto dovesse andare in porto, entro due anni la nuova attività produttiva dovrebbe entrare in funzione.

Manuel Sgarella
manuel.sgarella@varesenews.it

 

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Pubblicato il 05 Maggio 2015
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da Felice

    Già pareva brutto lasciare ancora un campo tra il confine dei 2 comuni.
    Conosco bene quella zona…già la costruzione dell’ecomostro-cortile residenziale l’ha peggiorata e ha alterato quel contesto agricolo tipico di quella zona che lambisce la valle olona.
    Continuate così, in barba alla destinazione d’uso dei terreni, in oltraggio a chi ci abita, in sfregio a chi cerca di tutto pur di non farci sembrare la periferia di Milano. Continuate così che ci scavate la fossa da soli. Grazie!

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    Scritto da V come Vergogna

    Il sindaco come al solito se ne lava le mani, peccato che le procedure Suap sono concordate tra l ‘ amministrazione comunale ed il privato, il Comune puo’ rifiutarle senza motivo se non di interesse comunale. Inoltre spetta all’ amministrazione comunale l’ ultima parola in merito sono loro a decidere; come’ possibile che scarichino le loro responsabilita’ su altri enti. Vergogna

  3. Avatar
    Scritto da hellen

    …porteremo inoltre delle migliorie nell’area come LO SPOSTAMENTO DI UN PALO DELL’ ENEL (???????????) ma non vi vergognate????

    . E la cosa più triste è che sicuramente l’iter avrà parere positivo.

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